4°Capitolo

112 1 2
                                    














Nera






Mi giro dall'altra parte del letto e lo vedo, è girato di spalle e coperto dalle lenzuola ma posso sentire lo stesso il suo profumo che per me è come se fosse una droga.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio, per poi posare un casto bacio sulla sua spalla. Lo giro così da poterlo guardare ma ciò che vedo mi fa allontanare da lui.
È vestito di nero, pallido e freddo, messo dentro una bara.
Mi volto e mi ritrovo al cimitero, dove la bara, prima aperta, adesso è chiusa e posizionata dentro una fossa profonda.
Mi avvicino ma vengo spinta giù e quando penso di essere caduta sopra essa, apro gli occhi per ritrovarmi di fronte un grande capannone....quel capannone.
Ecco che lo rivedo...sta per entrare dentro, ma sapendo cosa succederà gli urlo di non farlo.Purtroppo è tutto inutile, è come se non riuscisse a sentirmi, così entra dentro.
Dal nulla sbuca Carlos che con una risata malvagia preme un bottone e fa esplodere il capannone.
Le urla si mischiano alle lacrime e dopo poco una voce mi sussurra "È morto Nera...MORTO"









Io:"NO BLAKEEE" dico con l'affanno.


Mi guardo intorno per capire dove io sia e quando realizzo di essere nel mio appartamento cerco di regolarizzare il mio respiro.


Oggi, dopo tanto tempo, ho rifatto lo stesso incubo che mi tormentava prima della mia partenza.



Per colpa di ciò smisi anche di dormire. Anche le prime notti a Los Angeles furono un inferno ed è per questo che dovetti raccontare la verità a Kate. Una notte venne in camera mia e volle delle spiegazioni, così gli raccontai la storia....morale della favola...lei in lacrime.





Dopo due mesi inizia a sognarlo ma diversamente. Lui sorrideva e mi diceva di essere forte.





Adesso invece è come se tutto fosse ritornato come prima, e purtroppo non posso farci nulla.... soprattutto oggi...





Mi alzo dal letto ed esco dalla stanza. Percorro il grande salone e vado in cucina. Preparo del caffè e appena è pronto lo bevo.






Ripenso al sogno e sono convinta che se l'ho fatto non è solo perché sono tornata, è anche per ciò che accade oggi....




Purtroppo non è un giorno come tanti, e so che sarà una giornata abbastanza difficile.




Due anni fa mi è stata tolta la possibilità di essere felice con l'amore della mia vita, due anni fa qualcuno lassù ha deciso di troncare la sua vita, due anni fa il mio energumeno mi ha lasciata sola contro questo mondo infame che ti prosciuga lentamente, due anni fa ho smesso di vivere del tutto e adesso mi ritrovo a lottare per far sì che giustizia sia fatta.







Nel mentre però, è giusto che oggi dedichi l'intera giornata a lui.... glielo devo.





Vado in bagno e mi lavo velocemente, metto l'intimo e poi mi vesto con un jeans e una canotta entrambi neri, ai piedi calzo delle Adidas anch'esse nere.
I capelli li lascio sciolti e mossi sulle spalle, mentre al viso applico solo del mascara.
Metto il profumo, il mio amato giubbotto in pelle, prendo le chiavi, il portafoglio e il cellulare ed esco di casa.







Chiamo l'ascensore e appena arriva entro dentro e premo il pulsante per scendere.






Quando arrivo giù esco velocemente dal palazzo e vado verso la mia moto.
Salgo in sella e parto verso il luogo dove le speranze muoiono e i dolori regnano.....




Revenge for LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora