CAPITOLO 12

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Dopo aver preparato una zuppa di brodo caldo, torno in camera di Eric con la tensione alle stelle. Sono davvero cosí stupida da credere che basti rimanere chiusi per ventiquattro ore in una casa da soli perché lui cambi?
Quando entro nella stanza lo trovo seduto sul letto, con la schiena contro il muro e la testa fra le mani. Si accorge di me non appena metto piede nella stanza, perché solleva il viso e mi guarda negli occhi.
"-Mi fa malissimo la testa."
"-Ehm be, è colpa della febbre! Ti ho preparato una zuppa, dovrebbe aiutarti a stare meglio." Dico mentre arrivo dinanzi al suo letto e poggio il vassoio sul comodino. "-Non restartene lì in palata, puoi sederti qui... se vuoi." Dice battendo la mano sul letto accanto a lui, così vado a sedermi nella stessa sua posizione, poggiando la schiena contro il muro freddo. Rimaniamo in silenzio mentre lo guardo prendere la zuppa e assaggerne qualche sorso. Il calore del suo corpo mi arriva ad ondante investerndomi appieno, le nostre braccia si sfiorano leggermente e anche dalla maglietta a maniche lunghe posso riuscire a sentire il calore della sua pelle.
"-Mi dispiace..." Dice infine Eric posando il piatto nel vassoio sul comodino. Mi giro di scatto a guardarlo. "-Per cosa...esattamente?!" Dalla mia voce pervade del sarcasmo, perchè alla fine Eric, ha una lista lunghissima di cose per cui scusarsi nei miei confronti. "-Mi dispiace per...un po' per tutto." La sua voce roca mi attraversa infondendomi calore ovunque. Non avrei mai immaginato un giorno di trovarmi in una casetta in montagna bloccata con lui ed in più ricevere delle scuse.
"-Oh be, okay. Accetto le tue scuse ma non vuol dire che ti perdono."
Ritorno a fissare la porta di fronte a me e sento i suoi occhi azzurri puntati nella mia direzione.
"-Se c'è una cosa dalla quale non riesco a liberarmi, è il senso di colpa per non essere riuscito ad avvisarti come si deve su Richard. Se non mi fossi ubriacato quel giorno, sarei riuscito ad impedire quello che è successo."
"Non capisco perché mi stai dicendo queste cose? Perché proprio adesso? Pensi che possa cambiare l'opinione che ho di te? Per me resterai sempre l'arrogante e superficiale figlio degli amici di famiglia."
"-Senti, lo so che è difficile credermi ma...a me dispiace davvero e poi...poi non sai la mia versione, non sai perché mi sono comportato in quel modo. Tu non mi conosci!"
Non è vero, io conosco molte cose di lui ma le uniche che mi piacciono le posso contare sulla punta delle dita. Come il fatto che quando è nervoso si passa una mano sulla testa, sfiorandosi i capelli ricci, facendo poi scendere la mano dietro al collo. Oppure il modo in cui si flettono i muscoli delle sue braccia quando è arrabbiato, o il modo in cui, il celeste dei suoi occhi diventa più intenso quando gioca a Football o fa qualcosa che gli piace. Persino quel suo sorriso strafottente, quello che riserva solamente a me, che tanto mi snerva, con il tempo ha finito per piacermi. Ma non gli dirò niente di tutto questo. Cerco di convincermi che queste poche cose che mi piacciono di lui non siano sufficienti ma non so se sia la verità o se io stia mentendo a me stessa da anni.
"-A quanto pare anche tu non mi conosci, sai solo che sono la figlia sfigata neanche passabile degli amici dei tuoi genitori.!"
Dopo aver pronunciato quelle parole, me ne pento all'istante. Non avei voluto lasciar trasparire quanto mi ferisca il fatto che non mi trovi carina. Faccio per alzarmi ed andarmene ma lui mi afferra per il polso, come ha sempre fatto.
"-Io invece conosco tante cose su di te e mi piacciono tutte Chris."
Rimango per un istante con lo sguardo verso la porta, per non guardarlo, per non fargli vedere l'espressione scioccata che ho dipinta sul volto.
Cosa vuol dire che sa tante cose di me e che gli piacciono tutte? 
Mi volto lentamente ed incontro i suoi occhi, limpidi, celesti come il cielo.
"-Non lo pensavo davvero quello che ho detto. Non credevo realmente che non fossi carina quando ti ho vista per la prima volta...solo che...insomma ero uno stupido adolescente e la cosa poi con gli anni mi è sfuggita un po' di mano. Sai, io sono sempre stato il quaterback della squadra di football, quando dicevo ad una ragazza che non mi interessava il giorno dopo me la ritrovavo nuda nel mio letto. Quello che ti voglio dire è che nella mia testa era scattata quella cosa e pensavo che se mi fossi mostrato disinteressato, ti saresti interessata a me. Invece è accaduto l'esatto contrario...perché tu non sei come loro, come le altre ragazze. Sei diversa."
Fa un piccolo sorriso amaro e si porta una mano all'altezza dei morbidi capelli, toccandoli leggermente per poi farla ricadere dietro il collo.
"-Ma questo comunque, non spiega la maggior parte dei tuoi comportamenti. Perché a scuola ce l'avevi tanto con me? Perché mi perseguitavi con i tuoi stupidi amici di squadra?"
Strattono il braccio e mi lascia andare il polso. Mi rimetto seduta sul letto ma ad una distanza di sicurezza maggiore.
"-È difficile credermi, lo so ma... quando si è popolari, quando si è il quaterback la gente ti adora, ma segue ogni movimento che fai e ad un minimo passo falso ti giudica demolendoti. Vogliono che tu faccia esattamente quello che si aspettano da te, nel senso: " Hey Eric, sei il quaterback. Devi uscire con quel gruppo di persone alla moda. Oppure Eric sei il capitano della squadra, devi uscire per forza con la cheerleader più bella ma senza cervello, solo perché agli occhi di tutti sareste la coppia del momento." 
Delle lacrime iniziano a cadermi dagli occhi, finendo sulle mie mani giunte in grembo.
"-Non c'è bisogno di dirmi che io sono cosí diversa da te e che faccio parte di quelli meno popolari... perché questo lo so già. Non ho bisogno di sentirmelo dire ancora e sopratutto non da te!"
Mi alzo velocemente riuscendo ad uscire dalla stanza senza essere fermata e vado a chiudermi in bagno.

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