Venerdì, Settimana 4

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8.02 AM

Gli ultimi eventi mi hanno completamente surclassata, non sento Chris da giorni ormai, non ho rivolto nemmeno una parola ai miei presa dai miei pensieri in cerca di una risposta a tutte le domande che mi tormentano. Sospiro passandomi una mano sul viso esausta, scendendo dal bus seguendo i passi della ragazza davanti a me e affrettandomi, prima che qualcuno con la fretta di entrare mi travolga. Oggi il pullman non è molto in ritardo e con tutta la mia calma cammino verso l'entrata, ma delle urla cariche di astio attirano la mia attenzione. Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno, continuo solo a sentire queste grida in lontananza, e nemmeno tanto chiaramente, non capisco cosa stia dicendo questa ragazza. Ok, non voglio mettermi in mezzo a una lite, è l'ultima cosa di cui ho bisogno al momento. Riprendo a camminare perplessa, si aggiunge un'altra voce alle urla, però questa è familiare, mi pare Dione.
Oddio, non di nuovo, non può essere che si stia scontrando di nuovo con il professore. Mi volto presa dal panico e ripercorro i miei passi seguendo le voci. Le urla sono terminate, e ho paura che sia iniziato qualcos'altro, ho paura che si sia passati alla violenza. Le mie gambe si muovono veloci e ben presto inizio a correre. Sto per girare l'angolo quando mi scontro con qualcuno, ritrovandomi spalmata contro Amy, che con le sopracciglia in giù in una smorfia arrabbiata mi spinge via rivolgendomi uno sguardo di fuoco.
'Ok, ora non capisco.'
Traballante mi volto nella direzione dalla quale veniva lei per scorgere Penny in ginocchio sull'erba del cortile in lacrime, Dione le stringe le spalle sostenendola come se da un momento all'altro potesse crollare completamente al suolo. Mi avvicino a loro passando sotto lo sguardo di Stan e inginocchiandomi di fronte Penny che mi rivolge gli occhi carichi di turbamento.
-Mi ha lasciata, Eve- mi dice con la voce incrinata, prendendomi le mani con nelle sue e io le stringo forte sentendo il suo cuore a pezzi.
-E come glielo ha sbattuto in faccia- interviene Dione posando la testa a quella di Penny e socchiudendo gli occhi -È stata così rude, parlando di te e insultando lei-
Dione mi pare sfinita, ma comprendo come si possa sentire, e anche le occhiaie che le incorniciano gli occhi.
-Ha usato me per ferire te, Penny. E io non voglio che tu stia male per quello che ha detto riguardante la nostra amicizia, ti prego. Tu sola mi conosci, non puoi farti dire da lei, io chi sono-
Vorrei asciugare le lacrime che inondando il suo viso, ma non lascerò le sue mani per nessuna ragione, allora mi avvicino per posarle un bacio sulla fronte come lei faceva sempre con me. Come una mamma, mi abbracciava e mi ascoltava senza giudicare. Quindi come posso non stringerla a me quando si accascia contro il mio corpo. Non decidiamo di chi innamorarci, non decidiamo per quanto tempo una persona rimarrà nella nostra vita. Tutto ciò che è in nostro potere e scegliere se chiuderci e difenderci dai sentimenti a denti stretti, oppure aprire la nostra mente e il nostro cuore permettendo di assimilare tutto quello che la vita ha da offrirci, che sia il dolore o la gioia che ci riempirà fino a scoppiare.

6.59 PM

Mi alzo dal divano di malavoglia quando sento il suono del campanello lasciando il mio comodo posto che mi permetteva di vedere uno dei miei programmi preferiti di cucina. Strano come io mi nutra di questo genere di show televisivi e poi non riesca a far bollire nemmeno il latte a momenti. Ok, sto esagerando, ma comunque mi è capitato di bruciare il contenuto e/o la pentola in sé, più spesso di quanto mi piaccia ammettere. Ho costretto mia madre a bandirmi dai suoi fornelli.
-Vado io- urlo prima che mia madre accorra ciabattando per il corridoio.
Sospiro pesantemente sconfortata, spero non sia Chris, non sono lontanamente presentabile, però non mi ha risposto nemmeno al messaggio che gli ho inviato prima. Non ho idea di cosa stia facendo.
Apro la porta soprappensiero e sulla soglia vedo Penny di nuovo in lacrime che si avvolge la cassa toracica con le braccia tremanti.
-Ho fatto una cazzata, Eve-
Mi lancio verso di lei prendendola tra le braccia e portandola dentro con me. Non rispondo nemmeno al richiamo di mia madre e richiudo la porta con un calcio salendo le scale sostenendo Penny accanto a me. Penny entra nella mia stanza e io chiudo la porta alle nostre spalle. Si siede sul letto e io mi inginocchio davanti a lei per istaurare un contatto visivo con i suoi occhi tristi chini sul pavimento.
-Posso capire come ti senta riguardo Amy, e ci vorrà del tempo perché tutto questo passi, Penny. Qualunque cosa tu abbia fatto, non la farà tornare indietro-
'Anche perché pensavo che avessimo chiarito l'inutilità di quella ragazza oggi a pranzo.'
-Non è lei- risponde tirando su con il naso e coprendosi le guance con le mani per fermare le lacrime per poi scuotere la testa dicendo: -Non me lo perdoneranno mai-
-Cosa intendi, allora?- le chiedo dolcemente consapevole di quanto sia fragile in questo momento. È successo qualcosa che le ha completamente strappato il cuore, ma cosa?
-Mia madre mi ha visto piangere, lei... Si è preoccupata- viene interrotta da un singhiozzo.
-Ha cominciato a farmi domande su cosa mi fosse successo. E... e... Gliel'ho detto, Eve. Le ho detto che sono gay-
Penny mi crolla tra le braccia e io le accarezzo i capelli elaborando l'informazione. Cosa può essere andato storto? Non hanno accettato la cosa, probabilmente.
-Mi ha urlato contro... Mi ha detto che non sono degna di... di essere loro figlia-
Con la mia amica tremante stretta tra le mie braccia, ascolto l'unica cosa che poteva ferirla più di tutto con il panico nel cuore.
-Ora mi odiano a morte, Eve-
Pronuncia il mio nome come una supplica, ma io non posso aggiustare le cose ora, non ne ho il potere. E questo mi fa sentire completamente inutile per lei.
-Non può essere così, Penny. Lo sai che ti vogliono bene, lascia che sbollentino un po'. Vedrai che domani saranno già pronti per affrontare la realtà delle cose-
Dopo qualche minuto sento i singhiozzi affievolirsi e Penny ricomporsi scostandosi da me.
-E se non dovesse essere così?-
-Non possono rinnegare la propria figlia. E poi al massimo ti trasferisci qui da me- le dico, facendole l'occhiolino. Non sarebbe poi così male, dopotutto.
-A proposito, posso rimanere qui per questa notte? Ti prego, non voglio tornare da loro per ora-
Il suo sguardo è incerto, ma annuisco con forza rivolgendole un sorriso incoraggiante.
-Certo che no, ti spedisco a dormire sotto un ponte questa noche. Scusami lo spagnolo non mi compete- aggiungo dopo una sua occhiata interdetta.
-Eve-
Sento mia madre chiamarmi e voltandomi vedo la porta aprirsi e lei apparire sulla soglia.
-Oh, ciao Penny, tutto bene?- indugia scrutando attentamente il viso della mia amica che annuisce in risposta.
-Volevo dirti che è quasi pronta la cena, rimani con noi?- continua rivolgendosi a Penny.
Mi intrometto non permettendole di rispondere: -Sì, ma rimarrà anche questa notte a dormire-
-Uh, va bene-
Mia madre ci osserva attentamente con sguardo indagatore per poi annuire e dire: -Allora chiamerò tua madre subito dopo cena-
-No- scatta Penny forse con troppa impetuosità, tanto da scombussolare per un attimo mia madre.
-Lo sanno già, non si preoccupi Mrs.Barnes-
La sua voce si è addolcita di nuovo e mia madre le rivolge un sorriso forzato.
-Certo che lo sanno, andare a dormire da qualcuno non è una decisione che si prende così, su due piedi. Le dirò solo due parole-
E con questo esce richiudendo la porta dietro di sé. Mi volto verso Penny rivolgendole uno
sguardo interrogativo.
-Che problema c'è?-
-Non può dirgli che sono qua. Mi verrebbero a prendere, ti prego, Eve-
-Perché dici questo? Vuole solo vantarsi della sua casa perfetta e della sua famiglia perfetta, non preoccuparti- le dico scuotendo le spalle. Mia madre approfitta sempre di questi momenti per lodarsi da sola e non vede mai l'ora di farlo.
-Eve, io...-
Vedo il puro panico nei suoi occhi. So che non mi ha raccontato tutto.
-Ho bisogno che tu sia chiara con me, altrimenti non capisco come posso aiutarti-
-Sono fuggita da casa mia. Mio padre era infuriato, mi ha minacciata-
Il suo volto è distrutto, ma non posso fare ulteriori domande. Se è così sconvolta ci sarà un motivo e non voglio che crolli di nuovo. Ho bisogno che sia lucida per trovare una soluzione a tutto ciò.
-Ho capito, allora cosa possiamo fare? Dove puoi restare a dormire?-
-Probabilmente i genitori di Dione reagirebbero allo stesso modo dopo avermi vista in queste condizioni-
Concordo con lei, gli occhi gonfi e arrossati, i capelli in disordine e l'espressione distrutta potrebbe farli preoccupare. Non è nulla che non si possa aggiustare con un paio di occhiali da sole, tuttavia ha ragione, i genitori di Dione non si distanziano molto dai miei. Dove potrebbe rimanere senza attirare i suoi genitori?
-Ce l'ho- annuncio sicura recuperando il cellulare da sopra la scrivania.
-Chi stai chiamando?- mi chiede, quando mi porto il telefono all'orecchio sperando che lui risponda.
-Chris-
Ma dopo diversi squilli, scatta la segreteria. Ma dove ha lasciato il cellulare? Forse quando è in farmacia lo spegne. Ma oggi non doveva lavorare.
-Maledizione-
Faccio una smorfia di frustrazione riprovando ancora e ancora, ma il cellulare non vuole darmi ascolto.
-Non risponde-
E sto cominciando un po' a preoccuparmi, ho bisogno di andare da lui il prima possibile. Non può essere scomparso nel nulla.
-E ora?- chiedo più a me stessa che a Penny. Sto urlando al mio cervello di lavorare, ma non riesco a trovare una soluzione.
-E se chiediamo a Stan?-
Mi volto verso Penny interdetta.
'Perché mai dovrebbe voler aiutarci?'
Ma poi penso a come Dione e Penny abbiamo legato con lui in mia assenza.
-Potrebbe funzionare, mandami il numero-
Penny armeggia con i tasti del cellulare e copio il numero contenuto nel suo messaggio. Il telefono squilla un paio di volte fino a quando una voce profonda mi risponde all'altro capo.
-Stan, ho bisogno che tu venga alla mia fermata-
Ed è sorprendente come abbia capito chi sono dalla voce meccanica della chiamata, e di come non abbia esitato a chiudere il telefono. O questo, o più probabilmente avrà pensato fosse una squilibrata.

-my psycho luvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora