Occhi.
Occhi ovunque.
Rumore di rami spezzati.
Ombre tra le foglie.Il vento faceva ondeggiare gli arbusti. Le mie mani continuavano a sudare mentre le gambe si muovevano veloci, spingendo sui pedali in un movimento irrefrenabile. Il respiro si condensava all'aria del pomeriggio, mentre mi osservavo intorno circospetta. Foglie schiacciate e canti di uccelli che volavano via, spaventati.
Le ruote sfregavano sulla strada mentre procedevo per una lunga discesa. Tenni salde le mani sui freni, scendendo con velocità sulla valle. Qualche fiore spuntava tra i sassi, mentre le castagne cadevano sul terriccio. Feci appena un sospiro appena terminò la discesa, quando sentii un rumore di passi.
Agata!
Mi sentii chiamare, rivelandosi spuntando da un cespuglio Mirea ancora ricoperta di foglie e le scarpe infangate. - Ciao Mirea! - Salutai sollevata, avvicinandomi alla sua figura. - Sei arrivata in tempo! Ho appena scattato una foto sensazionale! - Urlò fuori di se alzando le braccia in segno di vittoria. Si avvicinò a me, schivando sassi e castagne, per poi mostrarmi lo scatto direttamente dalla sua macchina fotografica, una magnifica Nikon D800; un reflex con un sensore ad elevata risoluzione. Un costoso e pericoloso acquisto per la mia amica avventata, che gioiosamente saltellava impaziente dal desiderio di mostrarmi la sua arte. Mi accostai a lei per vedere meglio l'immagine.Nuovamente, l'orso bruno mi stava osservando. Solo il suo occhio riempiva l'intero schermo della fotocamera.
La sua pupilla direttamente nei miei occhi.
Feci un passo indietro, rischiando di inciampare e di cadere, ancora seduta sul sellino. - Vieni - Sussurrò Mirea, facendomi scendere dalla bici ed allontanandoci dalla strada. Mi teneva la mano, come se temesse che scomparissi in una nuvola di fumo. - Mettiti qua dietro. - Sussurrò nascondendosi dietro un fitto cespuglio di more. Feci come aveva suggerito, acquattandomi affianco a lei, con le ginocchia leggermente piegate tenendomi in equilibrio. Tra le foglie cadute dagli alberi, si rotolava giocoso un orso bruno.
Quell'orso bruno.
Spalancai gli occhi, esterrefatta. I suoi artigli tagliavano l'aria intorno a se, mentre la polvere del terriccio si attaccava alla sua folta pelliccia. Mirea rubacchiò giocosa una mora nerastra dal cespuglio in cui ci eravamo nascoste, mentre si gustava il suo momento di gloria. Poi mi guardò. - Agata. - La guardai, traboccava di gioia da tutti i pori. - Ho appena trovato il soggetto per le mie fotografie! - Sussurrò trattenendosi a stento. Sussultai e maldestra persi l'equilibrio, sbilanciandomi all'indietro.Non mi preoccupai se l'orso mi avesse sentita. Non sapevo il perché, ma ero maledettamente gelosa.
- Agata! - Esclamò la mia amica preoccupandosi. Mi aiutò a rialzarmi e la guardai. - Stai scherzando spero. - Dissi. - Lo sai quant'è pericoloso? - La guardai negli occhi, ferma nella mia opinione. - Rischi la vita per uno scatto! - Esclamai, fregandomene del mammifero che si era appena alzato. Mirea mi guardò sbigottita. - Davvero non ti interessa niente della tua vita? - Le chiesi improvvisamente, dopo lunghi attimi di silenzio. Lei mi osservò, svegliandosi come da un sogno, prese molto lentamente la Nikon D800 e mi fotografò, mentre il flash mi accecava.
Poi si allontanò cautamente, stringendo a se con forza la reflex. - Ora... - Iniziò, continuando ad arretrare. - Al mio tre scappa. Capito? - Disse senza distogliere lo sguardo alle mie spalle. La guardai, ma lei era già lontana qualche metro. Poi qualcosa di umido mi toccò al fianco sinistro. Sembrava un piccolo cuscinetto, come quelli che si usano per il mouse.
E capii.
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La Foresta|| Il Segno Sinistro
خيال (فانتازيا)Agata è una giovane ragazza di campagna spaventata dalle ombre. Una in particolare la segue in quel bosco che deve attraversare per tornare a casa da scuola. Un'incidente, dovuto ad una svista, la isolerà dalla sua vita e dai suoi amici, accompagnat...