17. Basti solo tu

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Riuscire a rapportarsi con degli sconosciuti in maniera adulta per alcuni è davvero un'impresa.
Anche per Alyssa era sempre stato così.
Sempre un passo indietro agli altri.
Un passo indietro se stessa per non calpestare un intelligenza che rivestiva di saccenteria , di egocentrismo ingiustificato.
Nell'ultimo periodo stava tentando di crescere anche da quel punto di vista, ascoltava i consigli degli altri, ascoltava i suoi bisogni.

Aveva toccato il fondo, ne aveva ricavato essenza ed era risalita in superficie più agguerrita di prima.
Traeva positività dalle disgrazie con cui si era sfortunatamente trovata a fare i conti.

Prima che i problemi la scalfissero era sicuramente più allegra, spensierata, acerba.
Ma le lezioni che la vita le aveva insegnato l'avevano fatta sentire più completa, avevano reso il suo modo di vivere le emozioni ancora più forte.
Dopotutto maturare non è così male, pensò raggiungendo l'ufficio in cui da qualche mese si occupava di strategie di marketing legate agli artisti in ambito musicale.

Rifletteva spesso, anche durante le ore lavorative, impegnative e talvolta infinite, al rapporto che stava costruendo con Niccolò.
Era anormale per certi versi.
C'erano state pause, arresti, volontà di separarsi, viaggi solitari.
Il loro amore era un approdo dopo la tempesta, un isola felice in cui ripararsi ogni tanto.
Ma da cui prendere le distanze, per non sentirsi incastrati.
Qualcosa che ti travolge quasi sempre ti soffoca, e alla loro età era l'ultima cosa che volevano.

La razionalità li guidava, l'ansia li separava.
Il senso di inadeguatezza era sempre lì alla porta pronto ad entrare e loro a volte gli permettevano di insidiarsi come un ladro che li spoglia di ogni certezza e lascia alle sue spalle solo indecisioni, rabbia.

Alyssa voleva regalare a Nic luce per non guardare più in basso.
La forza di non fissare più il buio, ricavare godimento nei tramonti, non nelle canzoni tristi.
La serenità delle cose semplici, il chiarore avvolgente di una tv accesa, il calore di un pasto caldo, la quotidianità di due individui che fanno di quattro mura sorrette, un luogo da chiamare casa.

Nic è troppo giovane per volere questo.
Alyssa si auto convince che sia così e non rivela mai quelle intenzioni al suo fidanzato.
Gli dona brividi, instabilità, caos, incostanza, convinta che lui abbia necessità di quella altalena di emozioni per lasciarsi ispirare.

Niccolò dal canto suo è totalmente contrario a questo approccio non equilibrato. Si sente confuso, in un vortice di attrazione da cui però non vuole uscire, da cui si fa risucchiare senza opporre resistenza.
Ha conosciuto la calma, la pace di una relazione stabile e ha preferito il rischio, la passione.
Forse ha davvero bisogno del pericolo, dei crolli emotivi, delle litigate che si trasformano in sesso, di corpi che si bramano ma che hanno il timore di violarsi.

Rimangono fermi.
Occhi bassi, come il volume della loro voce.
Di chi si sussurra sentimenti ma non si sta accanto.
Riposano il cuore per la prossima guerra in cui le vittime saranno sempre e solo loro.

Se lo dicono sempre.
Che dopo la tempesta arriva il sereno.
E hanno ragione, arriva  il sereno.
Sì sorridono.
A loro basta.
Un sorriso che ricuce ogni graffio che si erano inflitti, ogni taglio all'anima.

Alyssa si vede ancora come una nuvola contornata dai limiti di un cielo che la imprigiona a se stessa.
Niccolò vuole contenere tutto quel ritratto celestiale in un pugno, ma si trova impreparato a sorreggerne l'infinito.

La loro storia viaggiava alla ricerca di un intimità che non gli era concessa, se non ai piedi di un letto.
Fuori da quella stanza che era diventata cura e prigione, erano due lottatori che combattevano ad armi pari col mondo, ma uccidevano la parte sana delle loro personalità, ai margini di lenzuola che li volevano vicini.

Alyssa scosse la testa, dopo che Nic l'aveva avvolta con un orgasmo che lei non aveva ricambiato.
Lui non intuì quel malcontento, credeva di aver usato il suo fascino al meglio.

La giovane si ricompose come vergognandosi dal modo in cui avevano consumato quel rapporto, senza dirsi praticamente nulla.
Era scostante, non accogliente come succedeva ogni volta che avevano finito di fare l'amore.
Lì Nic capí che qualcosa non andava, gli si piazzò davanti, la abbracció senza che lei potesse opporsi, permettendo ad Alyssa di assaporare ancora l'odore della sua pelle nuda.
Qualcosa scattó nella mente di lei, distese i nervi, smise di opporsi ai suoi stessi desideri, lo strinse di più.

"Tu sei soddisfatto ma io no!"
Le sussurrò prima che lui la riportasse su di lui con impeto, spogliandola nuovamente.
Alyssa era inghiottita dai gemiti, sussurrava frasi sconnesse che esprimevano il godimento che provava in quel momento.
Colpevole del cedimento, debole dinanzi a quelle spinte che la invogliavano a non essere sazia mai.
Quel ragazzo è suo, ogni angolo di lei ammorbidisce i suoi spigoli.
Entrambi dissero addio ai loro tormenti.

"Sei felice?" le chiede. "Sentiti libera di esserlo."

Come se le avesse detto, non conta quello che è stato. Conta quello che resta.
E in realtà lo aveva scritto in una canzone che lei non aveva mai ascoltato.

Alyssa ha chiuso le finestre, vive nel ricordo del sole.
Non può cancellarlo, Nic la sprona a non farlo.

Vagava nei suoi giorni come pioggia d'inverno, un fiore che illumina dicembre.
Si nasconde fra i suoi capelli, se ne frega di tutto.
Quando sei bella niente ti abbatte, ognuno vive con le sue fortune.

"Per esserlo mi basti solo tu."

Il sole era appena arrivato.
Ha gli occhi di un grande ricordo, consumato in fretta.
Lacrime in volto, lei che ha sempre detestato chi lo faceva, adesso piangeva per lui.
Si sente una bambina, forse ancora lo è in fondo.
Ma ha attraversato la sua vita, solo per averlo al suo fianco.

Racconterò di Te { con Ultimo}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora