Capitolo 23

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Cap.23

Rientrato nella sua stanza, Adrien sciolse la trasformazione.

Plagg si materializzò appena sopra l'anello e si scagliò come una furia verso il portatore che, questa volta, si portò le mani al volto, cadendo in ginocchio in mezzo alla sua camera da letto e cominciando a piangere a dirotto.

Il Dio della Distruzione si fermò: non lo aveva mai visto piangere e si sentì parte in causa della situazione. Sapeva benissimo che il carattere mite e buono del modello non lo avrebbe aiutato a superare quella batosta, ma, condividendo le sue stesse sensazioni durante la trasformazione, aveva solo provato ad identificare e ricostruire la vicenda, senza arrivare a capirne neppure i contorni. A rigore di logica, riteneva che il modello, a quel punto, avrebbe dovuto essere felicemente avvinghiato alla bella panettiera, invece era lì a piangersi addosso: che era andato storto?

Si avvicinò al viso del giovane, cercando di esortarlo ad uscire da quello stato ed accarezzandolo delicatamente, ma Adrien non reagì.

Le lacrime sgorgarono a lungo e copiose, fino a che il giovane modello non ebbe la forza di parlare: "è tutta colpa mia! Lei mi ha sempre amato ed io.... Io .... Io l'ho sempre fatta soffrire! ... e non l'ho neppure protetta: lei ha protetto me, a costo della sua stessa identità!" - il giovane continuò a singhiozzare, farfugliando a tratti.

"Adrien..." - lo chiamò il Kwami - "ti prego ..." - gli disse seriamente - "dimmi cosa è successo".

"Mi sono fatto dire da Marinette chi era il ragazzo di cui era innamorata, sfruttando il momento di debolezza e la fiducia in Chat Noir! Sono un mostro! Non potrò mai dirle chi si nasconde sotto la maschera di Chat Noir senza che mi odi!"

"Non gli hai detto che sei tu?!?" - rimase allibito il Dio della Distruzione.

"Io... ho avuto paura!" - ammise il giovane.

"Paura??? Della ragazza che ti ama più di sé stessa?".

"Di me stesso. Paura di me stesso! Sono solo un fallimento!" - ammise sconsolato.

Lo stato d'animo del Kwami passò dallo spaventato allo scandalizzato, arrivando al livello di furia cieca! "Adrien, cosa ti è saltato per la mente?" - urlò il piccolo esserino, con una forza assurda, rispetto alle dimensioni.

Adrien si nascose il volto tra le mani, consapevole di averla fatta grossa, ed aggiunse: "le ho detto che l'amo e che l'amerò sempre!".

"Ma ... che cavolo?!?!" - cominciò ad esclamare il Kwami - "quindi ti sei dichiarato a lei per l'ennesima volta come Chat Noir?!? La vuoi finire di giocare col cuore di quella povera ragazza?!?".

"Non sto giocando col suo cuore. Io ... non so come comportarmi con lei!".

"O sei stupido di tuo o ti ci sei trasformato tutto in un colpo, eppure non mi pare che l'idiozia sia un qualcosa di legato ai poteri dell'anello; no! Direi che è qualcosa di insito nel vuoto abissale che occupa lo spazio del tuo cervello! Come hai potuto?!?".

"Te l'ho detto: ho avuto paura!".

"Paura di ammettere che la ami da sempre, anche se, incredibilmente, non te ne eri reso conto e che ti serve una maschera da Zorro per poterlo dire?"

Plagg si tirò una sberla sulla fronte, portando gli occhi al cielo. Tra tutti i suoi portatori, sicuramente Adrien era il più tonto.

Sul punto di inveire ancora contro il povero modello, Plagg si fermò ad osservarlo: effettivamente, in quella posizione e con quella espressione sembrava più un tredicenne indifeso che un ragazzo bello e fatto.

Il Dio della Distruzione si fermò a riflettere: Adrien era effettivamente il più giovane portatore con cui avesse mai legato, nonché il più segregato e, paradossalmente, quello col cuore più grande: forse il mix era troppo, pure per lui che di esperienza con giovani cuori tumultuosi ne aveva ben maturata nel corso dei secoli.

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