Capitolo 50 - Epilogo

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Cap.50 - Epilogo

Erano oramai passati 10 giorni dalla riapparizione di Adrien.

In tutto quel tempo, i due ex eroi erano stati assediati da amici, compagni di classe, curiosi, giornalisti e chi più ne ha, più ne metta.

Il duo concesse perfino un'intera intervista a Nadia Chamack, più per calmare le acque e frenare gli animi più accesi, ma, inevitabilmente, la storia della magia dei Miraculos e del ritorno prima di Marinette e poi di Adrien dalla morte fu l'argomento che spopolò sulla bocca di tutta Parigi e la curiosità ancora non sembrava dar segni di cedimento.

Se Adrien c'era abituato a tutto il circo mediatico che sempre l'aveva accompagnato, di sicuro Marinette era l'esatto opposto e nulla più al mondo avrebbe ora voluto che passare del tempo da sola e senza interruzioni con colui che, a tutti gli effetti, era entrato di fatto nella sua vita come fidanzato. Ciononostante, il turbinio caotico del momento non diede loro pace.

Fu solo una sera, a casa Agreste, che finalmente Adrien e Marinette ebbero modo di parlare. Se una buona metà di Parigi si stava chiedendo chi fosse stato Papillon, l'altra metà era alla ricerca dei gioielli miracolosi e questo era un male.

"Dovremmo parlare con il Maestro Fu, non credi?" - chiese Marinette, accoccolandosi nell'abbraccio forte ed affettuoso di Adrien.

"Questa storia è effettivamente più simile ad una favola che alla realtà e... credo sia proprio necessario capire come proteggere un potere così grande. E poi vorrei sapere che fine hanno fatto i nostri Kwami" - rispose il modello.

"Ma non possiamo andarci pubblicamente: siamo nell'occhio del ciclone e non passeremo inosservati, anzi: così riveleremo al mondo dove si trova il Guardiano!" - sentenziò la giovane.

"Facciamo così" - suggerì il biondo, stringendo a sé il morbido e prezioso interlocutore - "domani, dopo scuola, ci faremo accompagnare al centro commerciale vicino all'abitazione del Maestro con la scusa di fare shopping e, poi, ci infiliamo dal retro, senza farci notare".

"Va bene" - annuì la corvina.

"E ... " - continuò il giovane - "visto che stasera non c'è nessuno qui ... che ne dici di fermarti con me?" - provò il biondo, facendo gli occhi dolci.

"Vorresti delle carezze, Chaton?" - lo battibeccò.

"E non solo... magari qualche bacio... e..." - ammiccò lui.

"E....? Cosa?" - lo istigò lei, portandosi completamente sopra di lui e facendolo stendere sotto.

"Milady... così è pericoloso... non sei troppo audace?".

"Io pensavo di legarti... e lasciarti qui!" - disse scattando in piedi e scansando la mano del modello che, andata a vuoto, finì con un pugno di mosche.

"Marinette!" - provò ad acchiapparla, alzandosi a sua volta, ma mancandola nuovamente.

"Che gatto fiacco!" - lo pungolò, ridendo felice.

"Aspetta che ti prenda!" - accettò la sfida, punto sull'orgoglio.

Corsero, si rincorsero, giocarono, si presero e si riabbracciarono. Il bacio che seguì, fu l'inizio di una lunga serata, la prima di un altrettanto intensa serie, tutta dedicata a loro stessi, persi l'una nell'altro e per nessun altro.

La mattina i due giovani, mano nella mano, entrarono a scuola, sotto gli occhi curiosi di tutti, come era oramai diventata abitudine, ma i due fidanzati non vi diedero peso.

Preso posto, però, furono subito raggiunti da Alya e Nino che, sornioni, notarono gli occhi assonnati ma rilassati della coppia, iniziando a canzonarli.

Il rossore diffuso di entrambi fu il miglior tornasole di quanto accaduto e la cosa sarebbe degenerata se non fosse entrato il preside con Miss Bustier ad interromperli.

"Abbiamo accettato nella scuola degli studenti provenienti dal Tibet" - annunciò il preside - "in ottemperanza ad un programma di interscambio culturale tra nazioni" - continuò, schiarendosi la voce.

"Gli studenti saranno divisi tra le varie classi - sono un gruppetto numeroso - ed arriveranno tra qualche minuto. Vi prego di dare loro il benvenuto con il classico calore che contraddistingue questa scuola e tutti noi francesi!" - concluse pomposo Mr. Damocle.

Uscito il preside, fecero capolino sulla porta due persone: una ragazza molto bella e con i capelli rossi come il rame ed un tipo spilungone, dai capelli neri e corti, con fare burbero, ma due occhi verdi da far invidia allo stesso Adrien.

Marinette guardò la rossa e rimase silenziosamente pensierosa: déjà-vu.

Adrien osservò il ragazzo, prendendo istintivamente in mano il pezzo di camembert che teneva in tasca per ogni evenienza.

La strana coppia entrò nell'aula, sistemandosi in piedi a fianco alla professoressa Bustier che li presentò.

"Ragazzi, loro saranno i vostri nuovi compagni di classe fino alla fine dell'anno e faranno con voi gli esami di fine corso. Vi prego di aiutarli ad integrarsi e di dare loro il sostegno che meritano, visto il lungo viaggio che hanno fatto per venire qui con noi!" - cominciò la donna - "Presentatevi pure!".

"Salve a tutti: io sono Tikki. Tikki Haiu" - disse la rossa, inchinandosi gentilmente, ma senza staccare lo sguardo da Marinette che, dal canto suo, si bloccò di botto.

"Ed io sono Plagg: Plagg Renon e, da quello che sento, ci deve essere un pezzo di camembert in aula. Chi lo condivide?" - chiocciò il ragazzo, rivolto ad Adrien, che per poco non svenne.

Marinette ed Adrien rimasero paralizzati, osservando la coppia avanzare al centro dell'aula per andare a sedersi poco dietro di loro. Quando Tikki le fu vicino, le sorrise e strizzò l'occhio: "Tutto bene, Marinette?".

"Tikki!" - balbettò la giovane - "sei davvero tu!"

"Volevamo assaggiare ancora le delizie di tuo padre ... e Plagg... beh ... lo conosci: lui adora il camembert di Adrien!".

Marinette ed Adrien scattarono in piedi, nello stupore e curiosità dei compagni, abbracciando i nuovi arrivati e piangendo di gioia.

Calmatisi, dopo qualche minuto, Tikki lasciò una busta a Marinette che la mise velocemente in tasca: "Per te dal nostro amico in comune..." - le disse - "ma questa è un'altra storia ..."

Già.

Questa è un'altra storia, ma ora non erano più soli.

MarinetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora