Cap.32
Appena Marinette mise piede fuori dalla porta di Villa Agreste si gettò tra le braccia di Adrien, iniziando a tremare ed a piangere.
Il ragazzo la strinse a sé, senza dire nulla, beandosi di quell'abbraccio tanto desiderato quanto amaro.
Cominciò ad accarezzarle gentilmente e dolcemente i capelli corvini, lasciando che la tempesta di emozioni dentro alla sua "amica" - effettivamente era solo questo? - passasse.
Rimasero così, in silenzio e vicini, senza aprir bocca, solo ascoltando vicendevolmente il rumore dei propri pensieri ed il battito dei rispettivi cuori.
Marinette non riusciva a credere a quanto fosse appena successo e non si capacitava del fatto che il vecchio Agreste l'avesse appena considerata alla stregua di una puttanella arrivista, quando lei mai - e poi mai! - era neppure stata in grado di immaginare una cosa tanto assurda.
Adrien, dal canto suo, sapeva che il padre mirava agli orecchini della ragazza, ma non si sarebbe di sicuro aspettato un trattamento del genere proprio nei confronti della ragazza che lui stesso - suo figlio - gli aveva ben confermato di amare non più in là del giorno prima: che razza di padre avrebbe potuto passare sopra ai sentimenti del proprio figlio nel modo un cui Gabriel aveva appena fatto?
Il ragazzo inspirò profondamente ed il profumo della ragazza gli penetrò direttamente nell'animo: quante volte l'aveva sentito sia nei panni di Chat Noir, durante qualche combattimento, che nei panni di Adrien, durante le ore di scuola ed i vari "incontri fortuiti" che Alya e Nino mettevano in scena per farli avvicinare. Eppure, non era stato capace di capire da solo che la timida compagna di classe e la super eroina di Parigi fossero la stessa persona. "Quanto fa due più due, Adrien?" - si chiese tra sé e sé. "Come ho potuto non vederlo? Quanto sono stato stupido!".
La strinse di più a sé, quasi con possessione.
"Marinette, mi dispiace!" - le disse con tutta la tristezza contenuta nel suo cuore.
"No, Adrien. Sono stata io ad esagerare ed ho agito senza pensare!" - rispose tra un singhiozzo e l'altro - "Ho risposto male a tuo padre ed ho rovinato tutto!" - ribatté la giovane senza alzare la testa dalla spalla del modello.
"Marinette, hai solo fatto bene! Mio padre ha sicuramente travisato la situazione" - disse tentando di rasserenarla.
"Non è colpa di tuo padre: se ha detto quelle cose, vuol dire che le ha pensate e, in qualche modo, le ha ritenute plausibili! È solo colpa mia che gli ho dato questa impressione!".
"Non credo fosse questo lo scopo di mio padre" - aggiunse il biondo - "sono sicuro che non fosse la sua idea quella di mancarti di rispetto!".
"Eppure, lo ha fatto, sbattendomi in faccia il suo nome ed i suoi soldi!" - gridò la ragazza, scattando e scostandosi dal modello - "Io non ho mai pensato a te come un mezzo per raggiungere fama o ricchezza! Io non ho mai pensato a te come un trampolino per il mondo del jet-set! Io volevo solo amarti! Io volevo solamente Adrien e nessun Agreste!".
"Mary, io ... non lo avevo capito ... io ..." - rispose il modello.
"Tu non ti sei mai accorto di me, quando tutto il resto del mondo lo aveva ben chiaro! Tu non ti sei mai degnato di guardarmi, in quattro anni, se non come un'amica, perché nel tuo cuore non c'è posto per me! Chi è lei??" - chiese gridando ed apostrofandolo tra le lacrime, puntando le mani al suo petto.
"Mary, non te lo posso spiegare ora, ma ..."
"CHI È LEI?".
"..." - silenzio.
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Marinette
AdventureCosa può accadere in una sola settimana? Pochi giorni possono cambiare la vita di una persona?