Il giorno del ballo di fine anno, i miei genitori e quelli di Eric vollero a tutti i costi che ci andassimo insieme. Io ero stata invitata da Nate Pine, un ragazzo che avevo conosciuto al laborario di Scienze, quello stesso anno. Si era trasferito nella nostra scuola dall'Inghilterra ed il suo accento e i suoi modi di fare facevano impazzire molte delle ragazze dell'istituto. Per questo ad Eric non andava a genio quel tipo, perché gli aveva rubato in un certo senso " il podio". Nate era alto quasi quanto lui, era biondo con dei chiarissimi occhi azzurri nei quali ci si poteva specchiare, anche se diversi dalla tonalità profonda degli occhi di Eric, in più era dotato di un bellissimo carattere altruista e gentile. Insomma aveva tutte qualità che Eric non aveva. Lui invece, in quel periodo usciva con Thiffany, era alta quasi un metro e ottanta, le sue gambe chilometriche si notavano anche da lontano. Aveva occhi grandi da cerbiatta ed un caschetto nero con tanto di frangetta alla Cleopatra. Ovviamente era una cheerleader.
"-Secondo noi dovreste andarci insieme al ballo!" Disse mia madre con aria sognante guardando me ed Eric seduti alla tavola, durante le solite cene di famiglia.
"-Non esiste!"
"Si potrebbe anche fare!" Rispondemmo io ed Eric all'unisono. Trasalii al suono della sua voce, non potevo credere alle mie orecchie. Doveva aver in mente un piano tutto suo, sennò non riuscivo a spiegarmi il perché avesse dato una risposta affermativa a mia madre.
"-È magnifico!" Dissero le nostre madri in prenda all'euforia.
Iniziarono immediatamente a parlare dei nostri abiti e i possibili vari abbinamenti. Quando realizzai che Eric aveva davvero dato una risposta positiva alla domanda più negativa sulla faccia della terra mi alzai di scatto dalla sedia.
"No! Non se ne parla proprio!"
"-Come tesoro? Perché mai? Perché devi fare la guastafeste? Per una volta provate ad andare d'accordo."
Disse con voce tagliente mia madre.
Mi girai nella direzione di Eric e lo fulminai con lo sguardo. Quel sorriso compiaciuto che aveva sul volto mi rivelava molto di più di quanto sospettassi.
"-Posso parlare un attimo con te in privato per favore?"
L'espressione contrariata del mio viso tradiva il tono calmo della mia voce.
"-Certo Chris."
Disse allargando ancora di più quel sorriso strafottente. Che bastardo, in cinque anni e mezzo che ci conoscevamo non mi aveva mai chiamata Chris. Mi alzai e afferrandolo per l'avambraccio lo trascinai in salotto, lontano da orecchie indiscrete.
"-A che cavolo di gioco stai giocando?"
"-Io? A Nessun gioco." Disse con quel ghigno sul volto che solo chi aveva un piano diabolico in mente poteva avere.
"-Tu non mi rovinerai la festa del ballo di fine anno. Mi hai già rovinato anni fa il giorno della premiazione del progetto di Scienze!" Per un solo impercettibile attimo qualcosa nella sua espressione cambiò, cos'era quello che vidi risentimento? Si era forse pentito di avermi rovinato il progetto? Fatto sta che quello sguardo durò meno di un secondo e poi la sua solita espressione snervante si ridipinse sul suo bel visetto.
"-Voglio andarci con te perchè..." Disse avvicinandosi sempre di più, ed io indietreggiai andando a sbattere contro il tavolino al centro del salotto. Mi portai nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"-...così potrò vantarmi di aver soffiato la ragazza a quello stronzo di Nate Pine." Disse con voce bassa e roca, eravamo praticamente a faccia faccia e un misto di menta e fresco mi pervase le narici. Rimasi per un attimo immobile e stordita, poi il mio cervello registrò il significato delle sue parole e la rabbia mi ribollì nelle vene. Eric voleva andare al ballo con me per potersi vantare davanti a tutta la scuola di aver soffiato la ragazza a Nate e rovinargli il ballo. "-Non se ne parla proprio! Io non voglio andare al ballo con te, non ci andrei nemmeno se fossi l'ultimo ragazzo sulla faccia della terra!" Esagerai un pochino e lo notai dalla sua espressione, sembrava l'avessi ferito. Anche se era alquanto insolito il fatto che l'opinione che avevo su di lui gli importasse. Quando cercai di allontanarmi, mi afferrò per il polso. Odiavo ogni qualvolta che faceva, lui non aveva nessun diritto di toccarmi in quel modo.
"-Eric lasciami andare!"
"-Tu verrai al ballo con me, fallo per il tuo amico Therence. I miei compagni di squadra lo prendono già di mira, figurati se sarò io, il loro capitano ad ordinarglielo."
"-Il liceo è finito, l'anno prossimo Therence andrà al College a San Francisco lontano da qui."
"-Ma durante tutta l'estate lui rimarrà qui a Manhattan e sanno esattamente dove abita." Il naso prese a pizzicarmi e gli occhi mi si riempirono di lacrime. Eric alzò la mano sinistra portandola verso il mio viso per asciugarmi una lascrima solitaria che ricadeva sulla guancia. I suoi occhi azzurri fissi nei miei. Non riuscivo a capire come potesse dire cose così cattive, rovinarmi intere giornate e al contempo essere capace di un gesto tanto dolce. Il mio cervello dovette ricordarsi però che era colpa sua il fatto che stessi piangendo, così mi divincolai dalla sua presa e dopo essermi asciugata il viso, tornai in sala da pranzo. Eric mi seguì poco dopo.
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Ti odio ma ti amo☆
ChickLitChristal è una ragazza alla quale non importa nulla della popolaritá, non si può però dire lo stesso dell'antipatico ma affascinante figlio degli amici di famiglia dei suoi genitori, con il quale è costretta a passare del tempo quando le loro famigl...