21. -Dan Lunese

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Osa, che a rinunciare sono bravi tutti
Capitolo 21 -
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Sarà da 15 minuti che cammino senza avere la minima idea di dove io mi trovi, ma stare a casa a girarmi i pollici mentre guardo in TV cartoni animati da bambini di otto anni non è poi così divertente.
Mi siedo su una panca, sotto un enorme albero, e inizio a sfogliare il telefono. Quando mi rendo conto che questa posizione è davvero comoda, afferrò lo zaino e lo metto sotto la mia testa, dopo un breve arco di minuti mi accorgo che dei ragazzini mi fissano scovolti, d'altronde siamo in un parco non ce nulla di male ad occuparsi una panchina intera. No? O forse si...

Non mi soffermo molto sugli sguardi che mi circondano e continuo a guardare il telefono che subito dopo suona a causa di un messaggio da parte di Simone. Ma gli manco così tanto?
Leggo il messaggio che dice < Dove sei ?> , attualmente è la domanda che mi faccio anch'io, <Vorrei saperlo anche io> potrei sembrare abbastanza stupida , ma non so davvero un quale parco mi trovi. <Ma sei stupida? Dimmi dove cazzo sei!> cerco di pensare a come descrivere molto brevemente il parco, ma il punto è che le descrizioni non sono il mio forte. <Sono in un parco molto verde> invio il messaggio e attendo la risposta che non tarda ad arrivare. <Oh wow. Pensavo che i parchi fossero blu e viola.> Con molta velocità faccio un video e glielo mando. <Arrivo.>

Dopo 15 minuti vedo una macchina parcheggiarsi da dove scende Simone. Mi raggiunge e si mete di fronte a me mentre si alza gli occhiali da sole.
"Alzati." Mi toglie lo zaino da sotto la testa e mi sottrae il telefono. "Puoi, cortesemente, ridarmi il telefono?" Domando con tono dolce. "Alza il culo da quella fottutissima panchina." Ad esempio, il suo tono, non è minimamente dolce.

Non avendo altre opzioni mi alzo e metto sulle mie spalle lo zaino che poco fa mi faceva da cuscino.
"Perché sei venuto da me?" Domando e mi pulisco con le mani i jeans bianchi.
"Ti spiegherò in macchina, adesso vieni con me." Mi afferra per mano e mette velocemente il mio cellulare dentro la tasca dei suoi pantaloni.
"Si okay, ma il telefono è mio." Lo chiamo muovendo la mano con la quale lui mi ha afferrato. "Sta zitta" Mi fulmina con lo sguardo e subito abbasso il volto.

Entro dentro la macchina e il suo contatto già mi manca, mette in moto e parte.
"Allora?" Domando e lui in risposta sbuffa. "Mi serve il tuo aiuto perché tu sei l'unica oltre a Seb a sapere che faccio parte dei Serpents." Si ferma al semaforo e aspetta il verde. "Hanno arrestato un mio amico, che è uno di più importanti nella mia banda, e adesso ho bisogno che tu entri nei Serpente per non far sospettare nulla a nessuno." Non mi dispiace aiutarlo in questi affari. "Non sono un pericolo, vero?" Spaventata lo osservo mentre guida.
"Non sei in pericolo sotto di me, non che io sia il più temuto, ma ho i miei vantaggi per non essere infastidito." Afferma fiero di se stesso.

"Come hai intenzione di far uscire il tuo amico?" Afferro la bottiglia dentro lo zaino.
"Basterà modificare alcune prove e poi portale-" Lo blocco e lo precedo. "Ho capito cosa vuoi fare, e in questo caso non hai bisogno del mio aiuto, vero?" Dico ovvia.
"Ovvio che so, Vittoria" Fa un sorriso divertito. "Simone ma che cazzo ridi? Potrei essere incolpata di una cosa che non ho fatto!" Quasi strillo incazzata.
"In caso sarai coinvolta ci sarò io, stupida." Sbuffa con sguardo annoiato. Abbasso il volto e noto la sua mano sulla mia coscia. Adesso voglio morire, è dolce adesso e stronzo dieci secondi dopo.

AGAIN [COMPLETA] ||Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora