L'ora di pranzo non tarda ad arrivare ed io e Andrea siamo costretti a lasciare quel Paradiso per saziare il nostro stomaco. Salutiamo- o meglio, saluto Karen e insieme ci dirigiamo verso casa.
Camminiamo per un po' in silenzio, ma uno di quelli tranquilli in cui entrambi sono persi nei loro pensieri. E nessuno tipo di tensione o imbarazzo.
"Quella di prima... - prende improvvisamente parola Andrea lanciandomi un'occhiata svelta - È la tua ragazza?"
Stiro le mie braccia in avanti svogliatamente per poi infilare le mani nelle tasche dei pantaloni e spostare l'attenzione su di lui. "Perché me lo chiedi?"
Lui alza gli occhi al cielo. "Sai, siete stati per tipo cinque minuti avvinghiati davanti a me mentre vi sussuravate cose sdolcinate come 'Mi sei mancato tanto Gio' e 'Anche tu mi sei mancata tanto'" risponde simulando malamente le nostre voci.
Soffoco una risata. "Sei geloso?"
"Ti piacerebbe - sbuffa per poi fare una smorfia - Soltanto al pensiero di voi due...- scrolla le spalle - Potrei vomitare"
Senza volerlo stiro un sorriso e dandogli delle pacche sulla spalla gli dico: "Ti ci abituerai"
Lui annuisce leggermente. "Non hai ancora risposto alla mia domanda"
Faccio finta di non capire, sperando di sentir ripetere da lui quella frase. Ammetto che mi piace pensare che possa essere anche se lontanamente- geloso. "Quale domanda?"
"È o no la tua ragazza?" chiede roteando gli occhi.
"Aah, quella domanda! - dico battendomi una mano teatralmente in fronte e tentando di non ridere - No, non è la mia ragazza"
"Mh? E adesso cosa mi dirai? Che siete migliori amici?" ribatte ironico.
Scuoto la testa, stavolta prendendola un po' più seriamente. "Siamo più...amici con benefici, se capisci cosa intendo"
Ridacchia leggermente. "Avete stretto un patto, per caso? Tipo 'Niente sentimenti, solo sesso'?"
"Una cosa del genere - farfuglio gesticolando con una mano - E tu? Non hai nessuno con benefici?"
Lui scrolla le spalle. "Nah, preferisco sbarazzarmene subito piuttosto che avere qualcuno sempre intorno"
Inspiro dai denti. "Crudele" dico prima di aprire finalmente la porta di casa.
Subito una vampata di aria fresca mi arriva in faccia ed io sospiro grato.
Sia lodato il condizionatore.
"Giovanni! - la figura di mia madre sbuca nell'ingresso e per poco non ho un infarto. Ha da sempre questa mania di apparire quando meno te lo aspetti e per di più urlando - "Giusto in tempo, è appena pronto il pranzo" dice sorridendo educatamente ad Andrea.
Un quasi infarto per un semplice pranzo. Vai così, madre! Sei sulla strada giusta per far fuori tuo figlio.
Poiché Mr. Arroganza era troppo preso dalla sua stanchezza durante il giro turistico della casa, mi ritrovo ad accompagnarlo in cucina come se fosse la prima volta. Come se poco prima non avessi sprecato fiato e tempo per mostrargliela. Che ingrato.
Intanto mia madre è andata a chiamare mio padre in giardino. Sì, ha la passione per il giardinaggio. Mai capita, in realtà. Detesto le piante: sono completamente inutili.
Passo l'occhio su tutte le pietanze presenti sul tavolo e non posso fare a meno di deglutire con l'acquolina in bocca.
"Wow, certo che tua madre si è data proprio da fare" afferma Andrea prendendo posto a sedere. Prendendo proprio una sedia a caso. E guarda caso è proprio la mia.
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Just give me a reason || CamperKiller
FanficPREMESSA: HO PRESO SPUNTO DAL LIBRO "CHIAMAMI COL TUO NOME" DI ANDRÉ ACIMAN MA NON HO INTENZIONE DI COPIARLO. Trama: Giovanni Leveghi è il solito ventenne annoiato e menefreghista. Ogni estate si ritrova con la sua famiglia nella famosa casa al mare...