A tutto campo

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<< Come faremo a mettere la tua barca in mare?>> domandò qualche momento dopo Firyan, voltandosi verso Talia, che nel frattempo l'aveva affiancato ancora una volta.

<< Prima devo rimetterla un po' in sesto. Sono tantissimi anni che non prende il mare, dovrò lavorarci.>> ribatté lei, storcendo un po' il naso, scontenta << Però dovremmo fare in tempo, se ci sbrighiamo. Riusciremo a farla salpare con la marea ma dovremo fare alla svelta.>>

<< Sì, lo immaginavo.>> rispose l'elfo, annuendo profondamente, solo per poi cambiare argomento << Come si chiama?>>

<< Sabain.>> fece la giovane donna, sovrappensiero, solo per poi rivolgersi ancora verso di lui << E sì, so anche che è un nome molto strano.>>

<< Mio padre non ha mai detto a nessuno cosa significasse. Mi sono sempre chiesta per quale ragione l'avesse chiamata così.>> riprese, dopo un attimo di silenzio << L'unica cosa che so è che l'ha ultimata poco dopo la mia nascita. È come se fossimo sorelle, praticamente. Non so come spiegarlo, ma quando la vedo...>>

<< Senti come se tuo padre fosse ancora qui con te, non è vero?>> domandò ancora Firyan, facendo uno sbuffo mentre la sua espressione si riempiva di amarezza << Ti sei ritrovata a parlare con lei nei momenti in cui ti sei sentita più sola e dimenticata dal mondo, come se fosse un'amica che potesse consolarti e alleviarti dalle preoccupazioni, sperando potesse rispondere alle domande che le ponevi?>>

Talia rimase talmente scioccata dalle parole del compagno di caccia che non riuscì a ribattere, incapace anche solamente di formulare una parola coerente: come faceva quel ragazzo a capire così perfettamente quello che lei aveva provato e fatto negli anni, cose di cui non aveva mai parlato con nessuno per paura di essere bollata come folle, persino dalla sua famiglia adottiva?

<< Già.>> fece poi, spostando appena lo sguardo dalla sua espressione sconvolta << Mentirei se dicessi che non l'ho fatto anche io, di quando in quando.>>

Dopo qualche attimo ancora di silenzio, una risata nervosa sfuggì dalle labbra della ragazza, che quindi si coprì la bocca con una mano.

<< Lo trovi divertente?>> obbiettò il ragazzo, incuriosito da quella reazione.

<< No, no, per carità. Solo, stavo pensando... la sicurezza di tutta Karyden dipende solamente da noi e abbiamo appena confessato di parlare da soli come due matti.>> si difese lei, facendo un sorriso radioso come non le capitava da tanto tempo, tanto che i suoi grandi occhi blu mare sembrarono scintillare. Non era mai riuscita a ridere di una cosa del genere, eppure il trovarsi in quel luogo, in quella situazione, con qualcuno che potesse capirla così la faceva sentire... bene, in effetti.

<< Forse farebbero bene a preoccuparsi, allora.>> ribatté Firyan, sorridendo a sua volta, divertito dalle sue parole.

<< Forse.>> concluse Talia, tornando lentamente seria per mettersi al lavoro.

Le ore successive passarono in maniera stranamente lieta per i due, che si occuparono di rimettere a nuovo Sabain nel modo migliore possibile, spazzando, lucidando, rammendando e impiastrando le parti che più ne avevano bisogno.

Mangiarono un pezzo di pane e formaggio al volo quando arrivò mezzodì e si rimisero immediatamente al lavoro: Firyan non sapeva praticamente nulla di navi e di barche, le aveva solamente usate per essere trasportato qua e là da uomini e donne decisamente più esperti di lui in mare ma, sotto l'attenta supervisione della compagna, i suoi progressi furono particolarmente rapidi. Ogni volta che sbagliava o che non posizionava un pezzo nel modo giusto, lei era sempre pronta a correggerlo e spiegargli nuovamente come procedere nel modo migliore. Aveva sempre pensato di essere veloce ad imparare, ma i corretti movimenti per realizzare tutti i nodi che Talia gli aveva fatto vedere in quelle ore erano talmente tanti e complessi che più di una volta la ragazza aveva dovuto ricominciare la sua opera daccapo.

Kaiju Slayer: Il cacciatore di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora