Lunedì, Settimana 5

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2.21 PM

Mi accorgo solo ora della imminente fine della scuola, vedendo tutti i test scritti che ci aspettano la prossima settimana, devo recuperare il mondo. Il problema è che in queste settimane sono stata davvero occupata con tutto quello che è successo. Si è accavallato tutto e sono davvero sfiancata. E queste dannate situazioni incasinate non sono ancora finite, è come arrivare alla fine di un libro lasciato in sospeso. Penny non può continuare a stare a casa di Stan. Mi ha raccontato che non ha ancora visto la madre da giorni che è lì, e questo, devo ammettere, è un po' inquietante. Stan sparisce nella stanza della madre con del cibo e ne esce dopo ore. A suo dire è come se la tenesse prigioniera, ma non credo sia così. Anche perché non può rimanere così tanto lì, è pur sempre un ospite, e approfittare dell'ospitalità di qualcuno diventerà scomodo per Stan e sua madre. Anche se nessuno dei due sembra lamentarsene in qualsiasi modo.
Ovviamente Dione è tornata a casa Domenica, con un po' di trucco a coprirle la contusione sul viso. È insopportabile ciò che sta passando ora come ora, e le mie mani fremono per prendere un cellulare e chiamare il 911. Ma tutti abbiamo promesso di mantenere la calma e lasciare che Dione gestisca tutta la faccenda. Io mi fido di lei, so che è una ragazza intelligente e ci ha già visto chiaro su tutta questa situazione. Non vuole più avere a che fare con quell'uomo dopo aver constatato la sua irascibilità. È arrivato persino a darle un pesante schiaffo dopo che Sabato lei gli aveva parlato della sua gravidanza. Non è davvero una persona della quale ci si possa fidare. Inoltre anche Stan ha già premesso che la prossima volta che vedrà quell'uomo lo massacrerà, e io condivido appieno le sue intenzioni.
Sospiro sconfortata, vorrei davvero poter fare qualcosa per aiutarla. Ma inimicarmela chiedendo aiuto a qualcuno forse non è la risposta giusta, almeno per adesso.
-Eve, è arrivato il mio autobus, ci vediamo domani- mi dice Penny circondandomi con un braccio e allontanandosi per tornare a casa. Per fortuna oggi non la seguirò, mi risparmio dover aspettare mezz'ora, tra fermate improvvise e gente che spinge di qua e di là, per arrivare finalmente sana e salva a casa mia. Mia madre mi ha promesso che sarebbe venuta a prendermi, e probabilmente è già arrivata, devo solo raggiungerla fuori dal cancello. Sa che ormai da giorni non sento Chris, che pare sia sparito, ma non voglio davvero nemmeno pensarci. Comunque aveva intenzione di farmi una sorpresa, ma purtroppo per lei, ho origliato quello che diceva stamattina a mio padre.
Tuttavia la mia attenzione è attirata da qualcun altro. Sono praticamente quasi fuori quando noto Susanne uscire ora dall'uscita est. Magari potrei darle un passaggio a casa, ma non credo che mia madre possa esserne molto felice, rapporti di qualsiasi tipo con i nostri parenti sono proibiti per lei, penso che la repellino. Però voglio davvero recuperare i rapporti con mia cugina, è l'unica dei parenti di mia madre che non sia sparita nel nulla e con la quale avessi una relazione nel mio passato. Agito una mano per attirare la sua attenzione, ma quando finalmente si volta verso di me, il suono impetuoso di un clacson mi fa sobbalzare. Mi volto verso mia madre che si sporge dal finestrino urlandomi di avermi aspettato più di venti minuti.
Maledizione, Susanne è sparita.
Sbuffando salgo nell'auto in folle continuando a guardarmi alle spalle sperando di ritrovarla, ma di lei nemmeno l'ombra.
-Chi stavi salutando?- mi chiede mia madre partendo dopo avermi sbuffato contro. Devo far appello a tutta la mia pazienza per non urlarle contro. Alcune volte mi sembra proprio una bambina.
-Susanne-
La vedo deglutire improvvisamente a disagio. Ci avrei scommesso.
-Quindi vi siete ritrovate-
Annuisco, ma guardare il suo viso mi fa sorgere dei dubbi.
-Tu lo sapevi che si fosse trasferita alla Osborn?- le chiedo guardandola di sbieco. Lei stringe le labbra e non risponde.
-Non ci posso credere! Perché non me lo hai detto?!- la accuso indignata gettando le mani in aria per poi stringermele al petto incrociando le braccia.
'Non è possibile! Questa cosa mi fa completamente infuriare.'
Ecco cosa menzionava Susanne quando mi ha detto cosa non mi aveva detto mia madre, il suo trasferimento.
-È più complicato di quanto tu pensi, Eve. La scuola è quasi finita, e probabilmente Susanne perderà l'anno, speravamo che non vi riusciste a incontrare in tempo-
-Cosa significa, mamma?! Si è trasferita mesi fa, perché dovrebbe perdere l'anno?!-
Lei sospira socchiudendo gli occhi, per poi ricondurli subito sulla strada.
-È un momento delicato per lei, non è riuscita a dedicarsi alla scuola come avrebbe dovuto. Inoltre non volevamo che anche tu stessi male. Mia sorella mi ha chiamata a notte fonda il Sabato di due settimane fa, quando tu sei tornata a quell'orario spropositato con Chris e coperta di sangue- scuote la testa ancora rimuginando sul mio primo appuntamento con Chris.
-Eve, mi dispiace per non avertene parlato prima, ma ho i miei buoni motivi-
La sua voce cala sempre di più e io non so cosa pensare. Mia zia ha chiamato mia madre a tarda sera, per dirle cosa?
-Be' dimmeli, hai aspettato più di due settimane, sarebbe anche ora!-
-Susanne quella sera ha tentato di togliersi la vita-
Sento l'aria sfuggirmi dai polmoni.
'Non può essere.'
'Non esiste.'

Sento gli occhi pizzicare e non fermo le lacrime che ne fuoriescono copiosamente.
'No, la mia cuginetta. Lei non può aver fatto questo, la mia Sus.'
Quanto dannatamente deve aver sofferto per prendere una decisione del genere. Sento i sensi di colpa che si impossessano di me, è come se io non avessi fatto abbastanza. E mi odio, mi odio infinitamente per non aver preso a calci tutte le persone senza cervello che la prendeva in giro quando era piccola. Anzi, avrei dovuto seguirla in capo al mondo per assicurarmi che stesse bene, che non soffrisse. Non lo merita, nessuno merita di sentirsi privato della propria voglia di vivere. Ma mi sento inesorabilmente di aver preso parte alla gara per distruggere Susanne, e non posso perdonarmelo. Avrei dovuto difenderla da tutti e tutto, avrei dovuto essere il suo scudo. Mi si spezza il cuore e non posso fare altro lasciare che il mio corpo si privi di tutte le energie per accasciarmi contro il sedile profondamente ferita.
'Ho sbagliato tutto.'
Mia madre scosta una mano dal volante per prendere la mia e stringerla forte, mentre anche lei cerca di trattenere le lacrime.
-Mi dispiace tanto, Eve-
Avverto una crepa che si fa spazio sul mio cuore e non mi curo delle lacrime che mi scivolano sulle guance senza pietà. Un nodo mi stringe la gola e non riesco a respirare.
Come può essersi sentita. Come lo ha fatto. Quanto ha sofferto pensando a tutto quello che avrebbe lasciato, a quanto i suoi genitori avrebbero sofferto.
Sono domande alle quali non voglio risposte, mi distruggerebbero.
È mia cugina, parte della mia infanzia. Le volevo un bene dell'anima e ho lasciato che le facessero del male, che le strappassero la vita dalle mani e la calpestassero. Mi sento così responsabile da meritarmi di tutto.
'Come posso aver fatto questo al sangue del mio sangue?'

-my psycho luvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora