Con te

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-Acqua...-

Sento le sue parole deboli, ha la gola secca e fa fatica a parlare.
Mi alzo con molta calma, ormai il pericolo sembra essere passato.
Decido di prendere dell'acqua dal rubinetto, non voglio uscire da qui... dopotutto sono entrato nel bagno delle donne senza neanche pensarci.
Non avendo un bicchiere, apro le mani a conca e porto l'acqua alla bocca di Lenore.
È riuscita a bere ben poco dato che è tutto andato sul pavimento e sui suoi vestiti.
Anche se poca però, riesce comunque a dissetarsi quel poco che basta.
Ha lo sguardo rivolto verso il basso, sembra depressa... mi chiedo che cosa le passi per la testa.
-Sembri stare meglio- le dico sedendomi di fronte a lei -ti dispiacerebbe dirmi che cosa cazzo è successo?-
Lei continua a tenere lo sguardo basso, dubito che sia per la paura... si vergogna? Di me?
-Io...- dice con la sua vocina debole, quando parla così non è poi così fastidiosa, potrei quasi definirla tenera -io non ne ho idea... so solo che prima ero normale e poi... non ho visto più nulla... ho il vuoto più totale.-
La fisso in cerca di qualcosa di più, quel che mi ha appena detto non mi basta ancora.
Mi avvicino a lei, le porto la mano sotto al mento, costringendola a guardarmi.
-Tu mi stai nascondendo qualcosa- le dico senza tanti giri di parole.
-No... io...- risponde lei evitando il mio sguardo.
-Cosa?- le dico alzando di più il tono della voce.
-Siamo nel bagno... non potremmo uscire da qui?-
-Ah.-

Dopo essere usciti dal cinema, vedo Lenore giocare con i suoi capelli, da quando siamo usciti dal bagno non ha più osato proferir parola.
C'erano un bel po' di persone a fissarci quando siamo usciti.
Io ero rimasto indifferente a tutti quei sguardi, lei apparentemente no.
-Non chiami la tua amica per farle sapere come stai?- le chiedo.
Anche se dubito le interesserebbe, persino quando le ho portato via la sua migliore amica sembrava concentrata sul film.
-Non ho il cellulare- risponde lei -non ne ho uno.-
-Ti do il mio.-
-Non conosco il suo numero... a che mi serve se non uso i cellulari?-
-Non sai nemmeno il numero del tuo telefono di casa?-
-Io... non voglio tornare a casa...-
-Perché?-
-Non voglio e basta... perfavore.-
Questi bambini con i loro problemi adolescenziali... non li capisco.
Non li capivo quando io stesso ero un adolescente, figuriamoci ora.
-E allora cosa dovresti fare? Sappi che non ho intenzione di farti da autista.-
-Tu dove stai andando?-
-Sono cazzi tuoi, questi?-
-Beh... era solo per sapere se dovevi andare da tua nonna... così sarei venuta con te.-
Portarla con me è l'unica soluzione valida.
Sopratutto dopo quel che è appena accaduto.
Non ho intenzione di lasciarla sola, non voglio avere sensi di colpa.
-Vieni con me- le dico attraversando la strada -la mia moto è più avanti.-

L'aiuto a mettere il casco e a salire sulla moto, non tanto per galanteria, è perché non voglio che mi distrugga una delle poche cose a cui tengo.
È già un catorcio di suo, basta un piccolo tocco per distruggerla.
Lei si siede e, per tutto il tragitto, rimane rigorosamente in silenzio.
Un'ora completa senza sentire la sua vocina pur avendola vicino... incredibile.
Appena arrivati a destinazione, la faccio scendere.
Vedo Sky correre verso di lei, si butta con una prepotenza così forte da far cadere giù Lenore.
Però Lenore sembra non accettare questo affetto, almeno non adesso.
-Andiamo Sky, non è il momento.-
Prendo Sky per il collare e la sposto dolcemente, so che non le vuole fare del male... ma adesso non è proprio il caso.
Lenore si alza lentamente, rimane in silenzio anche quando entriamo in casa.
Non c'è neanche un rumore, il che può voler dire due cose: Maria sta dormendo o non è in casa, ma a lavorare nel campo.
Non so che intenzioni abbia Lenore rimanendo qui, ma so che intenzioni ho io.
Lascio Lenore sola in soggiorno mentre io vado in camera mia.
Mi sdraio nel letto, cerco di rilassarmi eppure non ci riesco.
Questo perché so che non sono solo in casa.
Sapere che lei è qui... mi ossessiona.
No, proprio non ci riesco.
Esco dalla stanza e torno in soggiorno.
Quell'idiota è esattamente dove l'avevo lasciata... che diamine sta facendo?
-Che intenzioni hai? Me lo puoi dire?- chiedo sospirando rumorosamente.
Lei non mi risponde, tiene lo sguardo basso e respira lentamente.
Che stia di nuovo per...
La prendo in braccio e mi precipito in camera mia, la faccio sdraiare e aspetto qualche sua reazione...

...lacrime.

Inizia a piangere senza preavviso, le lacrime sgorgano da entrambi gli occhi all'improvviso.
Mi ha spiazzato, che diamine le sta succedendo?
Dov'è finita tutta la sua sicurezza? Dov'è finito tutto il mistero intorno a lei?
Davanti a me non c'è un corvo, ma un piccolo agnellino.
Mi sdraio accanto a lei, cerco di avvicinarmi lentamente per non beccarmi qualche colpo.
Lei non sembra rifiutare, anzi, la sento avvicinarsi a me, sento le sue lacrime posarsi sulla mia maglia.
Non so da dove provenga questa sensazione, ma è come se avessi bisogno anch'io di essere lì, attaccato a lei.
Forse è perché è da molto tempo che non ho un contatto con una ragazza.
L'avvolgo tra le mie braccia, cosa che le dà l'opportunità di sfogarsi per bene.
La stringo forte a me, anche io ho bisogno di qualcosa, solo che non so dargli un nome.
Sento le sue minuscole mani farsi strada e prendermi il collo, mi avvolge a sua volta, facendo sembrare i nostri due corpi una cosa sola.
Un essere mitologico strambo, che vive con due cuori e due teste, ma incapace di dividersi.

Vedo la sua piccola testolina alzarsi per guardarmi negli occhi,ha gli occhi rossi e gonfi, è un vero disastro.
Mi avvicino a lei in modo da avere i nostri visi alla stessa altezza, le nostri fronti che si sfiorano mi danno una sensazione strana.
Come se fossimo connessi... più di quanto non lo fossimo prima.
I nostri occhi si incrociano, creando così un terzo legame.
I nostri respiri, un quarto legame.
Le nostre labbra che si sfiorano, il quinto ed ultimo legame.

Lovely Stalker 2: Lei Sa Tutto Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora