Presente

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Lenore's pov
Sfoglio l'album come se fosse la storia della mia vita.
Tutti questi momenti appaiono nella mia mente come qualcosa di lontano, come un sogno.
Fatico a credere che siano successi veramente... ma è impossibile non crederci.
Queste foto testimoniano tutto quel che ha detto Leon.
Osservo il suo volto, adesso lo vedo sotto un'altra luce. Non è più il Leon pericoloso, adesso sembra solo un ragazzo disperato e solo.
Ha sofferto tanto e, ogni volta che lo allontanavo da me, lui soffriva sempre di più.
Doveva correggere il suo comportamento, ma di sicuro anche io dovevo cercare di capirlo. I pregiudizi che avevo su di lui avevano preso il sopravvento, era impossibile per noi ricreare quel rapporto.

Ma adesso... che cosa dovrei fare?

-Leon... io non so cosa dire...-
Dopo aver sentito tutta la sua storia, non riesco a far uscire parole diverse da queste.
Una persona che pensavi non avesse niente a che fare con te... diventa improvvisamente il coprotagonista della storia.
-Posso capire che fai fatica a crederci... ma vorrei almeno una cosa in questo momento. La tua fiducia.-
È sincero, lo è sempre stato, a differenza di altre persone.
Lui non mi ha mai nascosto nulla, perché dovrei dubitare?
-La mia fiducia è già tua, è solo che... oddio non so che cosa fare!-
Leon si avvicina a me, mi abbraccia, sembra assolutamente una persona normale.
Dove è finita la sua aura da pazzo psicopatico?
-Vorrei dirtelo io, ma non voglio condizionarti. Ho promesso a me stesso che avrei lasciato fare tutto a te. Non voglio obbligarti a fare qualcosa che non vuoi.-
Sta davvero cercando di trattenersi, riesco a sentirlo.
Non dev'essere facile per niente.
Prima era possessivo, sfruttava le persone solo per divertirsi... e adesso rinuncia a tutto pur di tenersi stretto la persona che ama.
-Io vorrei solo rimettere a posto le cose- gli dico alzandomi dal letto -quindi penso sia meglio... tornare a casa mia.-
Leon è chiaramente dispiaciuto, ma capisce che non è il caso di obbligarmi a stare qui.
-Va bene... allora vado ad accendere la macchina. Tu intanto vai a prendere Cookie.-
Cookie è accanto ai suoi figli, è difficile per me portarlo via. Mi sento un mostro.
-Andiamo, Cookie. Ti prometto che li rivedrai presto- gli dico accarezzandolo, ma di staccarsi dalla sua famiglia proprio non ne vuole sapere.
Alla fine decido, o forse è meglio dire che sono stata costretta, a lasciarlo lì.
L'aspetto positivo è che può essere un modo per rivedere Leon.
Appena salgo in macchina completamente sola, Leon capisce alla svelta.
-Quel cane mi assomiglia- dice uscendo dal parcheggio -farebbe qualsiasi cosa per la sua donna... e per i suoi cuccioli.-
-Già... nemmeno i biscotti sono riusciti a smuoverlo.-
Appena arrivati sotto casa mia, chiedo a Leon di aiutarmi a salire sul balcone della mia camera, dentro ad uno dei vasi tengo il doppione delle chiavi di casa.
Non avrei mai pensato che un giorno mi sarebbero state utili...
Immagino che i miei siano già a lavoro, di conseguenza posso far entrare anche Leon.
Entrando in camera, vengo avvolta da una strana sensazione.
Sono mancata solo per pochi giorni... eppure sembra passata un'eternità.
-Forse è meglio che vada- dice Leon stampandomi un bacio sulla fronte -questo pomeriggio ho da fare e, beh... è meglio che ti lasci sola a riflettere.-
-Grazie di tutto- gli dico prima che chiuda la porta.
Lui mi osserva stupito, come se avessi detto qualcosa di strano.
-Oh no, non mi devi mica ringraziare. Dovresti mandarmi al diavolo, invece.-
-Vorrei solo dirti grazie... per essere sempre sincero con me.-
Vedo le labbra di Leon che formano un sorriso, sembra così felice...
-Beh, è un piacere per me. A presto!-
-A presto, Leon.-
Ripetere il suo nome mi dà sicurezza, mi fa sentire più vicina a lui.
Dopo aver sentito la sua macchina andare via, decido di prepararmi mentalmente per quel che accadrà tra poco.
Dubito che Fabrizio abbia detto ai miei che sono scappata, di conseguenza posso contare sul fatto che loro pensino che sia stata tutto il tempo con lui.
Dirò loro che ho ricordato tutto quel che riguarda me e Leon... sarà pericoloso ma non ho altre idee al momento.
Decido anche di preparare il pranzo, magari riesco ad addolcirli un pochino.
Appena sento la loro macchina parcheggiare, inizio a sentire l'agitazione prendere il sopravvento.
Sono sicura di quello che sto per fare? E se peggiorassi le cose?
No... in effetti le cose non potrebbero andar peggio di così.
Sento la porta aprirsi e il mio cuore manca un battito.
Appena vedo entrare mia madre, vengo sopraffata dalle emozioni.
Rabbia, perché per tutto questo tempo mi ha nascosto tutto, tristezza, perché penso al dolore che deve aver avuto nel credere la propria figlia morta, felicità, perché dopotutto... lei si è sempre preoccupata per me.
Anche se nel modo sbagliato.
-Lenore... cosa ci fai qui?- chiede lei appoggiando la sua borsa -dovevi tornare domani... cosa è successo?-
-Aspettiamo che torni anche papà- le dico riempiendole il piatto -ho bisogno di parlare con entrambi.-

Quando finalmente anche mio padre torna a casa, decido di iniziare il pranzo senza accennare quel che voglio dire.
Diciamo che voglio consumare un ultimo pasto con calma prima che si scateni l'inferno. Non so come si evolverà la situazione e vorrei godermi gli ultimi minuti di pace.
Finito di mangiare, andiamo tutti in salotto per discutere.
Nessuno dei due si azzarda a fare delle ipotesi, entrambi aspettano che io inizi a parlare.
-So che in questo periodo vi siete preoccupati tanto per me... l'ho notato da come vi comportavate. Eravate ipeprotettivi nei miei confronti... come se aveste paura di perdermi.
Solo ora capisco il motivo di tutto ciò...-
Entrambi capiscono subito quel che sto per dire. Però lo dico comunque, così da non lasciar alcun dubbio.
-Ho iniziato a ricordare.-

Lovely Stalker 2: Lei Sa Tutto Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora