Chanyeol continuava a sfregare le proprie mani l'una contro l'altra, più lo faceva e più si spellavano, aveva passato un sacco di ore in cucina a contatto con l'acqua ed erano talmente screpolate che avevano cominciato a fare male. Ci aveva applicato un po' di lozione gentilmente offertagli da Jongdae ma nonostante ciò il dolore non accennava a diminuire, non era abituato a passare tutto quel tempo a lavare verdure, lucidare scaffali, stare a contatto con prodotti chimici quali i detersivi — l'effetto era quello, dolore. "E sei appena arrivato, pensa a come starai tra un mesetto." sorrise Jongdae, porgendogli di nuovo il tubetto di crema e spalmandogliene un altro po' sul palmo della mano. Chanyeol gli rivolse uno sguardo scocciato e riprese a concentrarsi sui suoi polpastrelli. "Cosa hai intenzione di fare con il principe?" aveva raccontato anche a loro ciò che era successo quel pomeriggio.
"Solo perché mi tratta così non vuol dire che succederà qualcosa tra di noi, vero Sehun?"
"Perché lo chiedi a me, scusa?"
"Perché tu ci hai avuto a che fare e lo conosci meglio di me."
"E solo perché siamo stati insieme qualche volta credi che riesca a prevedere ogni sua mossa?"
"Non hai neanche una vaga idea? È questo che vuoi farmi credere? Oggi sembravi preoccupato."
"Lo sono e ti ho già detto cosa fare, non farmelo ripetere.""Ragazzi, tranquilli. Chanyeol ha ragione." stavolta fu Minseok a parlare. "Mi hai detto che il principe non ti ha mai costretto a fare niente, non è così?"
Sospirò profondamente e cercò di trovare le parole adatte per descrivere ciò che aveva provato in quel periodo di tempo, non era facile. "Non direttamente, il modo in cui riesce a manipolarti non è qualcosa che si può ignorare. È uno stronzo, il più stronzo che abbia mai conosciuto e con cui abbia mai avuto a che fare." sospirò Sehun, chiudendo il libro che stava leggendo incapace di concentrarsi dato che si era toccato quel discorso. "Non mi ha mai dato fastidio sentirmi usato, ci usano tutti i giorni, costantemente — ma quello è un tipo diverso di sfruttamento, anche se non te lo fa credere, anche se ti convince del fatto che essere il suo cagnolino da compagnia sia un privilegio sappi che non è così, per una persona con una coscienza non è affatto così."
Jongdae guardò il diretto interessato in modo malinconico, era già tutto complicato per lui ed era arrivato lì da neanche un giorno, gli dispiaceva che fosse costretto a fare i conti con certe situazioni scomode. "Nel caso dovesse succedere cosa hai intenzione di fare, Chanyeol?"
"Non lo so." si limitò a rispondere. Non era per niente preoccupato dalla piega che stava prendendo quella situazione, riusciva soltanto a vederne i lati positivi, per lui non c'era assolutamente niente di male ma non poteva confessarlo ai suoi amici, non si fidava ancora di loro. "Voglio prima vedere come va davvero a finire e poi potrò pensarci, che dite? Sono molto stanco adesso." si lamentò, infilandosi del tutto sotto le coperte e godendosi la morbidezza del cuscino sul quale aveva poggiato la testa, profumava di buono. "Domani dovremo lavorare molto, è meglio se dormiamo. Lo dico perché se non la smettete di fare rumore non riuscirò a rilassarmi."
"Ti capisco, anche io ho bisogno di assoluto silenzio e hai ragione, domani sarà molto difficile." dopo che furono tutti a letto Jongdae soffiò sulla lampada ad olio per spegnerla, finalmente c'era un po' di pace nella stanza. Come ogni sera prima di addormentarsi, Chanyeol pregò per la sua famiglia. Aveva molti pensieri per la testa ma la stanchezza era ancora più forte di essi, si sentiva la testa pesante, gli occhi bruciare, lo stomaco in subbuglio. Non riusciva ad elaborare dei discorsi di senso compiuto nella sua mente, rinunciò a farlo, a un certo punto lasciò semplicemente che il suo cervello si prendesse un po' di meritato riposo.
L'indomani, i lavori cominciarono ancora prima di mezzogiorno. Stavolta non ci furono dei colpetti leggeri alla porta, a svegliare tutte le persone che riposavano su quel piano fu qualcuno che camminava per il corridoio agitando una campana incredibilmente rumorosa, per poco Chanyeol non cadde dal letto. Gli altri ragazzi c'erano abituati, loro non reagirono in modo strano. Avevano poco tempo per fare colazione e mettersi in forze prima di andare a lavorare all'impianto idrico, Chanyeol si sarebbe reso molto utile conoscendo il settore, in quel modo si sarebbe guadagnato quel posto e avrebbe evitato di farsi trasferire da qualche altra parte. Preferiva senza dubbio passare il giorno lì che in cucina o all'esercito. Era arrivato al castello da precisamente un giorno, sebbene la sua voglia di mettere in atto un piano per prendersi la sua vendetta lo stesse divorando non poteva farlo, aveva bisogno di trovarsi in una situazione di vantaggio e in quel momento non lo era affatto, inoltre il suo obiettivo principale ovvero il re era costantemente tenuto sotto controllo, aveva degli assaggiatori personali che degustavano ogni suo piatto prima di lui per evitare che fosse avvelenato, non gli era permesso parlare con i servi — in pratica, era intoccabile da uno come lui. Nessuno gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lui, e non poteva ucciderlo in quelle condizioni.

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vengeance - chanbaek
أدب الهواةChanyeol ha atteso oltre un decennio per poter prendere la sua vendetta. Il suo piano è quello di approfittare delle debolezze della famiglia reale, di distruggerli lentamente e di riuscire, con la sua astuzia e tutte le notti insonni passate a pens...