Capitolo 50: Amara verità.

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Nuovo capitolo! Enjoy!
Vi ricordo di lasciare una stellina e un commentino. ⭐ 💬

Ancora una volta, avete vinto! Ecco a voi il vostro secondo capitolo!
Grazie di tutto. ❤

Ps: son di fretta e non l'ho corretto benissimo. Chiedo venia, dopodomani eventualmente darò una sistemata.
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La vita, a Baker Street, era più dolce e piacevole di quanto John nonq ricordasse.
Erano passate ormai due settimane dal matrimonio e Sherlock, nonostante non fosse ovviamente ancora guarito, aveva comunque trovato forze a sufficienza da riprendere a vagare per l'appartamento, impegnato in vari esperimenti da cui, il dottore, cercò di tenersi distante.
Soprattutto dopo aver visto la manica di uno dei camici del ragazzo corrosa.
Le giornate venivano piacevolmente spese dai due tenendosi compagnia l'un l'altro, mangiando -ovviamente non senza i capricci del più giovane- e scherzando.
Lentamente, il contatto fisico, era tornato ad essere un elemento ricorrente quando seduti sul divano, seppure però John potesse percepire una certa inadeguatezza da parte del castano.
Difatti decise di essere più discreto, limitandosi a stringergli una gamba, o magari, quando fortunato, a mettergli un braccio attorno alla vita.
Sherlock sembrava adorarlo.

Contemporaneamente, però, la situazione con Mary non migliorò.
Non si sentirono affatto, in quei giorni, la donna mandando di tanto in tanto un messaggio per chiedere di entrambi, in risposta solo silenzio.
John non voleva parlarle.
O meglio, avrebbe voluto parlarle, chiederle dove avesse sbagliato, cosa le avesse fatto per meritare una punizione simile, ma non trovava la forza per alzare la cornetta e chiamarla.
Non era ovviamente una dicussione che si poteva affrontare con dei messaggi.

Quel giorno era iniziato particolarmente bene.
Sherlock fece colazione senza farsi pregare troppo, lo stesso per il pranzo, spendendo il suo tempo sul divano, il computer su una pila di cuscini.
John ne aveva approfittato per pulire un po' l'appartamento, divenuto un campo di battaglia dopo giorni e giorni di abbandono, e si era lasciato convincere dall'ispettore ad uscire per una birra.

Erano le sette di sera e il dottore aveva appena finito di fare una doccia, già pronto per la serata: indossava un comodo jeans e una camicia viola scuro.
Quello era uno di quei momenti speciali in cui Sherlock si lasciava coccolare, seduto sul divano con di fianco i cuscini e il portatile, quest'ultimo ignorato, appoggiato con la guancia alla spalla di John mentre questo gli cingeva la schiena con un braccio.
Stava utilizzando il computer, sfogliando diversi giornali digitali e sbuffando nel trovare solamente, nella sezione criminologia, casi noiosi o esageratamente semplici.
Il più grande lo osservava, la mano sulla vita del ragazzo stretta appena al pigiama che indossava, e trovò quell'attimo della giornata il migliore. Sherlock aveva un buon profumo e, nonostante la sua aria scontrosa e arrogante, se preso di buon umore, sembrava propenso alle coccole.

«John, la gente è proprio stupida. Hai letto il caso del giardiniere?» Il detective si lamentò, seduto a gambe incrociate, un ginocchio sulle cosce del più grande. John mugulò un sì, gli occhi impegnati ad osservare uno dei ricci che cadevano sulla fronte del ragazzo. «Che idioti! È così evidente! Dovrebbero licenziarli, non sanno fare il loro lavoro! Sospettano dell'amante ma non della figlia!» Sherlock alzò di colpo il capo, voltandosi verso il più grande.

E, come in un tipico clichè dei film più sdolcinati, i due si trovarono l'uno ad un palmo di distanza dal volto dell'altro.
John potè vedere gli occhi del più piccolo sgranarsi appena, con sorpresa, e quasi giurò di notare le sue pupille allargarsi.
La mano libera del più grande si spostò poco sotto l'inguine dell'altro, un gesto intimo e più invadente di quelli che aveva già rivolto a Sherlock.
Difatti il ragazzo si irrigidì per qualche secondo, il respiro bloccandoglisi in gola, e non appena John iniziò ad accarezzargli quello stesso punto, parve rilassarsi.
Il più grande inclinò appena il capo, avvicinando il volto a quello di Sherlock, e sentì la sua attenzione rivolgersi alle sue labbra.
Ormai a due centimetri dall'altro, il cellulare iniziò a squillare.

Come here. • ITA Johnlock •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora