4. L'inizio della fine

228 16 4
                                    

Alyssa scese le scale dell'appartamento di Niccolò a fatica.
Si stava quasi trascinando via da quello spiraglio di paradiso, che per la loro pericolosa vicinanza era divenuto un inferno invivibile.
Scappò e si ripromise di non inciampare più nell'errore di darsi delle libertà con un ragazzo fidanzato.
Perché sì, Nic era probabilmente l'unico amico fidato che le era rimasto, ma entrambi erano consapevoli che sfidare sé stessi a volte, può mietere vittime innocenti.

Alyssa non voleva più che la gente soffrisse a causa sua, voleva di nuovo incontrare sconosciuti con cui fingersi ogni volta una ragazza diversa e giocare a non guardarsi dentro mai.
Quella farsa, durò per settimane intere, in cui il suo cammino universitario rimase intaccato, nonostante l'umore altalenante.
Per lo studio aveva trovato un equilibrio che non voleva perdere.

Niccolò, dal canto suo, si lasciò affogare dai mille impegni che lo tenevano lontano dalla realtà e per questo, lui e Fabiola avevano dimezzato i loro appuntamenti.
Sapeva che lei avrebbe chiesto prima o poi cosa stesse succedendo alla loro storia, ed era come se in cuor suo non aspettasse altro.
Un peso di cui si voleva liberare.
E non perché Fabiola fosse insistente o possessiva, ma proprio per la sua mancanza di carattere di fronte al visibile disinteresse di Nic nei suoi confronti.
Voleva sentirla esplodere, appurare che come fidanzato fosse una merda e correre da Alyssa a farsi affossare ancora di più.
A lei era permesso.

****

Da quella notte, nessuno dei due ebbe il coraggio di farsi vivo.
Se Alyssa era guidata dal suo orgoglio, Nic passeggiava a braccetto con la paura di non riuscire ad essere abbastanza forte, per contenere tutta la personalità di Alyssa.
A volte si sentiva soffocare da quella giovane Venere dai capelli corvini, ma adorava sentirsi invincibile nella sua instabilità.
Nessuno poteva batterlo, ne era certo.
La certezza di avere la curiosità di Alyssa puntata su ogni sua singola e inaspettata mossa dettata dall'istinto, colui che lo aveva da sempre guidato e di cui si era sempre fidato.

Era una di quelle sere solitarie in cui aveva buttato giù qualche verso e qualche nuova melodia, e dopo essere stato così tanto operativo, sì annoiava all'idea che la serata volgesse a termine senza sconvolgimenti.
Sapeva benissimo che l'unica in grado di sconvolgere i piani della serata fosse Alyssa, ma stavolta tentò di avere un approccio nostalgico, che potesse farla cedere alla sua richiesta di rivederla dopo tutti quei giorni.

-Ti ho pensato... scrisse col cuore in mano. -Ho bisogno di parlare con te.

-Cosa hai da dirmi? Le risposte lei, nell'immediato.

«Di ricordare i vecchi noi, le cose che facevamo in tre.»

«Allo Zodiaco fra mezz'ora?»

A Niccolò quel luogo andava bene, era una di quelle tappe immancabili nei suoi pomeriggi di svago da ragazzino e ormai si sentiva così diverso, così limitato nei movimenti a causa della sua popolarità, da non ricordarsi nemmeno cosa si provava a guardare il cielo dalla punta di quello Zodiaco.

Stranamente, fu lui il primo ad arrivare, ma gli stava bene così, non si sarebbe perdonato di lasciare una ragazza sola nel cuore della notte a vagare tra alberi e sterpaglie.
Avvisó Alyssa del suo arrivo e lei lo raggiunse, qualche minuto dopo.

Le sembrò più rotonda, il viso meno pallido e l'espressione distesa e non contrariata come al solito.

«È proprio una bella serata!» esclamò salutandolo.

«Come stai?» le chiese, con una premura che raramente tirava fuori.

«Sono un po' pensieroso. Ho sempre voglia di isolarmi...»

Racconterò di Te { con Ultimo}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora