_30_

41 5 0
                                    

Si può amare una persona che pochi istanti prima odiavi con tutto te stesso?

Un pugnale argentato spuntava sulla schiena di Maude. Il corpo piegato su sé stesso in una posizione innaturale. Era un fiore immerso in un lago di sangue. Urla. Tante urla mi scoppiavano in testa fino ad impazzire. Perché fa più male la morte della bugia? Mi chiesi. - Tu. - Una parola pronunciata con tanto odio e disprezzo. - Hai ucciso mia sorella! - Mi accorsi solo dopo che Viviane si riferiva a me. In quella stanza eravamo rimaste solo noi due, con un cadavere a due passi da me. - No! - Urlai, mentre le prime lacrime si mischiavano con la pioggia. I vetri infranti ancora a terra. Le mani di Vivian strinsero con vigore le mie spalle, accusandomi. - Vous! Vous! Je sais, c'était toi!! - Continuava isterica, parlando nella sua lingua natia. Le sue labbra fremevano in dolci lettere urlandomi malvagità. Immediatamente Michele scese insieme agli ultimi ragazzi rimasti. Faizah li seguiva a ruota, con Gabriele al suo fianco. Per la prima volta Mirea non scatta fotografie. Pensai con amara ironia vedendola immobile, con le braccia lungo il corpo snello. Michele tentò, nel mentre, di fermare la donna che continuava a scuotermi convulsamente, ma vedevo nei suoi occhi l'incertezza. Anche tu? Dan mi tenne stretta a se, mentre Michele parlava con Viviane. I suoi occhi erano rivolti solo al cadavere della sorella. La mano sinistra sulle sue labbra, gli occhi gonfi di pianto. - Non sei stata tu? - Chiese Dan al mio orecchio. I miei occhi si spalancarono immediatamente. Tu, Dan? Mi voltai verso di lui, allontanandomi dal suo abbraccio falso, dalla sua stretta piena di dubbi e bugie. - Scusa, era per accertarmene. - Sussurrò. Il mio sguardo sembrava aver risposto al suo futile quesito. Di slancio gli tirai una sberla. La stanza calò nel totale silenzio, mentre le orecchie mi fischiavano prepotenti. - Chi ti credi di essere? Mai avrei fatto una tale atrocità! Era come una madre per me! - Nonostante il male che mi ha fatto, le bugie che ci ha raccontato. Pensai, ma non dissi altro, fuggendo nella mia stanza. Avevo bisogno di aiuto, di una minima protezione. Avevo bisogno di Øystein. Arrivai nella mia stanza col fiatone. I polmoni non reggevano un tale affanno come io non reggevo un tale dolore. Entrai nella camera incontrando immediatamente il dolce muso dell'orso. I singulti si erano impossessati del mio corpo, senza poter controllare il pianto. La mano sul petto nel vano tentativo di attenuare il dolore. - Dobbiamo andare via da questa casa. Scappare da questo incubo senza fine. - Dissi prendendo il mio vecchio zaino di scuola e buttandovi dentro dei vestiti e qualche merenda che avevo lasciato da parte. Appena aprì la finestra, sentì delle urla provenire dal piano inferiore. Riconobbi immediatamente la voce di Mirea. Corsi al piano di sotto seguita da Øystein, fregandomene della mia fuga, mentre il mondo sembrava vorticare in una nuvola sfuocata. - Mirea! - La chiamai. Madame stava attaccata alla parete con occhi spalancati, la mano sul cuore e gli occhi puntati dritti davanti a se. Io non potevo vedere chi stava sguardando, ero a pochi passi dall'entrata della sala, dove ancora il corpo di Maude era accasciato innaturalmente a terra. Inerme, pallida. Un forte senso di nausea mi prese alla bocca dello stomaco, ma lo ignorai proseguendo verso gli ultimi abitanti di quella struttura decadente. Faizah e Gabriele erano in posizione d'attacco, accanto a loro un'enorme tigre ed una pantera sfoderavano i canini. Al mio fianco Øystein ringhiò piano, mentre entravamo nella stanza. Gli occhi di tutti erano rivolti alle finestre. Magre figure di ragazzi malati ed armati minacciavano Mirea, puntandole un pugnale alla gola. Avevano approfittato del caos per introdursi in casa indisturbati. Al loro fianco non vi erano animali totem. E' stata la madre di Michele a ridurli in questo stato? Non li uccide prendendo i loro totem, ma li rende suoi schiavi? In cambio di cosa? Mille dubbi affollavano la mia mente stanca. La testa vorticava. L'odore del sangue era ovunque.

La perdita di una casa, una famiglia, una madre ed ora? Cos'altro avrei perso?

- Perché ci attaccano? Chi sono? - Chiese Dan affiancando Maude. No, affiancando Viviane. La mia mente aveva sovrapposto il volto identico delle due donne, giocandomi brutti scherzi alla vista. - Sono semplici scagnozzi, sono qui per un animale totem. - Urlò cercando di sovrastare il rumore dei tuoni, che ancora si riversavano sulle nostre teste, fino ad entrare nella casa stessa. I sussulti dei miei compagni mi svegliarono dal mio stato di trans nell'aver visto nuovamente il cadavere. Gli occhi degli assalitori puntati su di me.

Voglio il tuo orso.
Lo voglio mio.

Lo voglio mio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La Foresta|| Il Segno Sinistro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora