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Vengo svegliato dal mal di testa. Appena apro gli occhi la luce dell'alba mi trafigge in pieno. La tapparella è tirata tutta su.
"Che cazzo..."
Sono steso sul mio letto senza scarpe né pantaloni. Mi volto a destra per vedere l'ora. Le sette e un mezza.
Alla mia sinistra invece, Rosemary sta dormendo tutta scoperta dandomi le spalle. I suoi lunghi capelli di fuoco sono sparsi sul cuscino. E non ha addosso nient'altro che le mutandine.
"Ahh porca troia..."
Mi sento uno schifo e devo assolutamente farmi una doccia. Prima che la mia mente possa formulare pensieri tutt'altro che puri, mi alzo e scappo in bagno.
Sono già sotto l'acqua quando mi rendo conto che forse era meglio andare nel bagno di sotto. O anche solo chiudere la porta a chiave; mi ritrovo a pensare, no anzi, a desiderare che Rosy si svegli e che venga da me. Ma ciò non accade e sono costretto a soddisfarmi da solo. Per fortuna.

Mentre mi lavo i denti ripenso a ieri sera. La prima cosa a colpirmi purtroppo è il ricordo di Joan, dei suoi occhi, dell'espressione che ha fatto quando mi ha visto, per di più in compagnia dei ragazzi. Cosa le dirò quando mi chiamerà? Perché lo farà sicuramente, anzi forse si scomoderà addirittura a venire qua. Voglio morire. Il ricordo di lei però si dissolve e viene rimpiazzato dalle luci soffuse e dal dolce dondolio del vagone del tunnel dell'amore... Mia dolce piccola Rosy! Mi dispiace veramente per come mi sono comportato, per il penoso spettacolo a cui sei stata costretta ad assistere. Dovrei essere io che mi prendo cura ti te, dovrei essere io a proteggerti. Dovrei essere io l'adulto. Sì, come no.

Apro la porta e mi prende un colpo davanti a quello spettacolo. Rosemary si è messa a pancia in su, con le braccia dietro la testa e tutta la sua bellezza esposta. Guarda proprio verso di me con un sorriso beato, ma non malizioso, stampato in faccia: "Buongiorno Terry. Come stai?"
Fortunatamente mi sono portato il cambio in bagno. Almeno questo.
Deglutisco a fatica non riuscendo a distogliere lo sguardo da tanto splendore: "Io ehm... Sto, sto meglio sì" dico dirigendomi verso la finestra con l'intenzione di far calare il buio, "è... È molto presto, non ho voglia di alzarmi" tiro giù la tapparella rendendomi conto che quello che ho detto significa dovermi rimettere a letto. Con lei lì, a un piccolo passo di leggera stoffa viola dalla nudità completa. E quella penombra che si è creata la rende ancora più seducente dei raggi del sole. Questa volta non credo di essere in grado di trattenermi. Nella mia testa da qualche parte, la parte meno addomesticata, mi sono già arreso. Anzi lo stiamo già facendo.
Ma non appena mi stendo quasi sul bordo cercando di stare il più possibile distante, lei non fa altro che girarsi sul fianco dalla mia parte, sollevandosi un poco e appoggiando la testa alla mano: "Quello... Quello che è successo ieri sera, nella giostra dico... Beh è vero, Terry. Io ti amo sul serio" dice timidamente a bassa voce.
Un brivido mi percorre tutto il corpo e il mio cuore perde un battito.
Volto la testa verso di lei: "Lo so, Rosy. Anch'io dicevo per davvero".
Il suo sorriso illumina la stanza semi-buia. Però non sembra del tutto felice, nei suoi occhi percepisco una nota di tristezza. La stessa tristezza che provo io nel sapere che si tratta di un amore, se non sbagliato, sicuramente non comune, che non potrà essere vissuto normalmente. Non per adesso.
"Non preoccuparti, non serve pensare al futuro" le dico allungando una mano e sfiorandole il viso, "quello non lo conosce nessuno. Basta pensare al presente, al qui ed ora"
Inevitabilmente, inesorabilmente, la mia mano scende sul suo collo e poi sul suo seno caldo. Appoggia la sua mano sulla mia e se la stringe al petto in un morbido invito a cui questa volta non posso resistere.
Lentamente ci facciamo più vicini, guardandoci negli occhi. Oh i suoi magnifici occhi cristallini! In questo momento brillano più che mai. Le accarezzo la pancia, il fianco, scatenando in lei una risatina: "Mi fai il solletico"
Quasi pudicamente allunga la mano per toccarmi il petto sopra la maglietta: "Aspetta" le dico sollevandomi. Me la levo e la lascio cadere in parte al letto.
Rosy mi guarda, mi accarezza, scruta ogni centimetro di me, mettendomi un poco in imbarazzo in effetti. Non sono chissà che fusto, non ho gli addominali, anzi tutt'altro. Ma a lei non importa, il suo sguardo è concentrato e avido. Come il mio, puntato sul suo candido e giovane corpo.
Quando sfioro il bordo delle sue mutandine mi fermo come in attesa di un suo segnale... Che non tarda ad arrivare. Annuisce piano mentre mi accompagna al di là delle porte del paradiso trattenendo il fiato.
Cristo Santo! Le mie dita affondano in un lago di carne bollente. È così bagnata che perfino la stoffa è fradicia. Rosy chiude gli occhi e si aggrappata al mio braccio; la massaggio finché tutta la mia mano non si è impregnata di lei e allora so che è pronta per accogliermi.

"Fai piano Terry, non farmi male" sussurra mentre mi ergo davanti a lei.
"Non potrei mai farti del male" le dico baciandola. E il più lentamente possibile mi faccio strada dentro il suo corpo tremante ma che non mi oppone nessuna resistenza. Rosy spalanca la bocca strizzando gli occhi: "Stai bene?" le chiedo preoccupato dalla sua espressione.
Annuisce: "È solo così... Strano. Non sento nessun male" mi attira a sé per baciarmi ancora, mentre piano inizio a muovermi. È davvero stretta ma anche talmente eccitata che non mi soprende il fatto che non provi dolore. Pian piano i nostri corpi si adattano a vicenda e allora posso finalmente perdermi in lei, dimenticarmi di tutto il resto dell'universo mentre ci fondiamo in un unico corpo sbuffante e accaldato.
La mia mente si sgombra completamente e si riempie solo della visione celestiale davanti ai miei occhi. Forse è questo il paradiso, la sensazione di arrivare in un luogo atteso per così tanto tempo, un luogo caldo e umido e primordiale.
Mi accarezza ovunque le sue mani riescano ad arrivare; la sua testa affonda nel cuscino mentre si agita al ritmo delle mie spinte. Percepisco il suo desiderio che ora si è fatto quasi animale, incalzando il mio già oltre ogni limite. Addirittura mi morde una spalla senza rendersene conto e senza farmi male, anzi provocandomi ancora di più.

Sento che Rosemary sta per raggiungere l'orgasmo quando le sue unghie affondano nella carne della mia schiena: "Ommioddio Terry..."
Un gemito strozzato, un infinito istante di tensione in cui il suo corpo sussulta sotto al mio, in cui tutti i suoi muscoli si irrigidiscono e tremano. Un momento che percepisco chiaramente come se la scossa dal suo corpo passasse attraverso il mio. È bellissima, è uno spettacolo magnifico.
Quando ritorna su questa terra, nonostante la penombra, riesco a distinguere bene il rossore sul suo volto e le gocce di sudore che le imperlano le tempie. Vorrei potermi abbandonare completamente e riempirla di tutto il mio amore, in procinto di eruttarle dentro. Ma almeno un briciolo di raziocinio mi è rimasto e dopo poco sono costretto a sgusciate fuori. Rosy allora si solleva e si allunga verso di me, toccandomi e guardandomi intensamente, vogliosa di vedere il mio orgasmo. In un attimo la mia testa si fa leggera e finalmente mi lascio andare su di lei soffocando un verso gutturale che mi raschia la gola, imbrattandole la pancia.
Sono a dir poco stremato. Mi accascio su di lei, infischiandomene del mio stesso seme che sento appiccicarmisi addosso.
Ci baciamo con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza di essere legati ora più che mai.

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