Impulso e Follia

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Alcune ore dopo, Talia si trovava nella sua tenda, sdraiata a pancia in su con le mani incrociate sul petto. Respirava piano, ma i suoi occhi erano aperti: era stanchissima, ma proprio non riusciva a prendere sonno.

<< Talia, dovresti dormire.>> le consigliò in quel momento Deneb, voltandosi verso di lei << Ne hai bisogno, viaggiare stanca molto più di quanto potresti pensare. Non durerai molto, se non riposi.>>

<< Non ci riesco.>> rispose lei, scuotendo appena il capo << C'è troppo silenzio.>>

<< Io l'avevo detto, ma tu hai voluto fare la dura.>> commentò la cacciatrice, facendo un lieve sorriso << Avevo detto che sarebbe stato meglio se avessi dormito con Firyan, tanto lo avete fatto anche ieri.>>

<< E tu? Con Kaydan?>> domandò ancora la ragazza, incuriosita << Non sarebbe stato un problema, per te?>>

<< Io ho dormito molte volte con altre persone. Alcuni di loro erano compagni cacciatori, altri no.>> rispose lei, facendo un lieve sbuffo dal naso << Kaydan non sarebbe stato questo grande problema. Certo, a volte può essere fastidioso, ma spero che almeno smetta quando dorme.>>

Un grande sorriso comparve sul volto di Talia a quelle parole: era sempre più convinta che in realtà i due non si odiassero davvero come volevano dare a credere. Che fosse solo tutta una mascherata.

<< Senti, posso farti una domanda?>> chiese quindi la cacciatrice << Sei una ragazza molto carina, avresti potuto avere chiunque in quella piccola città. Perché io mi domando, perché proprio Firyan? Una persona che non conosci che da pochi giorni... una delle creature più pericolose di tutta Oltremare. Perché proprio lui?>>

<< Perché è stata l'unica persona che quando mi ha guardato non ha visto solamente un mostro.>> rispose Talia, voltandosi verso di lei << Molte delle persone che abitavano a Karyden mi odiavano, avevano paura di me. Solo ora mi rendo conto che quello che temevano dovevano essere i primi segni della Voce. Ma non capivo, non ho mai capito fino a due giorni fa...>>

<< I poteri di cui sei stata fatta depositaria sono grandi, enormi. Forse troppo per qualcuno che è cresciuta come una normale locandiera. Se tuo padre avesse potuto dirti quello che eri veramente, se ne avesse avuto il tempo... sono certa che la tua vita sarebbe stata molto migliore.>> commentò Deneb << Sono certa che ti avrebbe detto tutto quello che era necessario. Solo che i mostri non gliene hanno dato il tempo.>>

<< Già... ormai ho smesso di chiedermi quante altre cose i mostri, i kaiju, potranno ancora portarmi via.>> borbottò ancora la giovane donna << Con quel poco che mi resta da perdere.>>

<< Ora però posso fartela io una domanda, però?>> domandò quindi, di rimando << Sai, è da quando ti ho vista in viso per la prima volta... perché una donna come te dovrebbe portare un elmo e nascondere la sua vera identità. Non sei solo bella, sei anche forte. Forse anche troppo per un'umana.>>

<< Non avevo paura, se è questo che volevi sapere. Non ho mai paura per me.>> rispose la donna, voltando le spalle alla sua interlocutrice << Ma sai cosa significa essere l'unica donna di tutta la gilda? Essere giudicata diversamente per ogni singola, minima cosa?>>

<< "Sei solamente una ragazza, non puoi fare questa missione da sola. Sei troppo debole...">> scimmiottò poi, storcendo il naso << Puoi evitare la paura fisica, ma quella di essere giudicata? No. Sai quante volte ho temuto di sentirmi dire quelle parole, prima di entrare a far parte della Gilda? Così ho assunto il nome di Rex e ho indossato la mia armatura, senza levarmela mai, almeno in pubblico. E così mi hanno giudicato come era giusto che fosse: in base alle mie capacità, non alla forma del mio corpo.>>

Kaiju Slayer: Il cacciatore di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora