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I suoi occhi verdi luccicarono. I suo respiro si appesantì.

La guardavo con occhi spalancati, ben nascosta nel giaciglio. Øystein ringhiava contro di lei, rabbioso, incontrollabile. Ero orgogliosa di lui. - Agata. - La donna mi chiamò.
Lei sa.
Tremai. Gli arti dolevano, mentre mi tenevo rannicchiata su me stessa. - Vieni con me. Non ti farò del male. - Non le risposi. Mi limitai ad allontanarmi dall'apertura, per poi poggiare la schiena contro il freddo tronco, gli occhi spalancati.
No no no...
Ero terrorizzata. Invano avevo sperato in una vita solitaria con Øystein, nella pace e nel silenzio della natura. - Ho vestiti e cibo con me. - Disse. Scossi la testa nonostante sapessi che non poteva vedermi. - Resterai con noi, se lo desideri. - Sentivo la sua voce vicina, sotto i ringhi dell'orso. - Øystein. - Lo chiamai sussurrando in un flebile borbottio, non più abituata a parlare. I suoi ringhi cessarono immediatamente, mentre piano veniva verso di me. Sospirai quando entrò nel giaciglio e subito parlai alla donna. - Chi 'altri' ? - Immediatamente la donna ne approfittò. - Siamo in molti come te. Noi tutti abbiamo quel segno. - La sentii chiaramente nonostante fuori il vento ululava imperioso. Mi alzai decisa e mi mostrai a lei. Nuda, aperta a parlarle. La vidi sussultare nel vedermi.
Sono brutta?
Le faccio orrore?
Pensai tristemente, ma non mi tirai indietro. - Chi sei? - Le chiesi. Lei immediatamente si ricompose, la bocca chiusa in un flebile ed amichevole sorriso. - Sono Madame Maude. - Disse, osservando le mie forme. Ricordai immediatamente le parole di Michele a Mirea.
La conoscono, forse sono stati loro a rivelarle la mia posizione.
Intuii adirata. - Come fanno Michele e Mirea a conoscerla? - Le chiesi. Il vento sulla mia pelle esposta non mi scalfiva, dietro di me Øystein mi scaldava protettivo, poggiando il suo corpo contro la mia schiena. I nostri occhi fermi su di lei. - Sì! - Disse entusiasta. - Dove andremo ci saranno anche loro! Sappiamo di te, ti aspettavamo. - La guardai contraria alle sue parole. - Io non verrò da nessuna parte. Non mi allontanerò da Øystein, permettendo a dei cacciatori di ucciderlo. - Parlavo a fatica. Le parole sembravano incastrate in gola. Le mi guardò comprensiva ed amorevole. - Lui verrà con noi se lo desideri, sappiamo quanto è forte 'il Legame'. - La guardai interrogativa, mentre accarezzavo il manto soffice e bruno del mio amico. La mano immersa nella sua calda pelliccia. - Voi non sapete niente di me. Voi non potete entrare nel nostro territorio. - Urlai irata. - Scappa prima che Øystein ti sbrani! Gli sconosciuti non sono ben accetti qui! - Il volume della mia voce aumentò, mentre la rabbia cresceva.
Chi si crede di essere?!
Pensai presa dall'ira. La vidi incerta sulle sue gambe snelle, mentre mi osservava dubbiosa. Iraconda presi la mia lancia, costruita con un ramo solido ed un sasso tagliente, legati con uno spesso strato di resina ed erba. Impugnata l'arma la lanciai, conficcandosi nel terreno vicino ai suoi piedi, mi ero esercitata cacciando le prede insieme ad Øystein; arma perfetta per i conigli. - Scappa! - Le intimai, con tutto il fiato che avevo in gola, mentre calde lacrime scendevano sul mio viso.

Perché piango? Perché ho tanto dolore in petto?
Mi chiesi, cercando di rallentare i battiti del mio cuore.

Perché piango? Perché ho tanto dolore in petto?Mi chiesi, cercando di rallentare i battiti del mio cuore

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