6.23 PM
Forse questa sera riusciremo a porre fine a una questione importante. I genitori di Penny l'hanno chiamata disperati. Vogliono che torni a casa, mi sorprende solo che ci sia servita un'intera settimana perché capissero la situazione. Tuttavia ci sono riusciti, quindi sto ripercorrendo i miei passi per raggiungere la seconda entrata della casa di Stan per andare a prendere Penny e affrontare insieme a lei la sua famiglia. Vedere Chris ieri mi ha ricordato di ciò che mi confessò settimane fa, della sua discussione con Stan riguardante la sottoscritta. Mi era completamente sfuggita dalla mente, ma sono pronta a chiedere scusa per cosa lo ha accusato il mio pseudo-fidanzato. Non so in che condizioni sia la nostra relazione al momento sinceramente, e ho paura a ragionarci sopra. Però non posso accantonare tutto, ho bisogno di soppesare tutta la faccenda. Magari lo farò questa notte, ma ora non mi pare il momento giusto. Devo accompagnare Penny a casa sua, ha bisogno del mio sostegno in questo momento, e non posso perdermi nei miei problemi ora come ora.
Sospiro sentendo un calore che mi pervade, comincia davvero a fare caldo, ovviamente Maggio sta finendo, è il minimo che possa succedere. Busso alla porta e, dopo aver sentito dei passi scendere di soppiatto le scale, sulla soglia appare Stan che si fa da parte per lasciarmi entrare. Dove ha lasciato la felpa? Vederlo in t-shirt, è quasi strano, soprattutto con il logo dei muse stampato sopra. Anche perché non gli vedo mai le braccia, che sono pallide e scarne, come il suo viso, d'altronde. Ma aspetta...
-Penny è di sopra, sta raccattando i vestiti che le ha prestato Dione- dice, passandosi una mano tra i capelli e voltandosi per raggiungere di nuovo le scale, ma io mi sporgo per stringere le dita attorno al suo polso fermandolo. Finalmente sembra guardarmi davvero, non vedevo quegli occhi cadere nei miei da tanto tempo, e Dio solo sa quanto mi siano mancati. Voglio dire, ammetto che mi sia mancato non vederlo ronzarmi attorno.
-Cosa hai fatto alla faccia?- lo accuso stringendo la presa su di lui che sembra soppesare la situazione guardandosi attorno.
-Ho fatto a botte- mi risponde scuotendo le spalle e io schiudo le labbra indignata.
-'Hai fatto a botte'- lo apostrofo -E ne parli come se fosse l'equivalente di aver fatto colazione la mattina! Cosa è successo?-
-Nulla, era un conto in sospeso con un vecchio amico- risponde alzando gli occhi al cielo e io lo guardo con sguardo indagatori. Non voglio che abbia alcun rapporto con la sua vecchia vita da spacciatore, e ho paura che questa faida rientri nel genere. Inoltre ho la netta sensazione che il suo zigomo contuso abbia a che fare con l'incontro con un tizio di ieri mattina.
Però sospiro sconfitta prima di dire, facendo ricadere la mano lungo il mio fianco sfiorando la sua: -Volevo solo ringraziarti. Per tutto quello che hai fatto per noi-
Sembra chinare la testa verso di me rivolgendomi un sorriso di circostanza.
-Ma anche chiederti scusa-
Ora si acciglia guardandomi interrogativo e quel sorriso sparisce.
-Chris mi ha parlato di una discussione tra di voi-
'Meglio non entrare nei particolari, potrebbe essere pericolosamente imbarazzante.'
-Non era qualcosa che avrebbe dovuto fare, quindi scusalo-
Il mio tono è freddo, ma Stan sembra percepire un briciolo di vulnerabilità.
-Non preoccuparti, mi ha fatto solo capire che genere di persona sia-
Alzo lo sguardo su di lui che in questo momento sembra tanto confortante da farmi venir quasi voglia abbracciarlo. Ma non credo sia il caso.
-È insicuro, e magari un po' possessivo. Ma mi pare apposto-
Rimango in silenzio studiandomi le mani. Al momento non saprei davvero cosa dire di lui. Mi ha delusa e ferita, e non vuole dirmi nemmeno il perché. Spero solo non sia colpa mia, non riuscirei a sostenere altre accuse.
'Perché mi sembra che tutte le persone che conosco debbano soffrire per mano mia?'
-Stai bene?- mi chiede dopo un attimo di silenzio, chinandosi su di me per entrare nel mio campo visivo. Arrossisco per la vicinanza del suo viso al mio e indietreggio di scatto.
-Sì- mormoro evitando il suo sguardo. Stan mi squadra per poi voltarsi e raggiungere le scale senza dire nient'altro. Sbuffo silenziosamente rimanendo ferma al mio posto. Questo ragazzo è frustrante. Ok, posso accettare la sua presenza nel nostro gruppo di amicizia, ma è essenziale che mantenga le distanze, soprattutto da me.
-Eccomi, andiamo-
Vedo comparire Penny dalle scale incerta trascinandosi dietro un borsone rosa pastello con una piccola spilla raffigurante un tutù da ballerina. Scommetto fosse della sorella di Stan, Adele. Il ragazzo è alle spalle della mia amica e mi guarda dall'alto con una smorfia beffarda.
'Cosa vuole adesso?'
Alzo gli occhi al cielo, mentre Penny ringrazia ancora Stan per l'ospitalità e lo salutiamo prima di chiuderci la porta alle spalle e andare a fronteggiare le due bocche del Diavolo.

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-my psycho luv
Teen FictionEve è una ragazza influenzabile, e fin da piccola ha vissuto una vita dettata da sua madre che però, dopo l'arrivo di Stan, le sta scomoda. Le è sempre stato permesso di sognare nel suo piccolo, e andare oltre sarà difficile e, conoscere la realtà d...