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Le ore passano ma nessuno viene a prendere i tre Van Cleef; ai due marmocchi non sembra dispiacere troppo, non sembra che sentano la mancanza di casa loro. Mi siedo sul divano accanto a Rosy con la mente che inevitabilmente corre a quella sera. Faccio finta di niente: "Non sai quando dovete tornare a casa?" le chiedo con lo sguardo fisso sullo schermo del televisore. Non la voglio guardare, ho paura di me stesso. "No. Nessuno ha detto niente" mi risponde flebilmente.
"Non fraintendere, non voglio cacciarvi" devo per forza girare la testa verso di lei, "è che dovrete pur mangiare qualcosa se rimanete qui ancora"
In effetti sono quasi le sei e mezza.
Anche lei si volta a guardarmi, i suoi occhi sono cerchiati, ha l'aria stanca: "Posso chiamare a casa? Non mi va di attraversare la strada"
"Certo, il telefono è in cucina"
Si alza subito e va di là. Sento la sua voce che arriva ovattata, non capisco una parola.
Penso agli eventi degli ultimi tempi e di come questa ragazzina sia capitata nella mia vita, sconvolgendola come un tornado fuori stagione. Le cose che sono successe... Da un lato mi odio, mi disgusto da solo e vorrei poter dimenticare tutto, ma dall'altro sento una frenesia che non credevo possibile provare. Non per una ragazzina almeno. Ma c'è di più, c'è che mi sto affezionando davvero, che non è solo mera attrazione sessuale. Mi pare di essere un tredicenne alle prese con i primi amori, che non sa cosa fare e non capisce niente. A tredici anni mi sentivo proprio così.
"Terry?" la voce di Rosy dalla cucina mi scuote, "puoi venire un attimo?"

"Mi rendo conto che è una richiesta improvvisa e invadente, ma la supplico signor Williams"
Al telefono è Andrea Van Cleef che mi ha appena supplicato di tenere i fratelli a dormire in casa mia.
"Non si immagina nemmeno che casino c'è qui. Non sarebbe un posto adatto a dei bambini ora"
No. Posso immaginarlo bene, l'ho visto mille volte. Chissà se sanno che sono un avvocato. Ne dubito.
"Va bene dai. Ma solo per sta notte, d'accordo?"
"Certamente! Grazie, grazie mille lei è una persona davvero gentile"
La bestia incatenata nell'oscurità della mia anima sta esultando e scuotendo le sbarre della sua cella. Vorrei poterla bastonare.
Rosy dice ai fratelli la notizia e loro sembrano essere felicissimi della cosa. Così tiriamo fuori una vecchia brandina da sistemare nella vecchia stanza di mia figlia cosicché possano dormire tutti e tre insieme, come sono abituati; ordiniamo delle pizze e per un attimo mi sento quasi come fossi un padre single che ride e scherza al tavolo della cena. Questi muri non sentono una voce infantile da molti anni, è strano pensare che sotto questo tetto dormiranno ancora dei bambini. Chissà che direbbe Joan, probabilmente che sono un coglione e che mi occupo più dei figli altrui che della mia. Quando fa così la odio proprio dal profondo del cuore.

Dopo cena escono tutti e tre nel giardino dietro casa a giocare con una vecchia palla mezza sgonfia trovata mentre cercavamo la brandina.
Io mi siedo a fumare e guardarli; i loro capelli risplendono nella luce rossastra del tramonto, sono davvero dei bei bambini. Ma il mio sguardo si sofferma su Rosy, che una bambina non lo è ormai più. Le forme da giovane donna si intravedono sotto la larga maglietta bianca che indossa e che svolazza a ogni movimento brusco. Mi guarda e mi sorride, forse consapevole dell'effetto che ha su di me.
Si viene a sedere affianco a me con il fiato corto: "Ma quanta energia hanno quei due?" dice accennando ai marmocchi che corrono e saltano ovunque ridendo.
"Sei già stanca alla tua età?"
Lei sbuffa sorridendo. Si appoggia alla mia spalla facendomi sobbalzare: "Ho visto come mi guardavi Terry" dice continuando a guardare i fratellini, "l'ho visto benissimo"
"E quindi?" chiedo deglutendo un grosso bolo inesistente.
"Niente. Mi piace" mi guarda, studia la mia reazione. Io mi sto trattenendo con tutte le mie forze per non lasciare trasparire assolutamente niente.
"Continua a farlo" dice prima di alzarsi e ritornare a giocare come una bambina tra i bambini.

Ho dato loro dei vecchi pigiami di Rachel che a Donny e Theresa stanno larghissimi. Donny protesta perché sono da femmina. Alle nove e mezza sono entrambi già sotto le coperte nel letto che è stato di mia figlia, mentre Rosy sta sulla brandina.
"Beh buonanotte e sogni d'oro. Se vi serve qualcosa io sono in camera mia, in fondo al corridoio" dico prima di andarmene. Di solito non salgo prima dell'una di notte ma non ho nessuna voglia di rimanere in soggiorno davanti alla televisione con quei tre al piano di sopra. Con Rosy nei paraggi. E poi questa giornata mi ha davvero spossato, avevo dimenticato quanto fosse duro il mestiere del padre. Affrontare un processo di sei ore è meno faticoso.
Verso mezzanotte spengo la luce e mi metto a letto sbadigliando. Sto per addormentarmi quando sento la porta aprirsi e chiudersi piano, spalanco gli occhi nel buio quasi totale. Rosy si è intrufolata nel mio letto e ora sta proprio stesa di fronte a me, faccia a faccia. Mi sollevo di scatto: "Rosy, ma porca puttana! Che ci fai qui?"
"No! Non accendere la luce" dice quando sono sul punto di accendere l'abajour.
"Te ne devi andare subito!" urlo ma a bassa voce.
"Ti prego Terry! Voglio dormire con te, solo dormire"
"Non mi importa, non puoi stare qui!" la voglio, voglio stringerla tra le braccia e immergere il naso nei suoi capelli di fuoco.
"Beh io non mi muovo, dovrai portarmi via di peso se vuoi"
Maledetta ragazzina testarda! Col batticuore mi stendo a pancia in su affianco a lei. Ora non dormirò mai e poi mai.
"Perché fai così, Rosy?" mormoro nel buio.
"Te l'ho già detto il perché. E se non vuoi fare l'amore con me, almeno voglio starti vicino"
Ma certo che voglio fare l'amore con te mia piccola dolce Rosemary!
"Va bene... Ma niente scherzi eh" l'ammonisco a malincuore. Non potrei davvero resisterle se iniziasse a fare qualcosa.

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