Sono passate due settimane dopo l'accaduto... non ho più avuto notizie da nessuno.
Se chiamo Fabrizio non mi risponde, i genitori di Lenore fanno finta di non essere in casa. Sono disperato.
Le mie giornate le passo nella depressione più totale... il tempo non passa mai, ed è orribile.
Anche se non sarà mai orribile quanto quel che sta passando lei... chissà come sta.
Probabilmente lo saprei se qualcuno si degnasse di rispondermi.
Sono andato a casa di Maria, ha voluto che le raccontassi tutto. Adora veramente tanto quella ragazzina, forse anche più del suo stesso nipote.
Non la biasimo, è una ragazza stupenda.
Ho portato a lei i due cuccioli, sono sicuro che nel suo campo staranno meglio che in un piccolo appartamento.
E poi per il momento, è meglio stare lontano da qualsiasi cosa dotata di polmoni.
-Dici di aver provato di tutto...- dice Maria guardando verso il nulla, seduta sulla sua sedia nella veranda -ma hai provato a tornare in ospedale?-
-Non lo so... ho paura ad avvicinarmi a lei. E se non mi volesse più vedere?-
-Almeno così avresti la certezza che sta bene. Fidati, non sprecare quest'occasione. Sono sicura che altrimenti te ne pentirai.-
Ha ragione, come sempre del resto. Vorrei andare all'ospedale, parlarle, riabbracciarla. Le prometterei che d'ora in poi non commetterò più cazzate simili. Chissà se mi crederà, lei si è sempre fidata di me... lo farà anche questa volta?
-Tesoro, fossi in te non perderei tempo- dice Maria alzandosi dalla sedia -corri da lei, ci penso io a Cookie e Milk.-
-Sai, Maria... ho sempre sbagliato a credere che fossi solo una vecchia pazza.-
-Quando una donna invecchia lo pensano tutti, ma sono felice che almeno il mio unico nipote non la pensi così. O almeno... non lo pensa più.-
Le sorrido prima di correre verso la macchina, però prima di entrare mi ricordo improvvisamente di una cosa.
Corro verso il retro della casa, dove c'è il giardino. Raccolgo le ortensie e le metto in un cestino in vimini.
So bene che non si dovrebbero portare fiori all'ospedale, ma non me ne può fregar di meno.
Vado all'ospedale e cerco la camera di Lenore.
Chiedo informazioni all'infermiera e scopro che ha cambiato reparto.
Dopo aver fatto scale, ascensori e aver visitato almeno cinque reparti, trovo la sua stanza.
Sta dormendo, o almeno mi piace pensarla così.
Appoggio le ortensie sul suo comodino e mi siedo sul letto, accanto a lei.
Le accarezzo la mano mentre le parlo.
-Scusami Lenore, sono stato un vero idiota. Ti ho messa in pericolo per una cazzata. Ti avevo detto che tengo a te, eppure continuo a farti del male. Dovresti odiarmi per tutto questo... eppure tu hai continuato a rimanere dalla mia parte. Non me lo meritavo.-
Il viso di Lenore è davvero pallido, ed è gelida... è davvero questo quel che avevo sempre voluto?
Adesso è veramente una bambola, sono riuscito ad esaudire il mio desiderio.
Eppure...perché non sono felice?
Le do un bacio, sperando in qualche miracolo che non arriverà mai.
-Se mai dovessi aprire gli occhi- dico prima di uscire dalla stanza -farò qualsiasi cosa pur di riconquistarti.-
Prima di tornare a casa, vado al centro commerciale.
Lì c'è un negozio a cui ho dato una chiavetta con tutte le foto che ho scattato.
Non posso permettere che tutte quelle foto vadano perse... voglio tenerle al sicuro dentro ad un album.La settimana dopo ricevo una telefonata da Fabrizio, ovviamente non perdo un secondo e rispondo subito.
-Lenore sta bene?- chiedo saltando i convenevoli.
-Non sono autorizzato a dirtelo- risponde lui -mi è solo stato detto di dirti una cosa.-
-Dirmi una cosa? Di che si tratta?-
-Vai a casa di Lenore, rivogliono il cane.-
-Cosa? Solo questo? E Lenore?-
-Io non ti dirò nulla, parla con i suoi genitori.-
Chiude la chiamata senza aggiungere altro.
Dopo un'ora di strada sono a casa di Maria, le spiego velocemente la situazione per poi prendere Cookie.
Corro verso la casa di Lenore, sembra quasi disabitata.
Il giardino non è più ben curato, le ortensie sul balcone di Lenore sono appassite. Questa casa... sembra disabitata da millenni.
Sto per suonare il campanello quando il padre di Lenore apre la porta.
Mi prende il guinzaglio dalle mani per poi tornare dentro casa.
Blocco la porta col piede, impedendogli di chiuderla.
-Mi sono fatto un'ora di strada per riportare il cane. Come minimo vorrei sapere come sta vostra figlia.-
Lui non sembra aver intenzione di parlare, lo vedo salire le scale balbettando qualcosa, probabilmente qualche maledizione.
Vedo uscire da una stanza la madre di Lenore. Si avvicina a me molto piano, sembra sia terrorizzata dalla mia presenza.
-Almeno lei- inizio -può dirmi se Lenore sta bene?-
-Lenore è viva- dice, aiutandomi a togliere un enorme peso dal cuore -ma c'è un problema.-
Ecco la nota dolente... dovevo aspettarmelo. Prima di saltare a conclusioni affrettate, la lascio continuare.
-Ricorda ben poco di tutto quel che è successo nell'ultimo periodo... e non mi riferisco a questi ultimi mesi...
Sto parlando di un periodo di almeno cinque anni, o forse anche di più. Ha ricordi delle medie, delle elementari... e molti di questi sono pure confusi.-
-È una tragedia... potrei almeno vederla? Voglio vedere se osservando il mio viso riesce a ricordarsi qualcosa.-
-No- dice lei fermamente -ne ho parlato con mio marito, e abbiamo deciso che tu non farai più parte della sua vita. Sappi che non ti denunceremo, così Lenore non saprà nulla.-
Rimango in silenzio ad osservare la madre di Lenore. Le mie orecchie non possono aver sentito quel che ha appena detto... mi rifiuto di crederci.
-Sta scherzando, spero -dico ridendo nervosamente -non può dire sul serio.-
Mi avvicino a lei, ma lei chiude la porta con estrema velocità.
Non abbastanza veloce però. Blocco la porta con il mio braccio e l'apro violentemente.
Il marito corre giù per le scale e si getta verso di me.
-Voi non avete il diritto di allontanarmi da lei! Lei non vuole questo!-
Continuo a urlare frasi simili contro quei due demoni.
Poi devo aver avuto un crollo, perché ho iniziato a perdere forza.
Il padre di Lenore è riuscito a buttarmi fuori casa senza fatica.
Finisco a terra, sul terreno.
Ha appena cominciato a piovere e per terra è tutto pieno di fango.
Sono tutto sporco, disperato, solo.
Ho perso tutto, che scopo ha la mia vita adesso?Voglio aiutare Lenore a ricordare, ma voglio che lo capisca da sola.
Voglio che s'innamori di me come la prima volta, senza che sia io a dirglielo direttamente.
E ho anche il modo giusto per aiutarla.
Guardo l'album che ho in macchina, con tutte le foto che ho scattato in questo periodo.
Voglio che queste foto raccontino la sua storia, o meglio, la nostra.
Non servono le parole per raccontare quello che sento per lei, bastano le immagini.
Queste immagini formeranno emozioni, le emozioni si trasformeranno in momenti, i momenti diventeranno ricordi... e i racconti inizieranno a parlare.
Di me, di lei, di noi.
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Lovely Stalker 2: Lei Sa Tutto Di Me
Storie d'amoreSecondo racconto della storia "Lovely Stalker" - La storia vedrà come protagonista Leon, ragazzo egoista e antipatico, il tipico bad boy della situazione... anche se un po' stravagante. La storia è ambientata qualche tempo prima del primo racconto...