6. Che rumore fa la felicità?{Olimpico}

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Niccolò non sapeva che gusto avesse la felicità.
Si era fatto largo tra i giganti a suon di batoste, di porte chiuse in faccia, di fallimenti.
Uno dei pochi che credevano in lui si era spento, accovacciandosi sul suo dolore, come un perdente.
Eppure Nic non aveva mai ritenuto Dino un debole.
Era uno di quei cavalieri silenziosi, indenni al peccato, a cui affideresti tutto ciò che hai di più caro.
Forse era per questo che aveva preferito che lui si prendesse cura dell'oscurità che circondava Alyssa.
Anni prima l'avevano notata ad una festa d'inaugurazione del liceo che da lì a poco avrebbero frequentato, ed entrambi rimasero travolti dalla sua innata esuberanza.
Dino, aveva le farfalle allo stomaco già dal momento in cui si erano presentati.
Fu allora che Nic capì di dover fare un passo indietro e cedere all'amico la possibilità di conquistare il cuore di quella ragazza.
Ci vollero tre anni perché ciò accadesse, anni in cui Dino smise di dedicarsi a ciò che amava fare per coltivare ciò che piaceva a lei, per stupirla e camminarle sempre accanto, non perdendola di vista mai.
Alyssa cedette, quasi sfinita, a quel corteggiamento infinito, per puro senso di protezione, una protezione che nessuno sapeva donargli come Dino.

Teneva fra le mani una foto che li ritraeva, una delle poche che aveva stampato, e venne colto da una tristezza mista a nostalgia che lo fece commuovere.
Si era isolato dal mondo, negli ultimi giorni prima del grande concerto che lo attendeva all'Olimpico, in cerca di una forza che solo il ricordo di Dino e la sua immaginaria approvazione, potevano regalargli.

Chiuse quell'album, afferrò il foglio con su scritta la scaletta dei pezzi che avrebbe dovuto cantare.
Lì in mezzo, sbucavano fuori due nomi di cantautori romani che avevano segnato la sua infanzia e adolescenza, e si sentì privilegiato nel poter ritenersi amico di Antonello Venditti e Fabrizio Moro.
Per quest'ultimo, aveva davvero fatto carte false pur di farsi notare senza scomodare sua figlia Alyssa, salvo poi doversi affidare a lei per consegnargli un disco, contenente demo di canzoni non ancora incise.

Sorrise, ripensando a quando il giorno dopo, Moro lo contattó entusiasta e curioso, e a quando successivamente gli chiese di aprire qualche suo concerto.
-Se oggi sto per cantare davanti a sessantaquattro mila persone, in uno dei posti che è considerato il tempio della musica, lo devo in parte a lui.
Alla fiducia che mi aveva dato.- Pensò.

Uno dei motivi che lo frenava dal buttarsi a capofitto verso ciò che quell'amore mai esploso, gli smuoveva, era proprio questo.
La totale gratitudine verso quell'uomo era più forte di qualsiasi potere attrattivo potesse esercitare Alyssa su di lui.

Ogni qualvolta il pensiero di lei si presentava, lui lo scacciava come fosse un incubo di cui vuoi sbarazzarti prima che sia giorno, ma con cui fai i conti ogni notte.

Fabrizio si era fatto sfuggire che avrebbe invitato la figlia a guardare il concerto e da quando Nic lo aveva saputo, era un anima in pena.
Le migliaia di persone pronte ad ascoltarlo, passavano in secondo piano rispetto ad una sola, quella per cui dare tutto.
Quella che avrebbe colto riferimenti a lei anche se erano velati, che si sarebbe fatta guidare dalla perspicacia e dalla lucidità per non sbagliare.

E lui avrebbe solo potuto annuire a quelle insinuazioni, senza poterla contraddire.
Fu in quella circostanza che si sentì vittima di sé stesso, delle parole che metteva in musica che lo avevano reso famoso, ma non immune alla vergogna.
Immaginava già tutti gli stati d'animo che lo avrebbero travolto: la paura, la fragilità, il senso d'incompleto.
Se nemmeno calcare quel palco che era il punto di arrivo di un cantante, avrebbe spento la sua inquietudine, cosa gli serviva per essere felice?

Non andava fiero di questo suo essere considerato dannato e scostante, la sua insicurezza che vestiva d'arroganza.
Li avevano affibbiato il ruolo del bulletto di quartiere, di quello che dice di schierarsi ma non ha mai il coraggio di farlo davvero.
Sui problemi che affliggevano la politica italiana, se fosse pro o contro l'attuale governo, se accettasse i diritti degli omosessuali.
Anche Alyssa gli rimproveró questo suo distacco verso l'attualità, con cui si sarebbe scontrato prima o poi.

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