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Tornai in stanza con le lacrime che minacciavano di farmi piangere. Øystein appena mi vide mi venne incontro, strusciando il muso contro la mia mano. Mi svestii con rabbia e mi buttai sul morbido letto. Le lenzuola verdi mi circondarono in un morbido torpore. - Øystein... non sai cos'è appena accaduto. - Gli dissi immergendo la testa nel cuscino. Il suo uggiolio mi fece alzare la testa, i suoi occhi sembravano supplicarmi. Gli feci spazio tra le coperte, fortunatamente il letto sembrava resistente e si accucciò lentamente accanto a me. Mi addormentai abbracciata ad Øystein, la coperta che ci teneva al caldo.

***Poche ore Prima***

Madame Viviane mi osservava attenta, mentre Madame Maude faceva uscire gli altri ragazzi dalla stanza per poter parlare in privato. Notai Mirea sorridermi prima di andarsene. Il mio sguardo passava tra le due donne, mentre Maude si sedeva al mio fianco, sorridendomi e stringendomi la mano. - Allora Agata. - Iniziò Madame Viviane, osservandomi. Il lampadario dondolò appena sulle nostre teste. - I tuoi genitori non sanno ancora niente del tuo ritrovamento, sono passati cinque mesi dalla tua scomparsa. - Sussultai ricordando i loro volti. Mi odiai per essermi dimenticata di loro. - Molti dei nostri ragazzi hanno una famiglia a casa e per questo sappiamo come comportarci di conseguenza, ma la scelta dipende da te. - Continuò Madame Maude, sorridendomi tristemente. - Quale scelta? - Chiesi preoccupata, gli occhi di Madame Viviane brillarono. - Puoi continuare a fingere la tua scomparsa, ma vivendo reclusa in questa casa... - Rispose Viviane. - Tornare alla tua vita abitudinaria e fingere che nulla sia successo... - Continuò Madame Maude, i suoi occhi verdi erano più spenti del solito. - Oppure tornare dai tuoi genitori e chiedere di frequentare un nuovo istituto. - Terminarono scambiandosi occhiate d'intesa.
Istituto?
Mi chiesi osservandole, Madame Maude intuì il mio dubbio. - Questa struttura non è solo una casa dove persone come noi si possano riunire per comprendere meglio ciò che sono, ma anche una scuola. - Madame Viviane annuii entusiasta dell'argomento preso. - Non solo materie scolastiche, ma anche sul galateo. - Aggiunse, mentre Madame Maude mi osservava attenta. - Essendo diversi ci è difficile tornare come prima dopo l'incontro con il proprio animale totem. -
Era questo Øystein? Un animale totem?
Intuii. Madame Maude, vedendo il mio volto sempre più dubbioso, si chiarì: - L'animale totem è un'entità al quale ci si sente legati per tutta la vita. - Spiegò appoggiando la schiena contro la sedia, sembrava esausta, come se un peso gravasse sulle sue spalle. - Una volta si usava unirsi con il proprio totem in una cerimonia di iniziazione, ma oggi viene considerata una pratica tribale. - Disse irata Madame Viviane, stringendo i pugni. - Il legame viene indicato con un tatuaggio in un punto non specifico del corpo, ma il simbolo è lo stesso per tutti. - Terminò Maude con le mani che reggevano la sua fronte, il corpo stanco. Molti minuti di silenzio seguirono, ormai le luci dell'abitazione erano tutte spente, solo la sala era accesa, poi Madame Viviane mi guardò. - Allora? - Chiese. - Cosa farai? - Le guardai. Erano identiche, ma con caratteri opposti: Madame Maude sembrava sul punto di svenire, mentre Madame Viviane era una roccia, ardeva di coraggio e di forza. - Penso che opterò per la prima opzione... - Dissi incerta, la testa china.
Non avrei visto mai più i miei genitori.
Trattenni le lacrime a stento al pensiero. Mi odiai.

- Saggia scelta Agata! Saggia davvero! - Disse Madame Viviane entusiasta.

- Saggia scelta Agata! Saggia davvero! - Disse Madame Viviane entusiasta

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