Capitolo 11: Song

466 19 3
                                    

Quelle due settimane passarono velocemente sia per lui, impegnato con il lavoro, sia per lei, impegnata nel esercitarsi col pianoforte.
Per loro, la stanchezza era diventata una fedele compagna e l'ansia li mangiava da dentro. Erano entrambi sotto stress, però, più grandi di un semplice esame o di un concorso: erano presi dalle emozioni. Nessuno avrebbe mai detto che potevano provare amore, quei due. Erano così freddi con gli estranei o anche con gli amici che pensavi che gli avessero strappato il cuore, lasciandoli un buco vuoto.
Erano ricambiati? Questo era il loro pensiero. Ricambia il mio amore?
Erano convinti entrambi di no, che non l'avrebbe mai scelto/a. Invece, erano così convinti che non si accorgevano di quello che l'altro provava.
Poi la situazione tra i due, già abbastanza strana, diventò imbarazzante dopo quel "bacio" improvvisato.
Ma qualcosa sembrò far migliorare la situazione tra i due.

Mikasa's POV
Ero pronta? Si. Decisamente. Mi ero esercitata così tanto da non dormire la notte per la melodia ancora impressa nella mente. Il professor Smith era una persona fantastica. Sotto le vesti di prof. era davvero impeccabile, invece fuori dalla scuola era davvero una persona gentile. Suonai e suonai, fino a farmi venire i crampi alle dita.
Fino a quando la melodia risultò impeccabile. Ero felicissima.
Mi girai e guardai il prof.
Mi sorrise e poi mi disse: "Impeccabile. Ti manca solo qualcosa: i sentimenti."
"E ora, abbiamo il piacere di sentire un brano bellissimo, suonato da una studentessa altrettanto brava. Ora Mikasa Ackerman si esibirà davanti a noi con la "Moonlight sonata" di Beethoven." gridò il presentatore.
"Puoi farcela. Ricordati: i sentimenti" mi sussurrò il professore.

(Ascoltate il brano mentre leggete se volete😁🖤)

Così finalmente, facendo un gran sospiro, salii sul palco. La folla applaudì, e in mezzo alle persone vidi i volti e i sorrisi dei miei migliori amici. Erano venuti per sostenermi. Così mi sedetti sulla panca del piano e cominciai a suonare
~~~~~~~~~~~~
La fantastica melodia si insediò nelle orecchie degli spettatori. La tristezza del brano rispecchiava le emozioni della ragazza al momento.
"Cosa me lo fa fare? Cosa mi fa andare avanti tutt'ora? Cosa mi fa aver voglia di vivere? L'amore?...... Si, ecco cosa mi manca, l'amore. Fallo per questo."
Le dita si mossero più velocemente, con più scioltezza e sicurezza. L'espressione del viso era un misto tra dolore nel ricordare il passato e speranza, di poter andare avanti, per lui. Quel lui che la osservava, seduto fra gli spettatori. La ragazza ripensò a lui, al suo volto e ai suoi meravigliosi occhi color ghiaccio, così freddi e sicuri, e acquistò maggiore forza d'animo. Il dolore che provavano entrambi li fece piangere, lacrime dolorose ma liberatorie. I problemi si dissolsero nel suono melodioso del pianoforte.
Il professor Smith, dietro le quinte, era fiero dell'allieva. La sua musica gli ricordava quando lui studiava, tutte le delusioni che lo portarono al successo, tutta la sofferenza provata. Lei aveva trovato il modo di metterci sentimenti. Di far provare il suo dolore agli altri attraverso la musica. Non poteva andar meglio di così.
~~~~~~~~~~~~
Finii il brano, e mi guardai intorno. Tutti i volti di chi aveva ascoltato la mia musica erano distrutti, intrisi di lacrime. Partirono gli applausi. Furono così fragorosi che quasi dimenticai la mia dignità. Non potevo far a meno di piangere dalla gioia, dalla soddisfazione, dalla felicità che quella esperienza mi donò.
"Signori e signore, direi che abbiamo già trovato una vincitrice" annunciò il presentatore. Si avvicinò a me e mi porse un premio dorato, che raffigurava una donna che suonava il pianoforte.
Capii che tutti i miei sforzi e il mio impegno erano stati ripagati.
Poi mi porse il microfono, per parlare.
Presi coraggio, trattenni il pianto e cominciai il mio discorso.

"Prima dei ringraziamenti veri, vorrei dire grazie alla musica. Mi ha sempre sostenuto, anche nella mia infanzia, che è stata molto difficile. I miei genitori sono morti quando avevo 8 anni e da allora vivo da sola. Suonare mi ha dato quella speranza di poter andare avanti."
"Poi ringrazio il mio professore, Erwin Smith. Mi ha aiutato molto per le esercitazioni, ma anche a far ordine nei miei pensieri e anche nel mio cuore.
Ringrazio i miei amici, che sono venuti ad ascoltare la mia musica, e una persona in particolare. Il professore diceva che mi mancavano i sentimenti, ma questa sera sono riuscita a dimostrarli. Tutto grazie a questa persona. Quindi grazie, perché hai coperto una parte del mio cuore che mi era stata rubata dal dolore."
Grazie

La folla applaudì, e io sorrisi, guardando tutte le persone che mi avevano ascoltato, ringraziando anche loro in cuore mio. Poi incrociai due lampi argentei e vidi quel volto, quel volto che mi aveva dato speranza e mi aveva rallegrato nei miei sogni. Seduto sugli spalti, Levi mi sorrideva dolcemente.
Dopo dieci minuti, mi stavo riprendendo dall'ansia nel mio "camerino", mentre il prof. si complimentava per la vincita.
"Non sai il favore che hai fatto alla scuola. Quei soldi ci servono davvero tanto" disse la professoressa Rall, giunta per ringraziarmi.
Poi qualcuno bussò alla porta.
"Sarà meglio andare, saranno i tuoi amici" disse il prof. e lui e la collega uscirono.
"MIKA-CHAN!!!!" i miei amici si gettarono letteralmente dentro la mia stanza.
"Sei stata bravissima, fantastica e anche bellissima" urlarono tutti insieme.
"Grazie amici" gli dissi. Poi uscirono per preparare il rinfresco.
"Tsk...devo ammettere che sei davvero brava col piano, mocciosa"
Levi era appoggiato alla porta, un mazzo di rose nella mano.
"LEVIII" andai da lui e lo abbracciai.
"Scusami, scusami. Sono stata una stupida ad evitarti queste settimane, solo per uno stupido obbligo! E tu sei venuto anche a vedermi! Scusa." dissi piangendo.
"Tsk...fa niente." ribadì ricambiando l'abbraccio. "Questo è per te" mormorò e mi porse il bouquet di rose.
"Grazie, non dovevi" ringraziai arrossendo. "Tu cosa suoni?" chiesi poi, colta dalla curiosità.
"Il flauto traverso" rispose, estraendo dalla tasca un tubicino metallico.
"Ah, ok". "Ora dobbiamo andare, non hai fame?" "In effetti, l'ansia ti muove un certo languirono" risi e poi uscimmo dalla stanza, diretti verso il rinfresco.

Angolo di una persona
Hola! Capitoli tristi, a me!! Spero che la storia continui a piacervi (avviso : ci saranno altri capitoli tristi a breve).
Levi, saluta ORA.
"NO, COL CAVOLO"
INVECE SI LO FAI, O SOGNATI DI POTER PICCHIARE EREN PER UN MESE.
"Va bene, ciao lettori (tsk...chi me lo ha fatto fare)"
TI HO SENTITO NANETTO.

V.🖤

•| 𝑎𝑙𝑤𝑎𝑦𝑠 |•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora