CAPITOLO 3

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Subito dopo aver conosciuto Eric decisi che non avrei avuto a che fare con lui se non esclusivamente durante le cene di famiglia, ma non immaginavo che me lo sarei ritrovato nella stessa classe al liceo. Ricorderò per sempre la mia espressione quando il primo giorno entrai in aula e lo vidi lì, accerchiato da tre ragazze che entrarono in seguito a far parte delle cheerleader. Non appena mi vide, mi ignorò completamente ed il sague cominciò a bollirmi nelle vene, lo odiavo con tutta me stessa. Per non parlare poi delle battutine durante l'anno, con i suoi compagni di squadra verso di me e Therence, un ragazzo un po' nerd del mio gruppo e verso Emily, la mia migliore amica. Non so come ma riesco sempre a capire quando Eric mi sta osservando, forse per via del legame che unisce i nostri genitori o per via delle loro preghiere sul fatto che vorrebbero che iniziassimo ad andare d'accordo; sta di fatto che qualunque occhiata lui mi lanci è sempre di superiorità seguita da un ghigno altezzoso che se solo ci penso mi fa accapponare i peli sulle braccia.

"-Perchè te ne stai seduta lì a fissare il pavimento?" Mi chiede aggirando il tavolo per venire a sedersi ad una sedia vicino alla mia. Sollevo lo sguardo ed i miei occhi incontrano i suoi, i miei verde scuro contro i suoi azzurri come il cielo.
Distolgo lo sguardo perché mi sento pizzicare il naso, segno che le lacrime stanno per arrivare. Cos'ho fatto di male per meritarmi tutto ciò? "-Non ci posso credere, perché non sono andata con loro? Che senso aveva rimanere qui a dormire! A quest'ora sarei lì fuori e non  bloccata qui dentro con te!" Dico piagnucolando e portandomi una ciocca ribelle del ciuffo dietro l'orecchio. D'un tratto sento un movimento e quando alzo lo sguardo vedo che Eric si è alzato ed incombe su di me in tutta la sua altezza. In tutti questi anni, Eric ha invaso il mio spazio personale molte volte e non mi piacciono le sensazioni che provo quando lo fa.
"-Che stai facendo? Spostati che mi fai mancare l'aria!" Gli dico toccandogli le gambe per spintonarlo e mentre lo faccio non posso fare a meno di notare la durezza dei suoi muscoli tesi ed allenati.
"-Ehi non metterla così, c'è una cosa positiva se sono rimasto bloccato qui con te." Dice con voce roca, abbassandosi a livello del mio viso, i nostri occhi si incontrano e sento il suo respiro caldo farmi oscillare lievemente i capelli ed il cuore prende a battermi all'impazzata.
Decludisco e trovo il coraggio di parlare.
"-E quale sarebbe?"Dico a voce bassa.
"-Almeno non rischio di morire di fame se ci sei tu che sai cucinare!" Dice rialzandosi e ridendo si avvia verso la porta del bagno, mentre io lancio un grido di esasperazione.

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