"Sweet creature, sweet creature,
wherever I go, you bring me home.
Sweet creature, sweet creature,
when I run out of hope, you bring me home"
sweet creature - harry stylesIl rumore di un tuono mi fa svegliare di soprassalto. Strizzo gli occhi appannati e tento di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovo. Inizialmente quelle quattro pareti mi sembrano sconosciute, ma poi mi rendo conto di trovarmi in camera mia.
Sento la testa pulsare e mi accorgo di riuscire a tenere gli occhi aperti a fatica. Non riesco nemmeno a inquadrare per bene gli oggetti, poiché mi appaiono sfocati. Improvvisamente avverto un forte senso di nausea; subito mi porto una mano a coprirmi la bocca e, barcollando, corro verso il bagno più vicino.
Non mi curo di chiudermi la porta alle spalle, semplicemente mi accascio contro il water e inizio a vomitare tutto ciò che non avevo digerito. Sento delle mani fredde posarsi sulla mia fronte e scostarmi delicatamente i capelli sudati dalla fronte; gli occhi sono lucidi per lo sforzo.
Quando finalmente mi libero completamente, tiro lo sciacquone e mi appoggio con la schiena al muro, prendendo una serie di profondi respiri. Mi porto distrattamente una mano a pulirmi la bocca per poi incrociare il mio sguardo con quello preoccupato di Andrea che nel mentre si è piegato sulle ginocchia per stare alla mia altezza.
"Tutto bene?" domanda piano e con una mano tenta di dare una sistemata ai miei capelli.
Annuisco leggermente e distolgo lo sguardo. "Sto meglio" sussurro com voce roca e tento di rimettermi in piedi. Ma sento le mie gambe cedere sotto il mio peso e fortunatamente Andrea riesce ad afferrarmi in tempo.
"Meglio? Ma se nemmeno ti reggi in piedi" mi ammonisce mentre porta una sua mano a cingermi il fianco. Senza avere la possibilità di fermarlo, il mio cuore inizia a battere velocemente nel petto.
Scosto quasi con violenza Andrea dal mio corpo, spaventato al pensiero che potesse accorgersi del suo effetto su di me. Evito di incrociare i suoi occhi. "Sto bene" dico con voce dura e vedo il suo viso assumere un'espressione malinconica.
Mi avvicino lentamente al lavandino dove mi sciacquo bocca e viso. Il mio sguardo si posa sullo specchio davanti a me e noto un segno violaceo sul mio collo. Distrattamente porto un dito a sfiorarlo mentre il ricordo della notte appena passata mi si presenta sfocato nella mente.
Sussulto leggermente quando avverto lo sguardo serio di Andrea che segue il contorno del succhiotto; i suoi occhi verdi sembrano più scuri e la sua espressione è indecifrabile.
Deglutisco a vuoto, sentendo ancora la gola secca. Esco dal bagno con passo quasi sicuro, ignorando i continui capogiri. La mano di Andrea si posa sulla mia spalla, stringendo forte il tessuto della stessa camicia che avevo in discoteca.
"Dove stai andando?" mi chiede con un sopracciglio alzato ed io rispondo con una scrollata di spalle.
"Ho bisogno di un bicchiere d'acqua" gracchio, per poi portarmi subito dopo una mano sulla gola con una smorfia di fastidio.
Lui si lascia scappare un sospiro. "Va' a letto; ci penso io" afferma per poi trascinarmi in camera e farmi sedere sul materasso.
Tento di lanciargli un'occhiataccia. "Guarda che so cavarmela benissimo da solo" dico a voce bassa ma Andrea mi riserva un'occhiata truce.
"Taci e fa' come ti dico" ordina ed io mi limito ad alzare gli occhi al cielo borbottando frasi sconnesse. Nonostante la mia facciata menefreghista e scocciata, non riesco a fermare il battito accelerato del mio cuore e i brividi che ogni suo tocco mi causa. E il fatto che in questo momento si stia preoccupando per me non fa altro che raddoppiare il tutto.
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Just give me a reason || CamperKiller
FanfictionPREMESSA: HO PRESO SPUNTO DAL LIBRO "CHIAMAMI COL TUO NOME" DI ANDRÉ ACIMAN MA NON HO INTENZIONE DI COPIARLO. Trama: Giovanni Leveghi è il solito ventenne annoiato e menefreghista. Ogni estate si ritrova con la sua famiglia nella famosa casa al mare...