2. Il furto

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Non vivere più col padre, le dava modo di non far trapelare il modo in cui viveva.
In cui si nutriva, soprattutto.

Era l'ombra di se stessa, nei suoi 45 kili che celava nascondendosi in capi maschili che le donavano qualche taglia in più.
Nessuno in quella parte di città la conosceva, nessuno poteva paragonarla a quella che era stata, nessuno si sarebbe preoccupato di lei.
Dai suoi social, traspariva un racconto che non coincideva con la realtà.
Finto stress da studio, selfie da intellettuale, sfondi di paesaggi in cui non aveva mai messo piede.
La sua vita era un grande bluff, sapeva che non poteva continuare così, eppure una forza più grande di lei la trascinava sempre più in basso e lei, non poté far altro che obbedirle.

Avrebbe voluto tante volte gettare i libri da quella finestra che sporge sul Colosseo.
Il panorama era sempre lo stesso, eppure lei ci vedeva riflesso il mare delle Maldive che sognava di navigare, le Dolomiti che desiderava scalare, ma doveva accontentarsi della visuale di quel monumento che la storia di tutto il mondo le invidiava.
Era consapevole di non essere capace di godersi ciò che poteva afferrare, di sentirsi protetta dai porti sicuri che suo padre le offriva.
Voleva la tempesta.
Le fiamme.
La libertà di farsi male.

Scrollava il cellulare e fra i contatti dei suoi amici, uno più sfigato dell'altro, sbucava fuori il numero di Nic.
Si teneva costantemente informata su ciò che avveniva nella sua vita, ma non lo aveva mai più risentito dopo la tragica giornata del funerale di Dino.
Alyssa portava rancore a quel giovane ragazzo che tentava a piccoli passi di scalare le classifiche per far parte dell' Olimpo dei grandi della musica.
Ormai, il padre di Alyssa non serviva più neanche a lui.
Avrebbe bramato rabbia fino alla fine dei suoi giorni, piuttosto che chiedergli come andava.
Dopotutto, lui era tutto ciò che le rimaneva del legame con Dino, ma quell'amico fidato le aveva voltato le spalle e lei non lo avrebbe mai perdonato.
Anche se non poteva paragonare quella sensazione di abbandono alla sepoltura dell'amore della sua vita.
Di conseguenza tutto ciò che provava era solo una goccia di dolore che pensava di poter gestire.
Si autoconvinceva che fosse così, mentre cercava di crearsi una nuova comitiva con cui svagarsi in quelle poche ore di assenza di studio.
Compagnia di gente che non condivideva i suoi stessi interessi, la cui similitudine era solo il conto in banca.
Le bastava.
Le bastava circondarsi di persone che non le ricordavano chi era stata, la vita provinciale che le era stata stretta, il falso perbenismo che l'aveva soffocata.

Avere una taglia trentotto rende fighi per chi aveva scelto di frequentare, non servivano grosse doti oltre quelle fisiche che certamente possedeva.
Un pizzico di carattere, la battuta sempre pronta, le diedero modo di divenire in poco tempo la leader di quel gruppo di studenti confusi, ma tremendamente ricchi.

Un topo di campagna che si ergeva a gatto di città.
Nessuno l'avrebbe contrariata, tutti erano più deboli, inferiori a lei.
Era diventata amante del controllo e segretamente, un insicura cronica.
Sfogava quel suo lato tenero e inafferrabile, con l'unico grande amore che le era rimasto sulla terra, suo padre.
E quando lui le chiedeva come stesse, perché non tornava a vivere con lui, lei tratteneva le lacrime e si professava super impegnata con un tono di voce vivace, che non lasciava presagire il vuoto che si faceva largo dentro di lei.

Tutto quello che era successo quella mattina, il pensiero verso Nic, la telefonata ricevuta dal padre, sembravano presagire quello che da li a poco sarebbe successo.
I soldi che Fabrizio mandava settimanalmente per il mantenimento della figlia, ad Alyssa non bastavano più, e sarebbe stato più facile chiedere altro denaro, più difficile giustificare quella richiesta.
Spinta dalla noia e l'incoscienza, dalla sindrome della prima della classe, dalla voglia di primeggiare e una nuova festa a cui presentarsi.
Un centro commerciale affollato nonostante fosse un lunedì qualunque, una pochette di Fendi che non ti puoi permettere, ma che vuoi sfoggiare.
Tutto diventa lo scenario di una bravata.

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