Levi's POV
Mi svegliai in una stanza d'ospedale. Sentivo dentro di me un dolore fortissimo, causato dal bruciore delle ferite e da un'altra cosa. Vicino a me, vidi che era seduta Sasha. Piangeva in silenzio. Vide che mi ero svegliato, e si asciugò gli occhi in fretta. "Levi, come ti sen-" cercò di dire, ma la interruppi.
"Mikasa?" chiesi, senza girarci troppo intorno.
"Lei, è in coma. Le restano circa 5 ore di vita. Se si sveglia, possono operarla, col 45 per cento di possibilità che continui a vivere. Ma se non lo fa, è spacciata." pronunciò quest'ultima parola, e scoppiò ancora nel pianto, abbracciando la sua borsa.
"Il dottore, chiamalo" mormorai infine.
Mi fece tutti i controlli necessari, appurando che avessi solo delle botte, ma non danni gravi.
"Posso vederla?" domandai.
Lui annuì, mostrandomi una maglietta e dei jeans sopra il comodino: "Mettiti quelli. Non ti abbiamo spogliato noi, ma la ragazza che stava con te prima te gli ha portati.". Notai con piacere che avevo ancora la mia camicia, sporca di sangue, addosso. Mi cambiai, e mi diressi verso la stanza dove doveva trovarsi lei.
Le porte erano di vetro opaco, non si vedeva nulla. Presi tutto il mio coraggio, e le aprii.La vidi. Era su quel lettino, le vesti sporche di sangue, che sgorgava dalle ferita semi-aperta. Mi sedetti vicino a lei, e le presi una mano. Era fredda, come quella di un cadavere.
Le ore passarono. Due, tre, quattro.
Ero già pronto per vederla lasciare il mondo definitivamente. Non del tutto, ma non sarei scoppiato in lacrime.
Sasha entrò. Aveva la faccia rossa, gli occhi sfiniti. Con essa, entrò anche un dottore.
"Tra pochi minuti, dovremo staccare la spina" disse, capendo la nostra situazione.
Sasha si avvicinò a me e mi abbracciò.
Guardò la sua amica, morente, e sussurrò piano: "Mi mancherai, Mikasa."
"Anche a me" feci dopo di lei.
Un minuto.
Un minuto e sarebbe andata.
50, 40, 30, 20.....
10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1.......
Addio, Mikasa.All'improvviso, vidi di nuovo quelle iridi grigie. Quei bellissimi diamanti.
Era viva. Ma non lo sarebbe stata per molto, se l'operazione non si fosse svolta subito.
"Preparate la sala operatoria, in fretta!" urlò il medico, mentre infermieri e operatori si mettevano all'opera.
"M-mikasa.... c-...ce l'hai fatta...."
Annuì piano, sorridendomi.
Stavano per portarla via, quando finalmente, le lasciai la mano, dicendole: "Sopravvivi. Ancora una volta. Fallo, per Sasha, per i tuoi amici, per i tuoi genitori che si sono sacrificati per te.......e fallo, per favore, anche per me."
Prima che la sua barella si spostasse, sentii un debole: "Per te. Devo farcela, per te". Poi non vidi più nulla, a parte il bianco muro.Erano ormai ore che aspettavamo fuori, seduti su una panchina. L'aria fresca ti aiutava a sentirti meglio. Sasha era con me, e nel frattempo era arrivato anche Armin. Seduti là, che fissavamo un punto vuoto, come il posto che avrebbe lasciato Mikasa se fosse morta.
La porta si aprì di colpo. Un infermiera ci disse: "Tra poco i medici usciranno dalla sala operatoria, e vi diranno qual è la sorte della vostra amica".
Rientrammo dentro, correndo.
Un dottore ci venne incontro. La sua faccia mostrava serio dolore. Avevamo capito tutto. Sentì la mia voglia di vivere scivolare via. Non aveva più senso continuare a respirare.
"Mikasa?" chiese Armin, anche già sapendo la sua risposta.
"Lei........."To be continued...