CAPITOLO 20

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Quel giorno, Ermas si era svegliato di buon'ora e con il sorriso, cosa ben poco comune per un tipo come lui. A renderlo così entusiasta e felice era stato il viaggio -appena finito di organizzare- che avrebbe dovuto intraprendere. Aveva passato una moltitudine di ore chinato sulle mappe irlandesi, alla ricerca di un posto sicuro che non distasse troppo da St. Plate, ed alla fine, aveva trovato Lurt. Gli sembrò che tutti gli sforzi fatti in quegli anni stessero per essere finalmente ripagati, e ciò lo metteva di buon umore.

«Quanto ancora rimarremo in questa macchina?» L'unica cosa che con difficoltà avrebbe potuto trattenere era la lingua della donna che lo affiancava. Karol non aveva pensato nemmeno per un attimo alla possibilità di fuggire, guadagnandosi una libertà maggiore di quella avuta in quegli ultimi giorni. E, sebbene Ermas fosse restio a lasciarla senza manette, aveva dovuto cedere: se la polizia locale li avesse fermati lui si sarebbe ritrovato in grossi guai, e la sua missione non sarebbe dovuta finire prima del previsto.

«Qualche ora ancora.» Erano scesi dall'aereo appena due ore prima, e grazie ai soldi della donna avevano affittato una macchina piccola ma robusta che li avrebbe fatti passare inosservati. Karol osservò le nuvole scorrerle davanti come fossero fatte di lana, e sospirò pesantemente. La pelle dei polsi ancora le doleva, ma tutto sommato, stava bene. Aveva provato più volte a intavolare un discorso costruttivo su quello che sarebbe andata a fare, una volta giunta a St. Plate, ma l'uomo non ne aveva voluto sapere, lasciandola nella curiosità e nella preoccupazione.

L'unica cosa che sapeva era che avrebbe dovuto far del male a delle persone, eppure sperò di sbagliarsi. In quelle ore di viaggio era riuscita ad osservare abbastanza Ermas da farsi un quadro piuttosto chiaro di quell'uomo: lo aveva trovato rozzo e maleducato, eppure, in presenza di persone completamente estranee, si era rivelato un vero gentiluomo. Era rimasta così basita quando l'aveva visto discutere amabilmente con un'anziana, durante il volo, che quasi era scoppiata a ridere in faccia ad entrambi.

Lo trovava un ottimo attore, uno di quei tipi che se incrociati per strada ti stavano simpatici ad un primo sguardo. Il fatto, poi, che non avesse un arto faceva sì che le persone provassero una sorta di pena, nei suoi confronti.

«Dove staremo? Dubito che tu abbia una casa in Irlanda.» Karol aveva scelto di passare al "tu" nel momento in cui le era stato chiaro che, quell'uomo, non avrebbe mai ottenuto il suo rispetto. Lo schiaffo che le aveva dato ancora le bruciava la guancia con rammarico. Gli occhietti dell'uomo si spostarono solo per un secondo su di lei, concentrandosi l'attimo dopo sulla strada. Non gli piaceva parlare tanto, soprattutto con una come lei.

«Io no, ma tu si.» La fronte di Karol si dispiegò in tante piccole rughe d'espressione.

«Non ho nessuna casa, qui.»

«Andiamo, Driade, puoi decidere di avere qualsiasi cosa. Se non avessi avuto qualche sorta di talento dubito che ti avrei portata fino a qui con me.» Le spalle della donna si irrigidirono notevolmente a quella spiegazione. «Se davvero puoi controllare la mente degli umani, sarà una passeggiata. Prendila come una sperimentazione della tua forza.»

Il silenziò calò nuovamente fra di loro, con grande soddisfazione di Ermas. Alzando ed abbassando la testa a ritmo della musica, si chiese come sarebbe andata. Non era così stupido da pensare che ce l'avrebbe fatta sicuramente, ma aveva una buona probabilità di riuscita. Puntava sull'effetto sorpresa. Se fosse riuscito nel suo intento si sarebbe davvero messo il cuore in pace? Avrebbe seriamente abbandonato la strada della vendetta per condurre una vita normale? Lui non ci credeva molto.

Per anni, quello, era stato il suo scopo. L'idea di vendicarla lo aveva tenuto in vita con il solo scopo di renderle onore e giustizia, ma sapeva bene che avrebbe potuto non riuscire. E quale miglior modo per morire, se non da martire? In ogni caso, a differenza di ciò che sarebbe successo, lui sarebbe stato libero da quel peso che ormai da anni gli appesantiva lo stomaco.

WOLF'S HOWL | In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora