17. Kiss him

1.1K 53 138
                                    

"Forget what I said,
it's not what I meant.
And I can't take it back,
I can't unpack the baggage you left"
falling - harry styles

Andrea's p.o.v.

Non mi è mai piaciuto parlare del mio passato: ho sempre pensato che ciò che è mio debba rimanere mio. E che comunque alla persona davanti a me non sarebbe mai importato abbastanza da ascoltarlo tutto.

Eppure quando incrocio i miei occhi verdi con quelli azzurri e pieni di curiosità di Giovanni, mi dico che forse qualcuno a cui interessasse davvero in fondo c'era. E forse sono anche stato fortunato a trovarlo. Butto fuori un lunghissimo respiro.

Non mi è mai piaciuto parlare del mio passato: ho come la sensazione che se lo lasciassi uscire dalle mie labbra, ogni ricordo perderebbe la sua importanza. E per quanto io voglia dimenticare molti di quei momenti, non me la sento ancora di privarmene.

Noto Giovanni sfiorare la mia mano con la sua. "Non sei costretto a parlarne." dice e la sua voce mi arriva soffice alle orecchie. Nonostante le sue parole, riesco benissimo a leggere dai suoi occhi che non vede l'ora di sapere.

Accenno un sorriso. Bugiardo, mi trattengo dal dire. Chiudo gli occhi e nel nero delle palpebre si fa spazio l'azzurro di un paio di iridi ben conosciute che mi scrutano tacite e spazzano via tutte le mie insicurezze. Inevitabilmente, mi ritrovo a stringere nella mia la mano del mio coinquilino.

"Non ricordo neanche io come e quando sia iniziato." butto fuori con un filo di voce. "Probabilmente la mia vita ha iniziato ad avere una strana piega a Trento, quando nella primavera della terza elementare, una semplice bambina di nome Chiara con degli enormi occhi azzurri e i capelli castani raccolti in due codini fece il suo ingresso nella mia classe come nuova alunna."

Avverto Giovanni irrigidirsi sotto le mie dita e non c'è bisogno di chiederglieli espressamente il motivo per capire che è colpa del nome citato; l'ho già visto cambiare atteggiamento quando mi capitava di tirarla in ballo in uno dei miei discorsi.

"Non sono mai stato uno a cui piace doversi relazionare." continuo, tentando di far momentaneamente distrarre Giovanni da Chiara. "Fin da quando ero piccolo non ho mai apprezzato troppo la presenza della gente: con tutte quelle persone finte o troppo allegre finivo sempre per avere un bruttissimo mal di testa." sbuffo una risata e vedo il mio coinquilino piegare un angolo della sua bocca verso l'alto.

"Devo dire che non è cambiata molto questa tua parte..." mormora a bassa voce ma riesco comunque a sentirlo. Gli regalo un semplice sorriso, prima di riprendere il mio discorso.

"A causa di ciò, ho finito per isolarmi dagli altri. Passavo le giornate da solo, sia a scuola che a casa. I miei genitori non c'erano mai e mio fratello era troppo piccolo per poter essermi d'aiuto." mi blocco un attimo, riflettendo per la prima vera volta su quanta solitudine abbia dovuto affrontare in passato.

Senza neanche accorgermene, inizio a giocare con l'anello al dito. "Poi però è arrivata Chiara. Per me fu solo l'ennesima scocciatura, ma a quanto pare lei la vedeva diversamente. Fece amicizia facilmente con tutta la classe, tranne che con me: provò a parlarmi, ma per il primo intero mese la ignorai e basta. Speravo si fosse stancata di tutti i suoi tentativi vani, ma mi accorsi che mi sbagliavo quando, durante un'uscita didattica, la vidi sedersi accanto a me nel pullman con l'intenzione di conoscermi."

Abbasso lo sguardo e non riesco a trattenere il triste sorriso che si forma sulle mie labbra. "Stranamente glielo concessi. Con lei riuscì ad aprirmi completamente e ad instaurare il mio primo e vero rapporto con qualcuno. Nel giro di poco tempo, era già diventata una parte fondamentale della mia vita. Gli anni continuavano a passare e il nostro rapporto non faceva altro che migliorare...almeno finché, nell'autunno della seconda media, mi disse che si era innamorata di me."

Just give me a reason || CamperKillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora