CAPITOLO 11

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Eloise si guardò allo specchio, compiaciuta. Era passata in un negozio alquanto carino appena il giorno prima, e per sua fortuna era riuscita a trovare una felpa da abbinare all'unica gonna che ancora le piaceva, ben piegata sul letto ad aspettare di essere indossata. Aveva optato per una maglia a maniche lunghe che le cingeva i fianchi e le spalle, perfettamente aderente, che le metteva in mostra il seno abbondante e la vita stretta.

Era di un bel verde pastello, e la prima cosa che aveva notato era stato il contrasto decisamente carino ed accattivante che dava con il colore dei suoi capelli, legati in una treccia che le partiva dal capo e che si allungava sulla spalla sinistra fino al fianco. La gonna era a pieghe nere e coperta da qualche stampa floreale sulla fine. Le calze color carne a malapena si vedevano. L'unica cosa a cui non aveva voluto rinunciare erano state le sue scarpe: un paio di vecchie Vans che si era portata dall'Italia. Nel complesso si trovò carina.

Si sporse verso lo specchio e passò un'ultima volta il rossetto chiaro sulle labbra. Tralasciando il mascara non aveva voluto aggiungere altro trucco. Fu strano piacersi dopo settimane di sguardi lugubri al proprio riflesso. Lanciò un'occhiata all'orologio che portava al polso: segnava le sette e dieci. Aveva sentito la macchina di Kael arrivare appena qualche minuto prima, in perfetto orario.

Farlo aspettare non le dispiaceva. Le era sembrata un'ottima scusa per fargli un dispetto, ed avrebbe anche potuto dire che non era voluto, quel ritardo. Scese le scale in tutta fretta, reggendo in una mano la piccola tracolla e nell'altra il telefonino.

«Ma guarda che bella signorina.» Seduta sulla sedia a dondolo del soggiorno, sua nonna la guardò come se non la vedesse da anni. Sorridendole non fece altro che accentuare le profonde rughe che le solcavano la fronte e le guance magre. Eloise le sorrise e le scoccò un bacio sulla punta del naso, facendola ridacchiare.

Era da qualche giorno che Karen si comportava più normalmente, senza attacchi o vuoti di memoria, e lei non poteva che esserne felice. Le aveva addirittura proposto di accompagnarla da Neal, che a sua detta era davvero un ragazzo splendido e gentile, ma aveva dovuto rifiutare.

«Grazie, nonna.» L'anziana scosse le spalle e trattenendola da un polso, le fece segno di avvicinarsi. Le lunghe dita andarono ad aprire la cassettiera che le stava vicino, iniziando a rovistare. «Cosa cerchi?» Fu lo scintillio di una catenina a risponderle. Karen si rigirò la collana sottile fra le dita, ispezionandola come se potesse romperla. Al centro di essa si trovava una pietra ovale, di un bel verde chiaro.

«Era di tua madre, quando ancora abitava qua aveva il vizio di spendere molto in gioielli e vestiti.» Il risolino di sua nonna fece ridere anche Eloise. Lei proprio non se la immaginava, sua madre, a fare shopping. L'aveva sempre vista come una donna d'affari, il cui massimo sfarzo nel vestire era indossare una gonna più stretta del solito. Sua madre era una che spendeva poco e risparmiava tanto.

Eloise si chinò e lasciò che sua nonna le legasse la collana al collo prima di uscire. La macchina di Kael era parcheggiata sul marciapiede. Si avvicinò ad essa con meno sicurezza,mentre l'idea di tornare indietro le solleticava la mente. Forse non era ancora pronta ad affrontare una cena con dei licantropi; ma Kael era già lì e se l'avesse vista scappare l'avrebbe rincorsa, e nessuno le avrebbe risparmiato una bella sgridata .

Si chiuse la portiera dell'auto alle spalle e si sedette sul sedile, in imbarazzo. Lui aveva deciso di indossare una semplice camicia bianca, con i primi bottoni lasciati aperti ed il colletto completamente stropicciato. I jeans neri gli fasciavano i muscoli delle gambe come se fossero una seconda pelle. Aveva regolato la barba e a malapena arrivava ai due millimetri di lunghezza. I capelli erano stati tagliati a loro volta e gli arrivavano alle orecchie in una marea di ricci ribelli.

WOLF'S HOWL | In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora