9. Seconda parte

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Aveva lanciato semi per cinque anni, nelle sue aride terre.
Atteso, pregato che germogliassero, ma l'inverno e il gelo delle sue mancanze aveva assiderato quei sentimenti.
Tremava fra quei solchi che aveva scavato in cui altri avevano piantato aridità.
Avrebbe potuto vagare in cerca di campi più fertili, ma una radice lo trattiene al castano di quelle pupille.
È un nomade, ma da quello sguardo farà sempre ritorno.

Aveva seppellito i suoi nemici, purché si arrendesse a lui.
E lei lo fa, si concede a rilento, fra gli spasmi e i fremiti che non possono fuoriuscire da quelle pareti che li contengono.
Fuori da lì non hanno idea di chi saranno.
Forse niente, forse tutto.
Resteranno in bilico per il resto dei loro giorni, se nessuno dei due sposta l'ago della bilancia, gira la clessidra.

Niccolò ha la bocca imbavagliata da tutte le cose che vorrebbe dire, ma tace.
Stringe Alyssa sul suo petto, si immerge fra i suoi capelli, che profumano di birra, sudore e sogni.
Di inizi e promesse celate, e di luminose aspettative.
Un contatto pungente e dolce, aspro e letale, le loro labbra si mischiano, i loro respiri si intrecciano.
Unici, strani, autentici.
Niccolò ha ceduto a quella città in cui ama tornare quando si sente stanco, solo.
Come tutti quelli che raccontano di quanto si lavori meglio a Milano, ma poi desiderano morire a Roma.
La periferia di cui tutti sono innamorati, ma vorrebbero cambiarla.
In cui molti abitano, ma pochi vivono.
Alyssa è la sua citta.
È Roma, è casa, è segreto.
Riparo, cura, dedizione.
Tra le sue braccia si sente invincibile.

«Dimmi qualcosa che non so di te...» le sussurra lei, per distrarlo.
È senza munizioni, una preda fra quei tocchi, tenta di difendersi come può, senza sapere se è davvero ciò che vuole.
Gli accarezza i capelli, batuffoli che sembrano intonare una canzone della loro infanzia.

«Non c'è niente che non sai di me...»
Alyssa è rossa come una fragola, sembra appena tornata da una corsa sulla neve, mormora parole incomprensibili.
Umida e arrossata.
Chiude gli occhi, deglutisce la sua agitazione.

«Ad esempio se sei pronto...»

«Non lo sarò mai, quindi perché aspettare...»

Sta facendo l'amore con ciò che realmente ha, che non vorrebbe cambiare con qualcuno di più gestibile o delicato.
Qualcuno da cui lasciarsi infatuare facilmente, cedere ad un accoglienza spudorata.
Quante volte si è assopito nei vagoni di binari non suoi, guidato dal richiamo di vite che non gli appartenevano.
Scelte dovute all'istinto, finali che voleva migliorare.
Tranne questo.
Ha rubato ad Alyssa baci mai dati, parole mai pronunciate, pugnali puntati solo a se stesso, ha sentito il dolore della sua felicità, atteso i suoi ritardi.
Con la costante voglia di guarire, senza sapere di cosa si stesse ammalando.

Apre a stento la bocca, si scambiano un respiro.
È lei la brezza che lo ha sostenuto per tutto questo tempo, un vento che ti soffia a favore.
Cerca la sua mano, sfiora i suoi fianchi.

«Ci tengo a svegliarmi così per le prossime settimane.»

Potrebbe svegliarsi così per tutta la vita, Alyssa vorrebbe urlarlo, ma si trattiene ancora.
Le accarezza la coscia nuda, dal basso verso l'alto.
Niccolò è insaziabile.

Lo aveva spogliato e rivestito al rovescio, confuso con i suoi dubbi, ma non quella notte.
Gli porge il suo lenzuolo, sorride, gli permette di entrarci dentro.
Un unione  equiparabile alla dolce melodia di un sax.
Uno scontro di corpi in cui nessuno uscirà illeso.
Alyssa freme, si guarda attorno ed è pronta al bis, impaziente.
Sono diversi: lei non sa aspettare, Niccolò ha imparato a gustare l'attesa e ne ricava nutrimento.

La calma con altri baci e tutta la furia dei giorni precedenti sembra dissiparsi, sostituta da un disagio sconveniente, ma bello.
Due corpi che si sono bramati da lontano e sbranati da vicino, in un lungo tango dolciastro e insinuate che li ha consumati, resi intimi.

Racconterò di Te { con Ultimo}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora