Capitolo 22 - Stanza 209.

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Sei complesse giornate erano trascorse da quando Harry aveva saputo della malattia e la sua mente aveva continuato ad essere affollata da pensieri contrastanti. Da un lato, il forte sentimento che provava per Louis, dall’altro l’inquietudine per la situazione precaria di Liz.

Spesso poteva leggere negli occhi di Louis la disapprovazione, quando il suo telefono squillava e Liz lo richiamava a sé per qualche malore. Era diventata ormai una triste abitudine quella di inventare menzogne su menzogne per mascherare agli occhi del ragazzo le sue corse disperate a casa dell’amica. Harry sapeva che non avrebbe resistito molto fingendo, ma che altre possibilità aveva? Non avrebbe potuto tradirla svelando la verità a Louis, ma al contempo avrebbe voluto poter vuotare il sacco con tutti così da essere, anche se in minima parte, sostenuto.

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Svegliandosi, madido di sudore, Harry si trovò avvolto dalle braccia di Louis. Erano sdraiati nel suo letto, stretti l’uno all’altro, sudati, accaldati e… alzò leggermente le coperte per togliersi un dubbio. No, non erano nudi.

Si guardò attorno, cercando di capire cosa fosse accaduto e perché fossero lì. La sua stanza sembrava diversa, più buia.

Cercò di sistemare di nuovo la testa sul cuscino, proprio accanto a quella dell’altro, così da riaddormentarsi, ma qualcosa interruppe il suo piano. Qualcuno iniziò a bussare rumorosamente alla porta.

«Harold!»

La voce di sua madre, sembrava terribilmente agitata.

«Harold Edward Styles, so che siete lì!»

“Siamo?” pensò Harry spostando nervosamente lo sguardo su Louis che sembrava non aver sentito nulla e dormiva beatamente.

Non poté terminare il suo pensiero che la porta si spalancò, rivelando una Anne furiosa.

«Cosa diavolo è questo?» Disse indicando i due ragazzi. Louis si svegliò ed iniziò ad agitarsi nel tentativo di giustificarsi con lei.

«Cosa state facendo dentro quel letto?» Domandò, senza però volere realmente una risposta, dato che non gli lasciò il tempo per spiegare.

«Fuori! Fuori da casa mia, tu!»

Urlò contro Louis. Il ragazzo racimolò i suoi indumenti e corse giù per le scale sospirando un: «Addio.»

«No, Louis!» Harry cercò di alzarsi dal letto per correre da lui, ma sua madre chiuse la porta sbattendola e lo squadrò da capo a piedi.

«Mi fai schifo.» Sentenziò.

«Merda!»

Harry urlò sbattendo i pugni sul divano del salotto, ritrovandosi imperlato di sudore e confuso, molto confuso. Erano le quattro del pomeriggio e per qualche strano motivo, lui si era addormentato lì.

Ripensò al sogno. Sua madre era sembrata davvero mostruosa. Sapeva che probabilmente non sarebbe stato facile per lei come per Jay accettare ciò che c’era tra lui e Louis, ma quel sogno era davvero troppo. Nel suo riflettere su quello che si poteva tranquillamente etichettare come incubo, si rese conto di sentire una canzone risuonare in soggiorno. Si voltò di scatto, cercando con lo sguardo lo smartphone che continuava a squillare sulle note di Sheeran.

Lo intravide a terra, sul tappeto persiano, quasi sotto il sofà. Lo afferrò velocemente e se lo portò all’orecchio, prima dando una rapida occhiata allo schermo dove appariva il nome Theo.

Il suo cervello non ebbe il tempo di domandarsi cosa diavolo volesse Theo da lui, perché la risposta arrivò immediatamente.

«Ehi! Dan è caduto dallo skate, l’hanno portato in ospedale!»

Our Secret. -Larry Stylinson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora