Capitolo 22

412 27 5
                                    

Cap.22

Ladybug volteggiava tra un edificio e l'altro, utilizzando il suo Yo-Yo per agganciarsi e saltare da un tetto al successivo.

Chat Noir la seguiva, senza perderla di vista, utilizzando il suo bastone allungabile come pertica, oscillando velocemente e facendosi, poi, cadere verso di lei. Nonostante la situazione, stranamente, non pensava a nulla, se non a sentire il rumore del vento che fischiava forte tra le orecchie.

Sicuramente, uno dei vantaggi della trasformazione era proprio il poter correre libero, ad una velocità folle, da una parte all'altra della città e la sensazione di leggerezza e libertà che provava lo riempivano ogni volta, facendolo pregare, tra sé e sé, di non dover mai rinunciare a quella benedizione.

Ladybug non era da meno: il poter volare libera da ogni vincolo e da ogni restrizione sia nello spazio che nei rapporti interpersonali le dava la carica necessaria a sopportare tutto lo stress di esser sempre al centro dell'attenzione. Come eroina, infatti, si sentiva veramente libera cosa che, come Marinette, non le era possibile: non che nella sua vita normale non avesse libertà, anzi, ma il confronto con la sua controparte eroica le aveva fatto capire che esser supereroe voleva dire essere superiore a tutto ed a tutti, in ogni forma e capacità. Svincolata dai freni inibitori che caratterizzano la vita quotidiana, si sentiva Marinette all'ennesima potenza. Questa consapevolezza, comunque, non l'aveva mai portata a montarsi la testa, ma solo ad assaporare il lato di indipendenza che nessun comune cittadino avrebbe mai nemmeno pensato di provare.

Una Parigi pulsante di vita notturna rendeva quella corsa una sorta di volo onirico tra luci, ombre, profumi e sensazioni che permearono lo spirito di entrambi i supereroi, inebriandoli totalmente di quel senso di invincibilità che solo alla giovane età di diciassette anni si è in grado di percepire, in barba a tutte le convenzioni, i limiti e le fobie della maggiore età. Che cosa è, d'altronde, la paura, se non la semplice consapevolezza che potrebbe accadere?

Spensierata ed invidiata età, in cui la vita è così pregna di emozioni che non vi è spazio per pensare alla morte, se non come dolce sonno ristoratore, nella assoluta convinzione di rinascere, il giorno dopo, più forti e riposati di prima e, comunque, in ogni caso lontani dalla ciclicità rassegnata e stagnante di una quotidianità "da adulto".

Il cuore dei due giovani batteva a mille, portandoli ad andare sempre più veloci, sempre più in alto, sempre più liberi, in un universo, il loro, senza soluzione di continuità con la realtà del giorno appena vissuto. Beata incoscienza, figlia dell'inesperienza e sorella di libertà sconfinate, racchiuse nell'animo intimo dove ogni respiro è una creazione e, allo stesso tempo, distruzione del proprio ego, pronto a bruciare con una passione che il solo esser giovani permette di vivere interamente.

Ladybug fu la prima ad atterrare sulla fredda trave della torre Eiffel.

Il contatto col duro acciaio la riportò immediatamente coi piedi per terra, lavando via, con un colpo di spazzola, tutte le incredibili sensazioni vissute fino a quel momento.

L'arrivo di Chat Noir, dietro di lei, fu accompagnato da un leggero tonfo e dalla stessa consapevolezza che il giovane condivise, senza poterlo sapere, con la sua controparte rossa a pois: atterrare era stato come sbattere il naso su qualcosa e rendersi improvvisamente conto che anche le cose belle, purtroppo, hanno il cattivo vizio di finire, prima o poi.

Chat Noir si trovò in piedi di fronte a Ladybug che, a poco più di un metro di distanza, osservava silenziosa il collega dalle orecchie a punta.

Il vento che spirava a quella vertiginosa altezza portò il familiare profumo di dolci e cannella di Ladybug al sopraffino naso del mezzo felino che, senza abbassare lo sguardo, si sentì morire dentro: quante volte aveva sentito quell'odore di pasticceria addosso alla sua collega e quante altrettante lo aveva percepito durante uno dei tanti teatrini messi in piedi da Alya e Nino per farlo casualmente restare vicino alla sua compagna di classe, pasticciona e distratta, che ora, vestita di rosso e celata da una maschera, gli stava di fronte? Che stupido era stato. Come aveva fatto a non capire prima?

MarinetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora