CAPITOLO 12

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La macchina sobbalzava sotto di loro sempre più frequentemente. La strada che Kael aveva scelto di prendere con la sua sgangherata auto era accidentata e piena di dossi. Accanto a lui, Eloise pareva tesa e nervosa come una corda di violino. Alla fine, aveva accettato. Non ci aveva nemmeno riflettuto molto, semplicemente aveva annuito. Neal era stato così sorpreso da far cadere il pacchetto di sigarette a terra. A dire il vero, nessuno si aspettava che accettasse, ma piuttosto che inveisse contro di loro.

Durante il tragitto, nessuno dei due aveva avuto il coraggio di aprire il discorso, o almeno non fino a quando il silenzio divenne così pesante da risultare odioso e spiacevole.

«Eachtrach, voglio che tu stia attenta, quando andrai alla Rocca.» Le sopracciglia della ragazza schizzarono verso l'alto. Si stava davvero preoccupando per lei? Quella situazione le parse così strana da farla sorridere. Sapeva benissimo che avrebbe dovuto mantenere alta la guardia. «Non mi piacciono quelli del branco, ma tutto sommato è brava gente.»

«Ti preoccupi per la mia incolumità, Segugio?» La sua domanda fu così piena di ironia che per il ragazzo fu impossibile arrabbiarsi. Era così, in effetti. Non sapeva bene se quello che provava fosse preoccupazione, ma aveva pensato molto a ciò che sarebbe successo dopo il suo trasferimento. Una cosa era certa: se gli uomini e le donne che durante l'assemblea avevano dato la colpa a lei per ciò che era successo con Jèremias avessero continuato ad essere dubbiosi e a definirla una minaccia le cose si sarebbero messe male.

«Vuoi farmi credere che la cosa ti dispiace?» Kael sorrise, sfrontato. Per lui era strano parlare con una ragazza senza che quest'ultima si facesse avanti con lui. Non era vanitoso, ma era consapevole del suo aspetto e del modo in cui le donne lo guardavano. Certo, col carattere che si ritrovava raramente le avance continuavano o andavano a buon fine. Eloise, al contrario, non sembrava assolutamente essere attratta da lui e ciò lo metteva a suo agio, sebbene non l'avrebbe mai ammesso.

Le guance della ragazza si tinsero di rosso ma non abbassò lo sguardo. Quella frase le parse come una provocazione bella e buona. Odiava ammetterlo, ma sebbene le stesse antipatico e non vedesse l'ora di toglierselo di torno, non poteva non ammettere che fosse un bel ragazzo. Il più bello che avesse mai visto, a dire il vero. Ma il fatto che fosse così arrogante e acido mandava a monte tutto. Se avesse dovuto paragonarlo ad un personaggio di qualche libro o film sarebbe stato sicuramente Mr Darcy.

«Non mi interessa la preoccupazione di un pallone gonfiato.» Il sorriso cattivo che lei gli rivolse lo mise in agitazione, stranamente, e lo infastidì allo stesso tempo. Certo, avevano iniziato col piede sbagliato, nel Gil's, ma lui l'aveva salvata ed aveva anche proposto l'idea del trasferimento all'Alpha. Punto sul viso premette il piede sul freno e parcheggiò la macchina accanto al marciapiede.

«Questo pallone gonfiato ha salvato il tuo culo da un fottutissimo Mannaro fuori controllo!» Rimasero entrambi in silenzio, arrabbiati e feriti nell'orgoglio che se li mangiava. La mano di Kael si allungò verso qualche parte della macchina a cui Eloise non seppe dare nome, ma poco dopo scoprì che si trattava dell'aria condizionata. L'abitacolo si riempì di calore in poco tempo.

«Scusa, hai ragione.» La voce incerta dell'italiana scalfì il silenzio pesante che si era venuto a creare. Ammettere di avere torto, per lei, era davvero una seccatura. Abituata com'era ad avere ragione non si sentiva a suo agio nell'ammettere che per una volta aveva sbagliato. «Ho esagerato e...» Non continuò. In un certo senso si sentiva quasi autorizzata ad avercela con il mondo.

In appena un mese aveva dovuto trasferirsi, accettare un lavoro quando aveva passato anni studiando per fare altro, vivere con una donna che per la maggior parte del tempo nemmeno la riconosceva. Essere attaccata da un Mutaforma e aver dovuto conoscere un mondo che non era il suo era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. E quindi si era giustificata e aveva sfogato il suo risentimento sulle persone che la circondavano.

WOLF'S HOWL | In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora