19. Un cuore in due

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Quando parli con qualcuno che ha assaggiato il tuo stesso dolore, è come se ciò che hai provato tu sì ridimensioni.
Tendiamo sempre a sminuire la nostra sofferenza quando davanti a noi, qualcuno ce la sta dando in pasto, senza remore.

Alyssa non aveva mai parlato di Dino da quando aveva messo piede nell'appartamento di Libero e Stefano, come se l'aria di un'altra città ne annebbiasse il ricordo, ne smaltisse la mancanza.

Forse era passato troppo tempo e per la prima volta se ne rendeva conto.
Eppure non si sarebbe mai arresa all'idea di dimenticarlo, non lo aveva permesso a nessuno, figuriamoci a se stessa.

Il legame tra lei e Stefano cresceva senza ostacoli, come un'edera che si fa largo su una superficie liscia, ma la vita di Alyssa era colma di discrepanze, che Stefano colorava  d'infinite pennellate di sole.

Il tempo spazzava via i giorni senza che se ne accorgessero, immersi in una bolla, felici di essere catapultati in una serenità mai provato sino ad allora.
Sorrisi, piccoli avvicinamenti nel totale rispetto della condizione sentimentale ancora indefinita di Alyssa.

Stefano le aveva chiesto di Niccolò, da giovane musicista lo stimava, aspirava a raggiungere i suoi stessi traguardi, ma ammetteva di non avere la stoffa per farlo.
Lei aveva sempre risposto in maniera generica, non andava mai nella specifico di nessun argomento.
Quando Stefano le rivelò di avere chiuso in un cassetto qualche canzone dedicata alla sua unica fidanzata lei non sembrò turbata, " sono abituata a dover convivere con canzoni che non sono dedicate a me", riveló con una tranquilla inconsueta.

Stefano si stupì e maledisse se stesso per aver fatto quella rivelazione, era certo che tutte le canzoni di Ultimo fossero per Alyssa, non voleva toccare un tasto dolente.
Sì senti inadeguato, fece mille passi indietro nei giorni seguenti, scambiando poche parole con la ragazza, nonostante fossero ancora costretti a rimanere in casa forzatamente.

Lei dal canto suo, non volle insistere, aspettó che lui facesse un primo passo verso di lei e quel momento arrivò spontaneamente, ma desiderato a lungo da entrambi.
Non si spiegava come riuscisse a perdonare tutto a quel giovane svampito, impacciato, che colmava i loro silenzi con forse troppe parole.
Riempiva di domande Alyssa per non lasciarsi scrutare, per non rivelare nulla della sua vita.
Perché aveva lasciato Verona, l'Italia, la sua ricca famiglia a cui però sembrava essere ancora affezionato, nonostante la distanza.

Alyssa non si lasciò guidare dalla voglia di essere sempre la solita invadente pronta a voler conoscere tutto, soffocò anche quella sua abitudine, pur di non turbare Stefano.

"So che ti sei innamorato di me... che mi desideri..." le avrebbe detto con la spavalderia che la contraddistingueva.
Ma non era pronta a rovinare tutto anche quella volta, preferiva ingoiare stupore, pur di non intaccare quell'inaspettato equilibrio.

Si chiede come può una come lei, che si mimetizza col buio delle sue sciagure, sgualcita dalla rabbia, intrappolata nella notte, meritarsi tutta la bontà con cui Stefano la coccola.
Lui aveva le sembianze di un miracolo, spacciatore di una pace che lei non vuole, ma da cui dipende.
Le ha offerto spalle in cui sparire, birre in cui affogare delle risate.
Ha raccolto le sue lacrime ogni volta che l'alcol la coglieva impreparata, o poco dopo una chiamata del padre.
Le mancava terribilmente anche se non voleva ammetterlo, ma con lui era semplice anche sconfiggere quella paura.

Stefano è spesso triste, con la testa fra le nuvole, affascinante mentre si affanna nei suoi pensieri.
Alyssa vorrebbe tradurli in una lingua che comprende, analizzare il suo solenne sguardo, sostenere la scia di inquietudine da cui sembra avvolto.
Un angelo, martire nell'animo.

Non ha mai sfiorato una donna, pare non avvertire necessità di un contatto, o forse semplicemente non vuole avvicinarsi a lei.
Alyssa era sospesa in un turbinio di complessi con cui non sa fare i conti, lei che ha sempre il controllo delle sue emozioni, convinta di piacere, era per la prima volta in crisi.
Una crisi stimolante, le faceva ribollire il sangue, pronta a sfoderare una innata sensualità che forse non avrebbe fatto presa su nessuno, ma valeva la pena tentare.

Quelle rare volte in cui il suo pensiero vola verso Roma, verso Niccolò, rimembra solo un codardo.
Uno stronzo a cui troppe volte aveva permesso di possedere il suo corpo, gelare la sua anima, leccare le sue ferite.
Sapeva che mentiva quando gli giurava di non soffrire, ma lei non aveva bisogno di sotterfugi, di tenebre , di frasi non dette.
Non più.

Stefano ride forte dalla stanza accanto. Catalizza ancora tutte le sue attenzioni senza sfacciataggine.
Sa che può donargli un'altra notte felice, che spazza via le incertezze e le mancanze, così lo raggiunge, si chiude la porta alle spalle, sorride anche lei.

Stefano è insofferente a quella visione.
Una bellezza fuori dall'ordinario, con solo un pigiama addosso, le implora con il suo buon umore di essere notata.
La cosa più facile da fare sarebbe chiudere a chiave quella porta, farle vedere chi è l'uomo, forse lei è abituata a quel genere di finale.
Coppie che si lanciano i piatti, che si spaccano le ossa, che poi risolvono tutto con una scopata frettolosa.
Allontana quelle brutte scene costruite dalla sua mente e si concentra sulla risata che ha appena sentito, spontanea, di pancia.

Alyssa è un fiocco di neve. Gracile, incontenibile, apparentemente fredda, ma stupenda con tutte le piccole morti che si porta dentro.
Intensa, straripante barlume di felicità da cui farsi travolgere.

Fuori da quella stanza, da quella condizione surreale di reclusione, non avrebbe neanche preso un caffè con lui, era certo di questo, nessuno poteva fargli cambiare idea.
Eppure la fortuna ha girato dalla sua parte e gli ha dato la possibilità di giocare la carta dell'amico, del confidente, dello sfigato quasi gay per quanto innocuo.
Alyssa sì era scontrata contro un iceberg.
Aveva sotto la lingua frasi pronte a ferire come lame, colpi da sparare a qualche innocente, ma ogni volta che succedeva era lei a morire.

Stefano vorrebbe descriversi come un mare calmo, da amare di nascosto, che non se ne fa niente del compiacere agli altri, che vuole amare solo lei.
Avrebbe dovuto fare a botte con l'ostilità con cui si era sempre difesa, un'amicizia in bilico da anni che si era mutata in amore traditore.
La teoria che come un valoroso cavaliere, con la sua spada poteva spazzare via tutti i tormenti da cui Alyssa è circondata da anni, fa acqua da tutte le parti.
Vorrebbe amarla come si merita, sarebbe facile.
Più arduo sarebbe stato scoprire come insediarsi nella quotidianità a lui sconosciuta, della ragazza.

Anche se prima doveva occuparsi di spegnere la sua curiosità.
Sul suo pc scorrevano immagini di due bambini che giocano in spiaggia, in sottofondo qualcuno intima al bambino di dare un bacio alla sua fidanzatina, Nina.
Ci volle poco perché Alyssa capisse che quel bimbo era Stefano.

Quel video fu fermato nell'istante in cui Alyssa fece il suo ingresso in camera, dopodiché solo il silenzio aleggiava in quelle pareti.

"Me lo ha appena mandato mio padre, forse risale al 98..." sì discolpa, banalizzando.

"Nina deve essere stata davvero importante..." rispose, con aria investigativa, avvicinandosi al pc, cliccando sul mouse per far ripartire quel video.

"È una lunga storia..."

"Sono pronta ad ascoltarti per tutta la notte se serve..."

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