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- Le cacciatrici assalirono l'invasore. Le terre furono salve, quando giunsero nuovi nemici nei confini settentrionali e meridionali. Esattamente... qui. - Spiegò Madame Maude, indicando il Nord America. - Bene. Per oggi la lezione è terminata. Per domani aspetto un riassunto della lezione di oggi in mille parole. Studiate anche il paragrafo a pagina 67. - Disse, appuntando i compiti appena segnati sul taccuino accanto a lei, mentre intorno a me si levavano sbuffi e dissensi.

Raccolsi serena il mio materiale, per poi scontrarmi col volto di Michele, che mi osservava insistente. - Agata... - Mi chiamò incerto, poco prima che mi alzassi per andarmene. Lo guardai, gli occhi verdi incerti. - Ti andrebbe di fare i compiti insieme? - Propose, grattandosi dietro la testa insicuro, sorridendomi. Annuii, ricambiando il suo sorriso e felice di ricevere la compagnia di un vecchio amico. Uscimmo dall'aula con lo sguardo di Dan che mi attraversava la schiena, fino ad imprimersi nella mia pelle. Guardai con la coda dell'occhio i suoi capelli corvini, prima di finire nell'immenso corridoio.

Le lezioni, per quel giorno, erano terminate.

Michele mi osservò, i suoi capelli biondi e ricci spettinati. Sembrava stanco. - Fortuna che sono orfano. - Disse improvvisamente, mentre il silenzio ci lasciava un senso di inquietudine addosso. Lo guardai stupita, mentre rispondeva al mio sguardo. - Ogni mattina i ragazzi che hanno deciso di restare con i propri genitori, si alzano alle sette per andare a scuola, per poi dirigersi nel pomeriggio verso la casa di Madame Viviane e Maude, con altre tre ore di lezione. - Iniziò prendendo una merendina schiacciata dalla tasca dei pantaloni, per poi addentarla, affamato. - In tarda mattinata alcuni tornano a casa stremati, dando una scusa ai genitori e finendo i compiti la sera tarda. Ma molti si arrendono ed abbandonano tutto per tornare immediatamente dai genitori, lasciando le lezioni delle Madame. - Continuò, gustandosi la cioccolata sotto il mio sguardo stupefatto. - Io faccio entrambe le scuole, ma per una buona causa: Cercare altri come noi! - Disse entusiasta, mentre prendeva il libro di matematica della mia vecchia scuola dal suo zaino rovinato. - Non mi stupisco che Madame Viviane ti abbia complimentata per la tua scelta. È la più saggia che molti di noi abbiano mai intrapreso, troppo attaccati alla famiglia. - Lo guardai, l'indignazione prese posto dello stupore. - Come fai a saperlo?! - Il suo sguardo color mandorla mi perforò dietro i suoi spessi occhiali. - Il tuo arrivo ha fatto scalpore. Siamo una centinaia di ragazzini, tra cui molti orfani; non ti stupire se uno origlia alla tua porta. - Disse sfacciato, finendo la merendina e leccandosi le dita appiccicose. Rimuginai su quello che Michele mi aveva mostrato. Mi aveva aperto gli occhi a quel mondo nuovo, pieno di dolore e solitudine.

- Allora, ti va di prendere un cappuccino al bar? -

- Allora, ti va di prendere un cappuccino al bar? -

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