Il caldo respiro di Øystein sul mio collo mi destò dal sonno.
Era notte fonda. Quella sera una Luna immensa illuminava la foresta silenziosa. L'autunno stava porgendo la mano all'inverno, mentre piccoli fiocchi di neve cadevano cauti dalle nuvole.
Avevo raccolto alcune provviste nel mio vecchio zaino di scuola, mentre Øystein era già in letargo. Ero sola, ma sapevo di poter ancora contare su di lui. Sul suo calore. Sulla sua presenza. Non temevo più quegli artigli acuminati e non tremavo nel vedere la sua larga mandibola mentre masticava le carni di una piccola lepre. Sapevo che mi avrebbe sempre protetta.
Mi sentivo amata. Mi sentivo al sicuro con lui.
Il tatuaggio sul mio fianco sinistro ora era ben visibile sulla mia pelle pallida. Come per confermare che il nostro legame si fosse rafforzato.
Non sapevo se era mattina, non sapevo che giorno era. Avevo perso oramai da molte Lune la cognizione del tempo. Improvvisamente vidi Øystein svegliarsi dal suo letargo. Era spaventato, terrorizzato. Le sue pupille dilatate saettarono verso di me. Il mio respiro accelerò. Lo vidi alzarsi lentamente ed affacciarsi dal giaciglio. La sua immensa figura era illuminata dai raggi Lunari, mentre fuori il vento iniziava ad ululare tra i fitti rami. Annusava intorno a se l'aria, il muso puntato verso nuvole. Mi affacciai a mia volta, spaventata.
In lontananza, la piccola figura di una donna. I capelli castani erano raccolti da un groviglio di morbide trecce, elegantemente legate sulla sua testa. Indossava un abito scuro, mimetizzandosi con le ombre della foresta. Era bellissima. I suoi occhi verdi osservavano intorno a se circospetti. Il suo volto mi ricordò le statue di quella dimora, che spesso rimiravo lungo il tragitto per andare a scuola.
Scuola.
Rabbrividii pensando all'incidente. Il belare continuo delle pecore ed il terrore della solitudine, mentre le nuvole minacciavano di piovere. Mi tornò alla memoria il profumo di rose selvatiche, mentre cadevo nell'oblio svenendo. Tremai abbracciandomi a Øystein, spaventata dai ricordi.Osservai incuriosita la figura di quella donna. Il cappotto blu ricoperto da piccoli fiocchi di neve. Øystein la stava osservando con impazienza da parecchi minuti, mentre ringhiava piano verso la sua figura. La donna parve sentirlo. Improvvisamente il suo sguardo cadde su di noi, fortunatamente mi ero nascosta in tempo prima che potesse vedermi. Sentivo il rumore dei suoi passi che si avvicinavano cauti. Il mio corpo attutiva contro Øystein, mentre sentivo il suo ringhio riverberare in lui.
Potevo vedere i suoi denti aguzzi esposti, mentre la mandibola si apriva in un ringhio di avvertimento. Le pupille dilatate. La paura alle stelle, poi una voce. - Chi stai proteggendo? - Chiese cauta una dolce voce di donna. Mi rannicchiai piano alle spalle dell'orso, mentre il mio cuore batteva a mille. - Di certo non un cucciolo. - Disse avvicinandosi un poco. Ma Øystein non glielo permise, scoppiando immediatamente in un ringhio furioso. Le zampe aperte, con gli artigli esposti in un muto avviso. - Calmo. Non voglio farle del male. -
La sentivo vicina. Troppo vicina.
Lei sa.
Compresi.
Sa ed ora mi porterà via!
Tremai contro Øystein, tirando piano la sua pelliccia come avviso.Immediatamente lui uscì dal giaciglio. La mandibola spalancata verso l'intrusa.
Ultimo avviso o morte.
Spettava a lei decidere.
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La Foresta|| Il Segno Sinistro
FantasyAgata è una giovane ragazza di campagna spaventata dalle ombre. Una in particolare la segue in quel bosco che deve attraversare per tornare a casa da scuola. Un'incidente, dovuto ad una svista, la isolerà dalla sua vita e dai suoi amici, accompagnat...