33. -L'alba

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Ore 04:55 mi giro di fianco a me e Simone dorme tranquillamente.
Alcune ciocche gli accarezzano la fronte.
Come fa a dormire così tranquillamente? Credo che la sabbia sia uno dei posti più scomodi dove dormire, per tutta la notte non ho fatto altro che girarmi e rigiriami nella speranza di trovare un modo per riuscire ad addormentarmi.

Mi alzo e metto la mia maglietta.
Mi avvicino al mare e sento subito l'acqua fredda toccarmi i piedi, non pensavo ci fosse così freddo.
Stringo in un abbraccio le mie ginocchia e guarda l'arancione del sole riflesso sul mare.

"Che fai a quest'ora sveglia?" Ginevra si siede accanto a me con una tovaglia sulle spalle, mi guarda e subito dopo appoggia la sua tovaglie anche sulle mie spalle.
"Come mai ieri sera sei andata via?" L'unica cosa che adesso vorrei è parlare del falò di ieri notte, non che la mia voglia mattiniera di attraversare questi argomenti sia molto elevata, ma credo che dovrei parlarne.

"Simone...?" Abbasso lo sguardo alle sue parole e mi lecco le labbra, annuisco leggermente e lei sussurra un "Bingo".
Rido e alzo il volto.
"Mi ha dato fastidio il suo modo deciso e sfacciato di fare."

"Sei gelosa" Lei sorride con gli occhi spalancati.
"Ooh, ma davvero?" La prendo in giro e in risposta mi da un pugno scherzoso sulla spalla. Secondo te se non fossi stata gelosa me ne sarei andata?
"Non farti del male psichico per lui, non se lo merita..." Si limita ad accarezzarmi la mano e sul suo viso appare un sorriso sincero.

"Vado a prendere qualcosa da mangiare" Mi alzo dalle pietre ed entro nella mia tenda.
Afferro il cellulare e ci sono diversi messaggi.
'Hai gli ultimi due giorni di tempo per decidere cosa fare.
Abbandonare la zona o affrontare la sfida.
- A presto.'

Cazzo. Non so minimamente come fare, Simone mi aveva detto che mi avrebbe aiutato, ma non voglio il suo intervento, voglio mostrargli che riesco ad affrontare le mie responsabilità senza di lui.
Non ho bisogno ne di lui e ne tanto meno della sua presenza.

Subito arriva un altro messaggio.
'Se la tua scelta è la seconda opzione:
-Niente coltelli o oggetti simili.
-Alle 20:00 in punto, *P.S. Sunpest*'

Non faccio tardare la mia risposta, cerco di essere meno spaventata possibile e per niente in timore.
'Alle 20:00 in P.S. Sunpest, credi davvero che fossi impaurita da te? Hahah!'
Schiaccio "Invio" e lancio in preda al nervosismo il telefono dentro la borsa.

Frugo all'interno della borsa frigorifero qualcosa da mangiare e trovo dei cornetti al cioccolatto, ne afferro due e mi metto a mangiarlo sulla mia tovaglia davanti all'alba.

Mentre osservo le mille sfumature di arancione del cielo, sento dei passi sempre più vicini a me.
Mi volto ed è Ginevra intenta a gonfiare dei braccioli.
"Che stai facendo?" La guardo confusa, in cerca di spiegazioni logiche.

"Mi fa un male tremendo il collo. Ho bisogno di un fottutissimo cuscino.
Tu per caso hai cuscini?" Domanda con uno sguardo serio, in mia risposta le dico di no e lei fa spallucce.
"Ecco perché gonfio un bracciolo..." Mi fa un occhiolino mantendendo uno sguardo divertito.

"Da dove hai preso quel bracciolo?" Rido e mi giro totalmente verso la sua direzione.
"Sono di mia sorella" Chiude una specie di levetta per non fare uscire l'aria e appoggia di sopra la sua testa.
"Adesso va meglio?" Chiedo e lei fa un "Okay" con la mano alzando il pollice.

Passa una buona mezz'ora e anche io finalmente riesco ad addormentarmi.

Due ore e mezza dopo...
Apro gli occhi e tutti sono svegli.
"Che ore sono?" Domando ancora con gli occhi semi chiusi.
"Le 6.. " Una voce maschile mi dice l'orario senza che io riesca a capire chi sia.
Mi metto a sedere e vedo due ragazzi in acqua.

"Chi sono quei due pazzi?" Dico tra me e me, cercando di capire chi siano.
"Ginevra e Leonardo." Mi risponde Giorgia e si siede di fianco a me.
"Eri tu quella che alle cinque mangiava?"

Annuisco ridendo e le chiedo come ha sentito io che mangiavo.
"Chi poteva essere se non tu?" Dice ovvia.
"Non è vero! Anche Ginevra era sveglia." Metto il broncio.
Giorgia ride e mi abbraccia.

"Va tutto bene?"
Sussurro un "No" appena udibile cercando di trattenere le lacrime.
"Nulla va bene Giorgia. Nulla cazzo.
Nessuno che mi capisce, tutto che mi va sempre male, nessuno soddisfazione e porto guai su guai ai miei genitori.
Sono un fottuto disastro."

"Tu non sei un disastro okay?
Sei solamente te stessa. La te stessa che sei è così, non devi cambiare per dare soddisfazioni agli altri, se tu vuoi fare una cosa, falla.
Non devi arrenderti e catapultarti in lacrime se fai qualcosa che agli altri non va bene, ti ritroverai sempre in lacrime." So che ha ragione ma non riesco a trattenermi.

Si alza dalla tovaglia e mi lancia qualcosa di morbido.
"Cosa mi hai lanciato?" Mi giro e trovo un bracciolo delle principesse.
"Andiamo a nuotare dai!" Dice lei con un tono da bambina.

Mi alzo e mi butto in acqua.
In lontananza noto Simone che gioca con Seb.
"Non mi avevi detto che c'era pure lui." Sussurro arrabbiata, mentre cerco di togliere i capelli bagnati davanti agli occhi.
"Non so se ti ricordi, ma lui c'è già da ieri, Vittoria.
E se lo vedi adesso o più tardi di certo le cose non cambieranno." Si allontana e va verso Seb, mentre io rimango imbambolata a guardare Simone andare verso Leonardo.

Non posso dare altre opportunità solo perché mi ha detto quelle parole.

AGAIN [COMPLETA] ||Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora