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Ancora non riesco a credere a quello che è successo. Voglio dire, me lo aspettavo, prima o poi sarebbe inevitabilmente successo. Ma non mi aspettavo che sarebbe stato così e in questo momento. Rosemary si sta facendo una doccia e dopo dovrò sicuramente rifarmela anch'io. La tentazione di raggiungerla ora è forte ma la stanchezza lo è ancora di più. Mi sento come se fossi di piombo; me ne sto qui nudo e sudato sul letto sfatto le cui lenzuola sono da buttare in lavatrice al più presto. La stanza è pregna dell'odore di sesso, mi sembra quasi di vederne gli effluvi galleggiare per aria.
È stato a dir poco incredibile. Indescrivibile. Ma la realtà mi colpisce improvvisamente, come se Mike Tyson in persona mi avesse mollato un cazzotto in faccia senza alcun preavviso: lei non ha nemmeno sedici anni e io ne ho quasi quaranta. Il peso delle mie azioni ora mi schiaccia il petto fino a togliermi il fiato. Non è senso di colpa, no. È qualcosa di più sottile e pericoloso, qualcosa a cui non ci si può sottrarre in nessun modo. La consapevolezza delle conseguenze. Oh sì ce ne saranno eccome! Forse non oggi forse non domani. Ma nessuno può sfuggire alle conseguenze delle proprie scelte, soprattutto quando sono scelte fatte di pancia. O con qualcosa più in basso.
Io la amo, Dio se la amo! Ma non si può sempre aver tutto quello che si desidera, soprattutto quando le tue azioni non riguardano solo te.
Uno dovrebbe capire capire quando le sue emozioni per quanto positive, non sono...appropriate.

"A che stai pensando?"
Rosy mi fa sobbalzare, distogliendomi dalla matassa ingarbugliata dei miei pensieri. È uscita dal bagno e indossa solo, solo, una mia vecchia maglietta sformata che le arriva quasi alle ginocchia.
"Oh... Niente di che" le rispondo con un sorriso. Non me la sento di turbarla non ora che sembra così felice e serena. Anche lei lo desiderava da tempo, me l'aveva detto senza mezzi termini che desiderava perdere la verginità con me.
"Oh non salire sul letto! È sudicio e tu ti sei appena lavata" le dico sedendomi per potermi alzare in piedi. Lei gattona verso di me: "Profuma di noi" dice afferrandomi il volto e baciandomi. Grazie a Dio prima ho avuto la prontezza di coprirmi, non so come reagirebbe vedendo che me lo sta facendo diventare duro ancora.
"Se mi dici dove tieni le lenzuola te le cambio io" mi dice a un centimetro dalla mia faccia.
Le do l'ultimo bacio prima di alzarmi in piedi definitivamente, trascinandomi dietro il lenzuolo per coprirmi, facendola sorridere: "Che fai, ti vergogni?" dice canzonatoria.
"Guarda in quei cassetti" le indico il mobile sulla parete davanti al letto.
Quando entro in bagno chiudendomi la porta alle spalle, evito di guardarmi allo specchio.

È ancora piuttosto presto ma stiamo già facendo colazione. Rosemary ha voluto preparare i pancake nonostante le abbia detto di non avere molta fame.
"Che fai oggi pomeriggio?" mi chiede appoggiando sul tavolo il piatto stracolmo e poi sedendosi.
Ripenso al fatto che questo doveva essere il fine settimana dedicato a mia figlia e mi sento male: "Ho del lavoro da finire" dico semplicemente, cercando di suonare il meno strano possibile.
"Oh... Speravo potessimo fare qualcosa insieme" sembra davvero delusa. Improvvisamente sento un forte bisogno di stare completamente da solo. Per non parlare del fatto che prima o poi arriverà il confronto con Joan. Questo decido di dirglielo: "Senti Rosy, non prenderla male ma per un paio di giorni è meglio se non venissi qui, neanche coi ragazzi"
A questo punto la vedo irrigidirsi e mi affretto ad aggiungere: "Sono sicuro che oggi o domani la mia ex verrà qua per discutere di ieri sera. Quindi capisci che se arrivasse mentre ci siete voi sarebbe una catastrofe"
"Oh cavolo è vero! Non ci avevo pensato" certo che no, "beh hai ragione in effetti"
"Possiamo fare qualcosa la settimana prossima però. Pensa a cosa vorresti fare in questi gironi"
Lei mi sorride e continua a mangiare i suoi pancake.

Rosemary se n'è andata verso le nove. L'ho guardata attraversare la strada e dirigersi sul retro per entrare senza dare troppo nell'occhio. Ho sorriso al pensiero che deve trattarsi proprio di un suo vizio.
Inizio a mettere un po' in ordine in giro, a fare un po' di pulizia qua e là. Mi dico che è per Joan, nel caso arrivasse, ma la verità è che ora non so cosa fare. Mi siedo sul divano fissando il soffitto scolorito; Rosemary non si preoccupa minimamente, è giovane, ed è nella sua natura giovane il non prendere troppo in considerazione le conseguenze della nostra relazione. O forse sono io a preoccuparmi troppo, il fatto è che temo la prigione tanto quanto temo il giudizio del mondo. Nessuno potrebbe davvero capire i miei sentimenti per lei, capire che sono reali e sinceri e che non si tratta solo di un vecchio che vuole approfittarsi di una bambina. Ma è così che le cose apparirebbero a tutti quanti. A Joan in particolare. E poi c'è mia figlia... Oh Rachel!

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