Capitolo ventisette

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Sono da poco atterrata a Londra e mi sento stranamente più felice rispetto al primo atterraggio.

•~•

«Secchioncellaaa!»

Ora anche secchioncella. Prima o poi ci sarà qualcuno che mi chiamerà col mio nome, ci spero ancora!
«Ragazzeee!» urlo a mia volta.
Klaudia e Charlotte sono venute qui in aeroporto e raggiungeremo insieme il campus.

«Insomma, racconta un po' cos'hai fatto in queste brevi vacanze! Ti prego, almeno tu; Charlotte non ha nulla di Interessante da dirmi!»

«Eh cara Klaudia, la signorina ha trascorso due intensi giorni con un tizio che conosciamo bene!» Charlotte spara il gossip perfetto ed io decreto la mia fine.

«Charlotte taci o ti devo ricordare che mi hai lasciata sola un'intera settimana?!» Rispondo leggermente irritata.

«Ops» è la sola risposta che sa darmi.

«Bene, vedo che ho molti più argomenti di voi. Sentiamo, da cosa volete che io parta?!» la passione di Klaudia è parlare, no suonare la chitarra.

«Klà, prima permettimi di farti una domanda: hai perquisito il bagnoschiuma da casa tua?»
E, ironicamente, incrocio il mio braccio al suo.

Sbarra gli occhi, «Oh cielo! Ma perché ho queste problematiche! Sono un caso perso»

Non ci posso credere, l'ha fatto davvero! Io stavo solo scherzando, lei a quanto pare no!

«Cos'è questa storia del bagnoschiuma?! Posso capire anch'io?»

Durate il tragitto spiego a Charlotte la grave patologia di cui soffre la mia compagna di stanza, la quale poi ci delizia dei suoi racconti circa le vacanze natalizie.

[...]

Siamo nel giardino del campus.
Ad un tratto delle mani mi coprono gli occhi.
Vorrei tanto fosse Matteo ma le inquiline del mio stomaco non si sono svegliate, quindi non credo sia lui, lo percepisco. Non mi va di fare figuracce quindi dico: «Chiunque tu sia, svelati. Non sono brava ad indovinare».
Poco dopo mi ritrovo Alessandro davanti; chi sa perché ma lo  immaginavo.
Mi abbraccia e ricambio.
Intanto però vedo le ragazze andare via furtivamente. Perché?

«Tieni, era inutile fartelo trovare come sorpresa» mi porge un foglio da disegno, dove è ritratta solo una metà del mio volto. Sembra meno espressivo degli altri, non so, è bello, molto, ma è come se ci fosse qualcosa di diverso.

«Grazie, mi piace davvero tanto» ho come l'impressione di essere poco credibile.

«Senti Bea, ti va di prendere qualcosa insieme stasera?»

Mi coglie alla sprovvista ma perché no?

«Va bene, poi ci accordiamo per l'orario. Scusami ma ora salgo in camera dalle ragazze, sono appena arrivata e ho tutto da sistemare»

«Certo, a dopo» Salgo le scale rischiando di rompermi qualche osso per via dalla valigia. Apro la porta e la spingo con un calcio, ho bisogno di stendermi o al massimo sedermi sul mio letto.

«Ragazze ma perché siet...Matth che ci fai sdraiato sul mio letto?!»

Al diavolo le mie idee di relax! «E voi lì impalate? Non dite nulla?»

«Tesoro, io e Charlotte stavamo chiacchierando per conto nostro...»
Lascio stare le due pettegole alla mia sinistra e ritorno con lo sguardo su occhi mistero.

«Matteo, mi rispondi?»
Contrariamente da quanto ci si può aspettare da me in questi casi, ho un tono molto dolce e pacato.

«Buu, sorpresa! Come va? Come stai? Oh, anche a me fa piacere rivederti, Puffo!»

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