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"Camila, tu e Lauren vivrete per un anno insieme a New York."
Questa fu la frase che disse mia mamma ben una settimana fa.
Ebbene sì...io e la mia migliore amica sotto lo stesso tetto.
Una cosa straordinaria...bellissima,
Se non fosse per il semplice fatto di dover stare lontano da casa per così tanto tempo.
So che sono adulta, "quasi"...diciottenne.
Ma insomma , non sono pronta ...non lo sono mai stata.
Ma, prima o poi doveva arrivare questo momento.
Ho bisogno di responsabilizzarmi ,
Studiare e magari trovare un lavoro.
L'amore ? Oh...non sono proprio pronta per quello,
Il Mio unico obbiettivo per adesso è quello di laurearmi al più presto
Per poter realizzare il mio sogno di cantare.
Anche Lauren canta , anzi...l'ha sempre amato
Ma per una ragione a me sconosciuta, ha smesso da circa un anno sia di suonare che cantare.
Per questo, ho paura...
Mi ritroverò ad affrontare i corsi da sola e questo mi mette soltanto agitazione .
Mamma: mi stavi ascoltando Mila?
Camila: in realtà no, ehm...scusami . Dicevi?
Mamma: dicevo di non far casino, di non frequentare luoghi pericolosi e di tornare a casa sempre a mezza notte.
Ovviamente di studiare e di stare attenta. Camila, mi fido di te e so che questa esperienza ti servirà ok?.
E so che posso sembrare pesante ma...ma
Camila: starò attenta mamma ok?. Non preoccuparti.
L'abbracciai, come era difficile per me, so che era difficile anche per lei.
È la prima esperienza sia per me che per lei.
Una lacrima scese lungo il mio viso e Sinuhe, nonché mia madre...me l'asciugò.
Mamma: ti voglio bene bambina mia.
Camila: anche io mamma.
Sciolsi l'abbraccio e andai a prendere la valigia.
Papà:allora ? Andiamo signorina?
Gli sorrisi,
Salutai ancora una volta mia madre e mi avviai all'aeroporto insieme a mio padre.
Dopo mezz'ora arrivammo .
Papà: ebbene... starai un anno lontano da casa.
Sforzai un sorriso, ma volevo piangere. Mio padre, quell'uomo forte e eroe, ora era davanti a me che tratteneva le lacrime.
Papà: sei diventata grande piccola mia.
Ed è arrivato il momento di non essere più egoista e di lasciarti andare, lo so!
Ma...resterai sempre la mia piccola principessa lo sai vero?!
Ormai ero una fontana, corsi ad abbracciarlo e lui mi strinse forte.
Fu lui a sciogliere l'abbraccio.
Papà: devi andare...altrimenti perderai il volo.
Sorrise e lo feci anche io.
Camila: ti voglio bene papà.
Papà: te ne voglio anche io Mila.
Adoravo quel soprannome ed infatti gli sorrisi a trentadue denti.
Mi incamminai verso la mia destinazione
E mio padre scomparve in mezzo a quella folla di persone.
Dopo aver fatto tutti i controlli, mi avviai al mio posto.
Posai la valigia e mi sedetti, di fronte a me c'era una signora che già dormiva.
Quindi, per non dare e per non ricevere fastidio, indossai le cuffiette e iniziai ad ascoltare varie canzoni.
Finché non mi addormentai.
Hostess: signorina...signorina
Camila: o mio Dio. Cosa è successo? Oddio qualche guasto? Oddio...oddio!
Stavo praticamente urlando e la faccia arrabbiata dell'hostess mi fece zittire.
Hostess: parla davvero troppo! Comunque no! Non sta per morire non si preoccupi. Il volo è terminato.
Camila: io...ecco, mi scusi.
Lei girò i tacchi ed io presi la valigia e mi incamminai verso le panchine.
Chiamai ovviamente mia madre per avvisarla che ero appena arrivata.
Infine chiamai un taxy che mi portò fino all'appartamento di Lauren...anzi, mio e di Lauren.
Posai la valigia a terra e sospirai.
Un anno...sono solo 365 giorni Camila, passeranno in fretta.
Insomma, io adoravo la mia migliore amica però...insomma, era da tempo che stavamo lontane e i nostri rapporti non erano rimasti come prima.
Spero solo che Lauren non sia cambiata e che mi tratti come sempre...bene.
Mi feci coraggio e bussai alla porta.
La quale venne aperta solo al terzo campanello.
Lauren: hey, Camila.
Camila: ciao Lauren.
Non sapevo come comportarmi così gli diedi la mano,
Ma lei mi rise in faccia e mi abbracciò.
Bene! Non era cambiato nulla allora.
Lauren: mi fa piacere rivederti . So che devi stare un anno qua.
Camila: già...
Lauren: cos'è quel musone ?
Camila:niente...solo, è la mia prima esperienza fuori casa.
Lauren : andrà bene , non preoccuparti.
Camila: ti voglio bene Lau
Lauren : te ne voglio anche io Camz.
Ora vieni che ti mostro il nostro appartamento.
Mi mostrò le 4 stanze. I due bagni e le due relative camere.
Era davvero un bel appartamento.
Lauren aveva scelto una stanza più 'scura' era dipinta tutta di blu e aveva post di vari cantati e band musicali. Una grande scrivania con sopra un computer. Un letto singolo e una TV difronte ad esso. A destra c'era una grande finestra e vicino un armadio.
La mia invece, era dipinta di rosa e aveva un letto matrimoniale. Anch'essa una scrivania, una TV ed un armadio a due ante.
Insomma, la mia era più grande e spaziosa.
Posai la valigia per terra e subito mi buttai sul letto.
Non sapevo che Lauren fosse ancora lì dato che appena parlò mi alzai .
Lauren: ho scelto questa per te, perché era la più grande e sapevo anzi so...che ti piace il colore rosa.
Camila: grazie Lauren. Davvero.
Lauren: bene! Io vado di sotto a preparare qualcosa da mangiare. Avrai fame.
Camila: no no, davvero non preoccuparti. Non ho fame.
Ci fu silenzio e il mio stomaco brontolò. Cazzo!
Lauren rise .
Lauren: Camila, è anche casa tua . Non sei un ospite, e poi...non mi disturbi. Era da tanto che stavo sola.
Arrossì dall'imbarazzo e gli sorrisi.
Nel nostro rapporto non era cambiato davvero nulla.
Camila:grazie...io...
Lauren: vado di sotto.
Nel frattempo che Lauren preparava la cena, io sistemai  i vestiti nell'armadio.
Lo shampoo e i bagnoschiuma nel bagno .
Le mutandine e i reggiseni nei comodini e una volta finito posai anche la valigia.
Mi rilassai sul letto ma dopo cinque minuti scesi in cucina.
Insomma, non volevo che Lauren restasse sola. Era il primo giorno e non volevo fare la maleducata o quella apatica che se ne sta sempre in camera.

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