"I need to feel something 'cause I'm
still far from home.
Cross your heart and hope to die,
promise me you'll never leave my side"
follow you - bring me the horizonSono passati due giorni da quando sono entrato in camera di Andrea. E non ho ancora avuto modo di chiedergli cosa stesse scrivendo su quei fogli. O perché lo stesse facendo.
D'altro canto, il nostro rapporto è migliorato. E ho potuto tranquillamente dire addio alla mia idea di stargli lontano: passo più tempo con lui che con il resto.
Ho dato buca anche alle continue uscite che mi avevano proposto i miei amici, nonostante Andrea fosse disposto ad andarci. E quando lui mi chiedeva il motivo, io semplicemente alzavo le spalle e dicevo: "C'è tempo per uscire anche con loro".
La verità è che ho paura che una volta tutti insieme lui possa legare di più con gli altri e farmi passare in secondo piano. Più volte mi sono dato dello stupido e tuttora sono convinto che questo pensiero lo sia. Eppure ogni volta non riesco a cacciare via quella strana sensazione. È come se fossi infastidito.
Non ho ancora ben capito il motivo, ma non ho troppa voglia di scoprirlo. Per ora mi basta credere che sia a causa della nostra amicizia: non voglio vedere l'amico a cui tengo di più allontanarsi sempre di più da me. Ed è strano come uno sconosciuto sia potuto entrare a far parte della mia vita dal nulla. E soprattutto diventarne parte fondamentale.
Solo con il bussare alla porta riesco a tornare con i piedi a terra. Mi passo una mano tra i capelli, abbastanza nervoso. "Avanti"
Una chioma biondo cenere si affaccia alla porta. "Posso entrare?" chiede Andrea appoggiato allo stipite.
Sorrido vedendolo. "Non ti avrei detto "avanti" altrimenti, non credi?"
Lui entra. "Hai ragione" annuisce e si richiude la porta alle spalle. Automaticamente gli faccio spazio sul letto e lui si stende accanto a me appoggiando la schiena al muro. Spalla a spalla.
Nessuno dei due sembra voler parlare: semplicemente ce ne stiamo in silenzio a guardare un punto della camera. Ma io so per certo che Andrea ha qualcosa di dirmi. Lo so perché lo vedo lanciarmi qualche occhiata e aprire la bocca. Che però richiude subito dopo mordendosi il labbro. Va avanti così per un bel po' ma ancora non si decide a parlare.
Sospiro. "Su, parla. Che non ne posso più di vederti sulle spine"
Sento il suo corpo accanto a me irrigidirsi. Nonostante il mio incitamento lui sembra ancora indeciso, finché non butta fuori un lungo respiro. "Volevo farti una domanda. E stavolta ti prego di essere sincero"
Confuso aggrotto le sopracciglia ma non ribatto. "Sì, certo. Dimmi"
"Perché hai smesso di vederti con gli altri?"
Di getto sto per rispondergli al solito modo, ma lui mi ferma ancora prima che possa prendere fiato. "Sincero"
Rimango con la bocca socchiusa e gli occhi che vagano nei suoi. Il cuore perde qualche battito e un nodo mi si forma in gola. Cos'avrei dovuto dirgli?
La mia mente slitta veloce alla ricerca di qualche scusa da rifilargli ma non appena lui incrocia il suo sguardo con il mio capisco che sarebbe inutile mentirgli. Sento i suoi strani occhi verdi bruciarmi la pelle fino ad arrivarmi all'anima: mi sento vulnerabile.
La mia sicurezza tentenna e alla fine cedo. Sospiro sconfitto e sposto gli occhi per ritirarmi. Senza nemmeno accorgermene inizio a torturarmi le mani.
"Non so come spiegartelo..." sussurro e vedo la sua mano scattare verso la mia. Ma non l'afferra: si ferma prima. Le nostre dita si sfiorano e sento il mio corpo fremere.
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Just give me a reason || CamperKiller
FanficPREMESSA: HO PRESO SPUNTO DAL LIBRO "CHIAMAMI COL TUO NOME" DI ANDRÉ ACIMAN MA NON HO INTENZIONE DI COPIARLO. Trama: Giovanni Leveghi è il solito ventenne annoiato e menefreghista. Ogni estate si ritrova con la sua famiglia nella famosa casa al mare...