"Jesus Christ, you're so damn cold.
Don't you know you've lost control?
Forget about the things you think I know.
No secrets you can't keep me"
in the dark - bring me the horizonSento un lieve venticello soffiare tra i miei capelli e il rumore delle onde mi culla delicatamente. Le mani sono affondate nella sabbia ancora fredda e accanto a me (o forse meglio dire quasi sopra di me) sento il calore di qualcuno.
Con gli occhi sempre chiusi tento di collegare i fatti della notte precedente. Non ci impiego molto in realtà: come fossero un flash mi balzano veloci nella mente.
Riesco a sentire la mia faccia andare a fuoco mentre apro gli occhi. Resto a fissare il cielo ancora non completamente schiarito; poi sposto lo sguardo sulla figura al mio fianco: il braccio di Andrea mi cinge il petto e la testa è posta sopra la mia spalla. Gli occhi sono ancora chiusi e la bocca è serrata in un piccolo sorriso. I capelli mossi dal vento sono pieni di granelli di sabbia e i vestiti sono completamente sgualciti.
Ammetto che addormentarsi sulla spiaggia non rientrava nei miei piani. Ma di certo non mi lamento. A fatica mi tiro a sedere e cautamente mi volto verso Andrea per svegliarlo. Ma contro ogni mia volontà mi fermo a contemplarlo: i raggi del sole che sta per sorgere gli sfiorano delicatamente il viso pallido e mettono in risalto le sue labbra rosse. I capelli scompigliati assumono uno strano colore rossastro e le ciglia lunghe sembrano quasi trasparenti.
Inutile dire che in questo momento ai miei occhi Andrea sembra la reincarnazione di un bellissimo angelo. Appoggio piano la mia mano sul mio viso e inizio a tracciarne i contorni. Come ammaliato da tanta meraviglia. E quasi penso che quella figura non sia vera, ma solo frutto della mia immaginazione. Il mio pollice slitta veloce ma delicato sull'angolo della sua bocca e sfiora le sue labbra. Quasi sobbalzo quando noto che al tatto esse sono soffici, nonostante qualche screpolatura qua e là.
Il verso strozzato di un gabbiano mi fa tornare violentemente alla realtà e impanicato sbarro gli occhi. Il respiro si fa pesante e ritiro subito la mano: cosa stavo facendo? Che diamine mi prende?
Mi massaggio le tempie e prendo un profondo respiro: devo tornare in me. Senza troppa delicatezza scuoto la spalla di Andrea che finalmente si sveglia. I suoi assonati occhi verdi incontrano i miei e devo impiegare tutte le mie forze per evitare di rimanere a fissarlo.
"Giovanni? - sussurra con voce impastata ed io sento il mio cuore fare un balzo - Dove siamo?"
"In spiaggia" rispondo con tono fermo cercando di dare un freno a quel miscuglio di emozioni.
Aggrotta le sopracciglia confuso e si tira su. "E che ci facciamo in spia..." domanda ma poco dopo la sua voce si fa flebile e lui torna con la bocca chiusa. Lo sguardo rivolto verso il basso e la consapevolezza di ciò che era successo poche ore prima si legge tranquillamente sul suo volto.
Lo vedo muoversi a disagio, poi accenna un colpo di tosse. Le guance leggermente rosse. "Quello che è successo stanotte...Spero per te che non abbia significato nulla" mormora senza guardarmi negli occhi.
Trattengo il fiato: è come se mi avesse appena dato una pugnalata dritta nel petto. Sento la gola secca e un nodo al suo interno mi rende più complicato parlare. Ha fatto male quella sua affermazione, ma cosa mi sarei dovuto aspettare? Cosa speravo da questa notte appena passata?
Andrea sposta il suo sguardo duro nel mio e capisco subito che attende una risposta. Deglutisco e quasi temo che il mio cuore si spezzi quando vedo la sua espressione indifferente.
"Cosa avrebbe mai dovuto significare?" chiedo cercando di fare la parte dello strafottente. Il labbro superiore trema ed un sorriso nervoso nasce sul mio viso. Mentre il dolore al petto aumenta.
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Just give me a reason || CamperKiller
FanfictionPREMESSA: HO PRESO SPUNTO DAL LIBRO "CHIAMAMI COL TUO NOME" DI ANDRÉ ACIMAN MA NON HO INTENZIONE DI COPIARLO. Trama: Giovanni Leveghi è il solito ventenne annoiato e menefreghista. Ogni estate si ritrova con la sua famiglia nella famosa casa al mare...