Una volta che l'abbraccio venne rotto si sedettero entrambi sulle rispettive sedie, ad osservare il tè senza nemmeno berlo. Con una mano stretta a pugno poggiata sulla punta del naso, Kael non osava alzare lo sguardo su Eloise. Non sapeva nemmeno lui perché l'aveva fatto. Vederla piangere gli aveva agitato lo stomaco ed occupato la testa, cancellando ogni traccia del dolore che lo aveva assillato fino a poco prima. Non doveva essersene nemmeno accorta; lo aveva notato quando -con la coda dell'occhio- l'aveva vista spalancare le palpebre e serrare le labbra.Aveva creduto di aver esagerato quando lei, in un primo momento, non aveva ricambiato. Fu più sconcertante provare sollievo quando invece avvenne il contrario. Si era sentito bene, a posto con se stesso, e tanto gli era bastato per sciogliere quel gesto d'affetto dopo appena qualche minuto. Kael non aveva mai provato empatia per qualcuno che conosceva da così poco. Persino con Neal risultava difficile preoccuparsi o mettersi nei suoi panni, ma con lei c'era riuscito e la cosa lo sconcertava.
Si era sentito in pena, e l'aveva capita. L'aveva capita nonostante convivesse da tutta la sua esistenza con la sua natura mannara, nonostante fosse abituato a quel mondo e a quegli inconvenienti.
«Questo tè fa schifo.» I due colpi di tosse successivi che Eloise servirono ad alleggerire l'attenzione, facendo successivamente scoppiare a ridere Kael. Ne bevve un sorso a sua volta e dovette darle ragione. Aveva un sapore amaro che rendeva il tutto un intruglio impossibile da mandare giù. Doveva aver dimenticato lo zucchero, pensò.
«È...bevibile. Quello che non strozza ingrassa, no?» Eloise scosse la testa e diede un'occhiata all'orologio appeso alla parete. Segnava le sette di sera e a dargliene conferma fu il basso borbottio del suo stomaco, che l'avvisava che forse, era arrivata l'ora di mangiare.
«Cosa succederà, ora, al Lupo che è impazzito?» Con sorpresa, l'italiana si scoprì realmente interessata a ciò che sarebbe avvenuto. Era sicura che pure loro avessero delle regole da seguire e delle penali da pagare in caso non rispettassero i dettami.
«Non lo so. Non essendo un reale membro del branco non sono così informato sulle decisioni burocratiche.» Vedendo la delusione nel volto di Eloise si sforzò a parlare. «Da quel che so, Neal metterà il tutto ai voti. Il fatto è che non possiamo punirlo, non se, come Jèremias, non ricorda niente. Pensiamo ci sia qualcuno che manipoli le menti del branco.»
Eloise annuì, appuntandosi tutto nella testa. Non capiva come qualcuno potesse entrare nella testa di un Mutaforma per comandargli di attaccare qualsiasi persona gli capitasse a tiro. Perché, poi, avrebbero dovuto farlo? Da quello che sapeva era certa che il branco di St. Plate fosse pacifico.
«Pensavo che le decisioni toccassero esclusivamente a Neal.» Kael dissentì.
«Non proprio. Lui prende provvedimenti, si occupa di gestire gli affari con gli altri branchi e di tenere il nostro in pace, ma siamo una democrazia, in fin dei conti. Deborah lo aiuta. È come una porta tra noi e il mondo umano, che ci consente di "allargare le nostre vedute", non comportandoci come veri e propri animali. Se non fosse per la loro influenza penserebbero tutti ad ammazzare seduta stante quei due.» Eloise deglutì il groppo che si sentiva in gola, e non rispose subito. Era tutto più complicato di quanto pensasse. «Per me è diverso. Non faccio parte del branco in quanto Omega, ma ho sempre mantenuto il rapporto che avevo con Neal e in un certo senso lo aiuto. Cacciare per lui mi consente di vivere: alla fine, vengo retribuito per quello che faccio.»
Si alzò in piedi, stanca di stare ferma, ed afferrando la propria tazza si avvicinò al lavandino per sciacquarla. Tirò su le maniche della felpa ed insaponò la propria tazza, prima di passare ad un paio di piatti rimasto nel lavello.
«Smettila. Non serve.» Kael premette la mano contro la sua spalla, stringendo appena per farsi notare. Eloise alzò le spalle e se lo scrollò di dosso con un movimento brusco del busto. Si era lasciata trasportare troppo, prima, e l'ultima cosa che voleva era lasciarsi immischiare in qualcosa di più grande di lei. Stava già correndo un grosso rischio ponendogli domande sul branco, se poi si fosse fatta coinvolgere emotivamente da della simpatia, non ne sarebbe uscita incolume. Avrebbe solamente dovuto ricavare qualcosa, e poi se ne sarebbe andata via.
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WOLF'S HOWL | In Revisione
WilkołakiI Capitolo della saga "Wolf's Series" Considerato uno dei più bei borghi irlandesi, Harwish è un piccolo paese situato lungo le coste dell'Irlanda; dove le nuvole sembrano non dare mai spazio al Sole e l'umidità ti si attacca alla pelle. Eloise ha a...