Kael premette un piede sull'acceleratore della vecchia macchina che possedeva e subito dopo prese un lungo tiro dalla sigaretta accesa e ormai quasi finita. Lasciò cadere il braccio oltre il finestrino, a penzoloni. L'odore di stucco e di sudore gli si era attaccato addosso come fosse una seconda pelle, rendendolo ancor più nervoso di quanto già non fosse. Quella giornata di lavoro era stata una vera e propria merda. Era riuscito a far cadere un'enorme sacca di mattoni già cotti sul pavimento, incrinandone qualcheduno, e come se non bastasse si era dovuto sorbire una lunga e attenta strigliata da parte del suo datore di lavoro.«Che giornata del cazzo!» Sbatté il palmo di una mano sul volante, attento a non usare un'eccessiva forza per paura di romperlo od incrinarlo. Quella macchina sembrava cadere a pezzi già di suo, se poi lui avesse iniziato a maltrattarla avrebbe solo peggiorato la situazione. Quando il cellulare prese a squillare insistentemente, poi, la tensione che si sentiva addosso crebbe ulteriormente. Fece vagare la mano libera sul sedile affianco al suo fino a quando non sentì il fresco metallico del suo vecchio telefonino. «Che cosa ti serve?» Kael non guardò nemmeno il nome del contatto che l'aveva chiamato, tanta era la fretta di chiudere quella telefonata appena iniziata.
«Passato una brutta giornata, amico?» Il tono scherzoso di Neal gli fece alzare gli occhi al cielo, esasperato. Odiava essere chiamato a quell'ora della sera, specie se aveva appena passato una giornata lavorativa piuttosto pesante e snervante.
«Non sai quanto.» Il ragazzo ingranò la seconda marcia e premette sull'acceleratore ancora una volta, prima di immettersi nella piazza circolare di St. Plate. «Che ti serve?» Kael lasciò cadere il mozzicone della sigaretta a terra, andando poi a passarsi una mano fra i capelli. Una nota di agitazione gli creò un nodo in gola che lo fece deglutire più e più volte. Conosceva Neal come le sue tasche e sapeva meglio di tutti che se l'amico chiamava era per qualcosa di serio ed urgente.
Dall'altro capo del telefono Neal poggiò la schiena contro il divano morbido del suo soggiorno, sospirando pesantemente.
«Problemi con Jèremias.» Quell'attimo di silenzio che calò fra loro servì ad agitare ancor di più Kael, che con un piede sull'acceleratore borbottò un'imprecazione. «Non sappiamo dove sia finito, e Annette dice che non lo vede da questa mattina.» La mano del ragazzo si scontrò contro il volante così forte da ammaccarlo su di un lato. Il rumore secco che scaturì da esso arrivò fino alle orecchie di Neal, che trasudante quanto lui di sfogarsi quasi sorrise.
«Cazzo, fratello, ma non ci avevi messo qualcuno a sorvegliarlo?» Parlare di Jèremias come se fosse una specie di fuggitivo lo fece rabbrividire; un po' per lo sgomento ed un po' per il dispiacere. L'ultima volta che l'aveva visto, appena una settimana prima, si trovava legato in un letto d'ospedale, con le grosse cinghie di ferro che gli tenevano spalancate braccia e gambe. Gli era sembrato un animale in gabbia, quasi un pazzo. Ricordarsi il modo in cui le sue gambe si erano alzate, frenetiche, e la maniera in cui le mani avevano scavato profondi solchi nei polsi pur di liberarsi non fu affatto piacevole.
«È in ospedale. Finché non si sveglia non potremo chiedergli cosa è successo.» Kael riconobbe il tremolio nella voce dell'amico come paura, fredda e strisciante, che piano piano stava iniziando a far breccia nella dura corazza di Neal. «Se vedi qualcosa in giro avvertimi subito, okay? Volevo solo metterti al corrente.» Si salutarono con un "ciao" molto sbrigativo.
L'uomo lasciò cadere il cellulare sotto il cuscino del sedile, non prima di aver alzato la suoneria al massimo. Parcheggiò la propria macchina nella zona industriale, al piano terra. Spense il motore ed aspettò che la macchina arrestasse le sue operazioni di spegnimento, prima di scendere dalla vettura e sbattere la porta con un rumore secco. Non era decisamente dell'umore giusto per tornarsene immediatamente a casa, e in quel momento il pub di Paula gli sembrò l'unico posto in cui andare.
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WOLF'S HOWL | In Revisione
Hombres LoboI Capitolo della saga "Wolf's Series" Considerato uno dei più bei borghi irlandesi, Harwish è un piccolo paese situato lungo le coste dell'Irlanda; dove le nuvole sembrano non dare mai spazio al Sole e l'umidità ti si attacca alla pelle. Eloise ha a...